mercoledì 29 luglio 2020

Sua eucarestia



SUA EUCARESTIA

Grazie all'Octavius di Minucio Felice, intorno al 200, conosciamo il contenuto di un opuscolo scritto contro i cristiani da Frontone, il maestro di Marco Aurelio: «Il racconto che si fa circa l'iniziazione dei nuovi adepti è così terribile quanto noto. Un bambino viene impiastricciato di farina per ingannare chi non sospetta di nulla ed è posto dinanzi a colui che deve essere iniziato ai misteri. Tratto in inganno dallo strato di pasta che lo copre, facendogli credere che i suoi colpi sono inoffensivi, il neofìta uccide il bambino con delle ferite invisibili e nascoste. Oh sacrilegio! essi leccano avidamente il sangue, se ne disputano a gara le membra, con questa vittima cementificano il patto, con tale complicità nel delitto si impegnano ad un eterno silenzio!» [142]

In realtà, doveva trattarsi di un'eucarestia a base di pane, quest'ultimo che aveva la forma di un bambino e che riceveva dei colpi di coltello prima di essere spezzato e distribuito in frazioni ai partecipanti. 

Verso lo stesso periodo (180-200), Tertulliano scriveva nel suo Apologetico (capitolo 7): «Si dice che nei nostri misteri noi sgozziamo un bambino e che lo mangiamo... qualcuno ha udito le grida di questo bambino che noi immoliamo?». E aggiunge: «I Cristiani si sono proibiti nei loro pasti il sangue degli animali... ed essi si sarebbero compromessi col sangue dei loro simili?». Questa non è una risposta; Tertulliano non nega assolutamente che ci sia un fondamento per quella accusa, ma se non ne dice nulla è perché si tratta di un rito misterico sul quale è obbligato a mantenere il segreto. 

La persistente accusa pagana [143] contro i primi Cristiani di mangiare un bambino nel corso dei loro riti si basava molto probabilmente sull'usanza di mangiare un pane cotto o una brioche infarinata a forma di bambino.

Immagini di pasta, cotte o no, figuravano nei sacrifici dell'antichità; e se rappresentavano un bambino o un adulto e venivano mangiate religiosamente.

Se leggiamo la Città di Dio di Sant'Agostino (Libro 18, Capitolo 53 e 54), apprendiamo dei fatti singolari: «Gli adoratori di molti e falsi dèi... immaginarono allora non saprei quali versi in greco che sarebbero stati fatti udire durante la consultazione di un oracolo... Soggiungono che Pietro ha compiuto atti di stregoneria perché il nome di Cristo fosse venerato per altri trecentosessantacinque anni; quindi, terminato questo numero di anni, il suo culto senza indugio avrebbe avuto fine... Questo è il buon senso dei dotti. Questo è l'ingegno di voi, persone colte, disposte a credere certe cose del Cristo, sebbene non volete credere nel Cristo... Pietro sarebbe stato uno stregone capace di malefici...  Che razza di dèi sono questi che possono prevedere ma non impedire tali fatti perché soggiacciono a uno stregone e al suo misfatto malefico. Con esso, dicono, un bimbo di un anno fu ucciso, squartato e sepolto con un rito infame per permettere che la setta, a loro avversa, potesse essere in vigore per un lungo tempo... e giungere all'annientamento dei loro idoli...».

La stessa accusa era lanciata contro i Montanisti e i Catafrigiani, ma Agostino non doveva difendere quelle sette; tuttavia ne parla (De haeresibus 26:28): «Si dice che abbiano dei sacramenti spaventosi: si racconta infatti che prelevino il sangue a un neonato di un anno mediante piccole punture su tutto il corpo, lo impastino con la farina e ne facciano un pane che utilizzano per celebrare così una sorta di eucarestia. Se poi il bambino muore, viene considerato da loro come un martire; se invece sopravvive, ne fanno un sommo sacerdote».

Qui, Agostino è piuttosto tendenzioso ma la sostanza dell'argomento resta la stessa. 

Prima di Agostino, anche Girolamo aveva fatto allusioni in questo senso ma con più prudenza; scriveva nell'Epistola a Marcella: «Io passo sotto silenzio i terribili misteri che si racconta combinino su un bambino alla mammella che diventa martire se vive. Preferisco non credere a queste infamie; ammettiamo che quella che è accusa sanguinosa sia menzogna».

Alla fine del IV° secolo, Filastro di Brescia dirà a proposito dei Montanisti, riportando un sentito dire, che «al momento della Pasqua fanno un miscuglio per i loro sacrifici con il sangue di un bambino e ne mandano dappertutto ai loro satelliti perniciosi e bugiardi».

Ciò che sembra curioso, secondo una delle citazioni di sant'Agostino, è il fatto che San Pietro sia stato accusato dello stesso crimine di magia di Simone di Samaria, il suo presunto avversario. Ciò prova che, quali che siano le loro origini, i Cristiani erano tutti accusati dello stesso crimine. 

In ogni modo, questo rito di «ricostituzione» del dio-bambino sotto forma di pane, del suo frazionamento e del suo consumo da parte dei fedeli rimane ancora molto vicino a quello dell'eucarestia come viene praticato ai nostri giorni; Gesù è sempre «il pane della vita disceso dal cielo» e questo pane è «il suo corpo».

NOTE

[142] Confrontare con la nostra nota sull'eucarestia sopra, pagine 143-145.

[143] Oltre Minucio Felice e Tertulliano, si vedano Giustino Martire (Apologia 1:26 e 2:12), Eusebio (Storia ecclesiastica 5:1), Atenagora (Apologia 3), Origene (Contro Celso 6:27).

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