mercoledì 4 novembre 2020

LA PASSIONE DI GESÙ: FATTO DI STORIA O OGGETTO DI CREDENZAConclusione



Conclusione

Crediamo di aver mostrato — senza costruire una teoria della storia religiosa, ma basandoci su dei testi il cui significato non ci sembra contestabile e servendoci di elementi forniti da storici avversari della tesi «mitica», Loisy, Guignebert, Goguel, Dupont-Sommer, Marcel Simon, — come, se si ammette che Ponzio Pilato non ha ordinato la crocifissione di un profeta ebreo di nome Gesù, si può presentare un'esposizione coerente delle origini del cristianesimo: semplice schizzo provvisorio, beninteso, e che spetterà agli specialisti precisare e correggere.

Si sarà notato che in nessun momento abbiamo prodotto un argomento di filosofia razionalista contro la tradizione relativa alla carriera terrena e alla passione di Gesù. Dato il fatto che gli storici sopra menzionati ammettono tutti che Gesù, considerato nel piano di questa carriera terrena, deve essere considerato come un uomo, straordinario per certi versi, ma infine come un uomo, con tutti i limiti che questo termine comporta, abbiamo trattato i problemi che pone la sua storia così come si deve fare per ogni altro personaggio del passato, ossia secondo le regole del semplice buon senso che costituiscono il metodo storico, regole così facili da comprendere, ma da cui è egualmente così facile, senza che ce se ne accorga, deviare nella pratica.

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