sabato 7 marzo 2020

Il Cristo di Paolo



IL CRISTO DI PAOLO

Malgrado i ritocchi di cui i suoi testi furono vittime, si può dire che san Paolo non conosceva che il CRISTO mentre dopo di lui i vangeli glorificarono soprattutto GESÙ.

L'insieme delle epistole paoline rappresenta in lunghezza meno del quarto dei vangeli e degli Atti; ma Paolo utilizza l'espressione CRISTO da quattro a cinque volte più spesso; detto altrimenti, la frequenza dell'uso di CRISTO in Paolo è pressappoco venti volte superiore a quella dei vangeli e degli Atti messi assieme. L'uso di CRISTO senza articolo appartiene al linguaggio di Paolo, non a quello dei Sinottici.

Nelle epistole si trova CRISTO 117 volte, soprattutto in Romani, Corinzi, Galati e Filippesi, e IL CRISTO 88 volte, soprattutto in Efesini, Colossesi ed Ebrei (quest'ultima epistola non derivando da Paolo).

Nei vangeli, CRISTO non si trova che 6 volte in Marco, 11 volte in Luca, 10 volte in Matteo, 21 volte in Giovanni.

 Nell'Apocalisse, su quattro casi, l'articolo manca una volta. 

 Paolo è il solo a servirsi delle espressioni «in Cristo», «al Cristo», «nel Cristo», «con il Cristo», che testimoniano l'intimità tra l'apostolo e il suo eroe celeste; solo Paolo proclama «il vangelo di Cristo» o di Dio. Per contro, tra gli evangelisti, una certa confusione si manifesta nell'impiego della parola «vangelo» che diventa successivamente «il vangelo del Regno» poi i vangeli secondo Marco, o Matteo, o Luca, o Giovanni. Il vangelo unico del Cristo degli inizi lascia il posto ai quattro vangeli degli uomini.

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