mercoledì 20 maggio 2020

Croci e crocifissioni diverse



Eventi o Miti?

Non si potrebbe analizzare ciascuna delle azioni o delle parole prestate a Gesù Cristo dai vangeli. Il compito sarebbe troppo lungo. Pensiamo sia preferibile isolare l'elemento fondamentale della storia cristiana: la «Passione», e cercare di scoprire se i suoi vari episodi possano corrispondere ad una qualsiasi realtà.

In materia religiosa, più che in qualsiasi altro dominio, la critica deve non soltanto esaminare i testi e cercare di comprendere i loro diversi significati, ma anche cercare le intenzioni dei loro autori. Un racconto dal fascino storico, ad esempio, può rivelarsi alla fine dell'analisi una raccolta letteraria di miti diversi, una trasposizione di più leggende o il compimento di una semplice citazione biblica.

Quanti autori, quanti popoli, non hanno preso «la pagliuzza delle parole per il filo delle cose» e costruito con l'aiuto di questo fragile materiale storie alle quali il mondo del XX° secolo crede ancora! Sfidiamo i luoghi comuni che ci sono propinati ogni giorno, le parole storiche che non sono mai state pronunciate, gli eroi che non sono mai esistiti!

Quanti esempi dovremmo fornire! Guglielmo Tell, la papessa Giovanna, mago Merlino, Rolando, Re Artù, Romolo e Remo, Ester e Mordecai, Omero... Belle favole ma gravi errori. Ecco perché sorge il problema storico dell'esistenza del Cristo. Si tratta di un'immensa questione che ha occupato molte generazioni di critici, ma che ridurremo all'essenziale limitandoci alla Passione di Gesù, un argomento che non è peraltro così semplice come appare a prima vista.

Quella Passione comprende l'arresto, il giudizio, la condanna del Cristo, la sua morte per crocifissione, il suo soggiorno agli inferi, la sua resurrezione, le sue apparizioni, la sua ascensione. Si potrebbe ritenere a priori che se il viaggio infernale di Gesù e la sua resurrezione riguardano un dio, il suo processo e la sua esecuzione non possono essere attribuiti che ad un uomo. Sarebbe meglio, però, riservare ogni opinione su questo argomento fino alla fine della nostra esposizione e scartare, almeno per il momento, il pregiudizio secondo il quale noi possederemmo, con la narrazione della Passione, quella di un'avventura unica, originale, che non può essere compresa se non grazie ai commentari di cui la Chiesa l'ha ricolmata.

La croce

Per liberare il problema dal suo ambiente affettivo, andremo prima di tutto a collocarlo nel clima filosofico e religioso dell'epoca; soltanto in seguito esamineremo i principali dettagli della Passione.

CROCI E CROCIFISSIONI DIVERSE

Chi sospetta oggi che la parola «croce» o «crocifissione» potesse evocare idee diverse all'inizio della nostra era? Alcuni non pensavano che alla crocifissione romana, altri si ricordavano della crocifissione ebraica, per altri infine queste parole evocavano un sacrificio divino o un mito celeste. 

Non esisteva allora una parola speciale per indicare la croce considerata come strumento di tortura. La parola greca «stauros» poteva significare sia un palo, sia una croce, sia il luogo del sacrificio. Luciano si serve di questa parola parlando di Prometeo inchiodato sul Caucaso. 

Gli ebrei non avevano che la parola «legno» per indicare la croce; la parola «crux» si applicava tanto al legno dell'impalamento quanto alla forca dove venivano appesi i condannati; un poeta latino chiama «crux» la roccia alla quale era attaccata Andromeda. 

Nulla ci permette dunque di affermare a priori che Gesù fosse stato appeso, inchiodato o esposto su una croce nel senso che diamo a questa parola.

La croce era inoltre un emblema religioso, un oggetto e un segno simbolico ben prima dell'apparizione del cristianesimo.

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