giovedì 21 maggio 2020

La croce in senso metaforico



LA CROCE IN SENSO METAFORICO

Croce e crocifissione erano luoghi comuni di conversazione, termini di paragone. È così che Seneca scriveva: «Sostenete che nessuno di loro fa quello che dice e non vive in conformità con le sue parole. Non è strano: le loro sono parole eroiche grandiose e superiori a tutte le tempeste umane. Anche se non riescono a staccarsi dalle croci su cui ognuno di voi conficca i suoi chiodi, tuttavia, quando sono condotti al supplizio, pendono ciascuno da un solo palo. Invece questi che badano soltanto a se stessi, hanno una croce per ogni passione. Ma i maldicenti si fanno belli a offendere gli altri. Potrei credere che non abbiano questo difetto se non ci fosse chi sputa sul pubblico anche dalla forca» (Vita beata). Indubbiamente questo brano è metaforico, e nessuno si è mai sognato di vedervi allusioni ad eventi reali.

Allo stesso modo, quando Paolo, ancora vivo, afferma: «Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me» (Galati 2:15), non vuol dire che è stato veramente crocifisso su una croce di legno con il Cristo; la sua crocifissione è spirituale. È in questo senso che lui può arrivare a parlare della crocifissione del mondo: «Io mi vanto della croce del nostro Signore Gesù Cristo, per cui il mondo è crocifisso per me come io lo sono per il mondo» (Galati 6:14). Dice anche: «Il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui» (Romani 6:6) o ancora: «Quelli che sono di Gesù Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri» (Galati 5:24). Paolo parla lo stesso linguaggio di Seneca, ma va oltre; il mondo intero è crocifisso. La sua croce non è dunque quella di un supplizio reale; non è neppure un patibolo, ma una croce di gloria con la quale faremo presto conoscenza.

Paolo non fa alcuna allusione ad un processo e ad un supplizio; non conosce nessuno dei personaggi della Passione, e nella corrispondenza apocrifa con Seneca, non se ne parla nemmeno; era tuttavia un bell'argomento su cui meditare tra loro. [96]

NOTE

[96] L'inventore di quella corrispondenza non si è neppure sognato di far discutere Seneca e Paolo al riguardo.

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