martedì 11 febbraio 2020

La Favola di Gesù Cristo — «Paolo e la Gnosi»

(segue da qui)

Paolo e la Gnosi

Appare dunque molto istruttivo il fatto che le epistole paoline contengano numerosi riferimenti a delle tesi gnostiche. Si può concludere che Paolo, che ha dovuto conoscere ad Antiochia Nicola, Menandro e Satornilo, abbia subito la loro influenza? E per conseguenza che il cristianesimo di Antiochia derivi parzialmente dalla Gnosi siriana? 

Una lettura attenta delle epistole di Paolo ci permette di concludere delle evidenti influenze. Paolo impiega spesso un vocabolario gnostico. Il termine più impressionante è quello di Arconti: ci si ricordi che Paolo attribuisce agli Arconti il supplizio del suo Cristo; ma gli Arconti sono, nella Gnosi, i poteri malvagi, le creature di Ialdabaoth. Si può anche segnalare la «Sapienza di Dio, nascosta nel suo mistero, questa Sapienza nascosta, predestinata prima di tutti i secoli a nostra gloria». (1 Corinzi 2:7), che è la gnostica «Sophia» la condanna della carne e del sangue, indegna di possedere il regno di Dio (1 Corinzi 15:50), la distinzione tra l'anima e lo spirito, tra i  «carnali» e gli «pneumatici» (1 Corinzi 3:1). Ci vorrebbe tutto uno studio per rilevare, nelle epistole di Paolo, le allusioni o influenze gnostiche.

Sfortunatamente, un tale studio non sarebbe conclusivo, poiché sappiamo che le epistole di Paolo sono state rimaneggiate dapprima da Marcione, prima di essere rimaneggiate dalla Chiesa. Ora, le relazioni di Marcione con la Gnosi sono certe: ci si può quindi domandare se il vocabolario gnostico delle epistole provenga da Paolo stesso, o se vi sia stato introdotto da Marcione. Dato che la seconda ipotesi è plausibile, non si può concludere che Paolo sia stato uno gnostico. Ma è lecito pensare che abbia subito delle influenze, ed è abbastanza inquietante trovarlo, negli «Atti», compagno di Nicola ad Antiochia.

Nessun commento: