domenica 26 luglio 2020

Conseguenze di questo mito



CONSEGUENZE DI QUESTO MITO

Il mito essendo infinitamente più antico dei vangeli, e costoro avendolo adattato alle loro convenienze, non è impossibile svelare come è stato utilizzato e interpretato.

Originariamente, esso doveva presentarsi come segue:

Al tempo della fine del mondo, il dio Gesù discende dal cielo. Egli prende la forma degli abitanti di ciascun cielo per non essere riconosciuto dagli arconti che reggono le sfere planetarie, la sua ultima forma essendo quella di un uomo. Nonostante la sua apparenza sia umana, il suo corpo non è per nulla fatto di carne e di sangue, ma di una sostanza misteriosa non soggetta alle leggi del mondo materiale. Il suo scopo è di rivelare i misteri della salvezza alle anime dei morti che lo attendono nello Sceol (e che egli libererà) e, forse, anche agli uomini. Quella rivelazione agli uomini è lontana dall'essere assicurata nei testi primitivi, soprattutto se si tratta di dottrine segrete appartenenti ai misteri, ma — alla vigilia della fine del mondo — alcuni iniziati si sono forse creduti autorizzati a svelare una parte di questi misteri agli uomini che ne giudicavano degni.

Gesù, avendo preso la forma di un uomo, è preso per tale; egli è arrestato alla porta stessa dell'Inferno; è in effetti per la Valle del Cedron o Valle di Giosafat o del Giudizio finale che si penetrava nell'Inferno; l'arresto di Gesù in quel luogo era del tutto indicato.

Gesù è giudicato, condannato; il mito non diceva probabilmente come il dio era ucciso, ma doveva mostrarlo crocifisso. Dopo tre giorni, egli riceveva il battesimo di morte ed egli resuscitava grazie alle acque della Vita. Ignoriamo come e da chi egli era battezzato. Giovanni il Battista (morto e disceso agli Inferi prima di Gesù) ha potuto giocare un ruolo in questo episodio. 

Gesù si metteva allora a predicare agli spiriti imprigionati, e poi risaliva al cielo con la sua croce e la sua tunica di luce, accompagnato dalle anime di pochi giusti. [137]

In una seconda versione del mito, quella dei vangeli, l'Ascensione ebbe luogo in due fasi. Si voleva che Gesù abbia avuto il tempo di affidare un messaggio, una dottrina, una missione, agli uomini che lo rivendicavano. Si interruppe dunque la sua Ascensione per farlo soggiornare sulla terra qualche tempo. Una confusione facilitò questa «rettifica» teologica. Quando Gesù era ritornato nella Gerusalemme celeste, si trattenne Gerusalemme semplicemente, vale a dire la città di Giudea. I morti approfittarono di questa sosta sulla terra poiché — e questo è Matteo che lo attesta in 27:53 — in quella occasione, i cadaveri dei santi resuscitarono, uscirono dalle tombe, entrarono nella città santa e apparvero a un gran numero di persone. [138]

Non si potrebbe insistere troppo sull'importanza, estrema e grave, di quella modifica nel mito poiché è essa che permise la trasformazione del dio Gesù in uomo e di un racconto sacro in resoconto storico. Dall'istante in cui la scena si spostava dall'Inferno sulla terra, e il dio cedette il posto ad un uomo, fu necessario trovare da qualche parte gli elementi della biografia di quell'uomo sconosciuto veramente «caduto dal cielo»; si fecero imitazioni un po' dappertutto ma se ne fecero soprattutto dai racconti che si possedeva sull'attività di Gesù agli Inferi.

NOTE

[137] Si veda Cahier du Cercle Ernest-Renan, n° 42; Un Mythe chrétien primitif, 1964.

[138] Ciò poté aver luogo al momento della guerra del 66-70.

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