martedì 17 marzo 2020

Conclusione



CONCLUSIONE

Dobbiamo concludere: i nostri testimoni romani sono in disaccordo sul Cristo e, di conseguenza, sui Cristiani.

Per Plinio nel 111, Cristo era una sorta di dio adorato in Bitinia. Per Tacito nel 116 circa si trattava di un ebreo condannato intorno all'anno 30 a Gerusalemme, ma Tacito afferma egualmente che non si è verificato nulla in Giudea sotto Tiberio. Per Svetonio, intorno al 120, gli ebrei furono espulsi da Roma tra il 41 e il 54 (il che è negato da Dione Cassio) a causa di agitazioni provocati da un personaggio di nome Chrestos sul quale non si sa nulla.

I nostri tre autori conoscevano un Chrestos ma ignorano Gesù. Le loro testimonianze contraddittorie vertono o su tre diversi Chrestos e ci sono inutili, oppure su uno solo e non sono ammissibili.

Anche se fossero autentici, questi testi sarebbero emersi tre generazioni dopo il Gesù Cristo cristiano; costituirebbero testimonianze indirette e tardive; richiedono le più esplicite riserve sul piano storico.

Questi fatti sono talmente deludenti che uno scrittore cattolico come Daniel-Rops si è visto obbligato a scrivere (in Jésus en son temps, pag. 11): «Ad attenersi ai soli documenti romani, non è rigorosamente dimostrabile che il Cristo sia davvero esistito».

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