mercoledì 12 febbraio 2020

La Favola di Gesù Cristo — «La Gnosi e gli Esseni»

(segue da qui)

La Gnosi e gli Esseni

Resterebbero infine da determinare i rapporti della Gnosi pagana con gli Esseni: su questo punto, le nostre informazioni sono molto frammentarie. 

Sembra che, nei manoscritti scoperti a Qumran, si possano trovare con la Gnosi delle analogie caratteristiche. [7] Una tale influenza sarebbe evidentemente ancora più plausibile per la comunità di Damasco, ed eventualmente per gli Esseni di Antiochia, in pieno paese gnostico.

Tra le analogie sorprendenti, ci si concentrerà  specialmente sull'istruzione intorno ai due Spiriti, che figura nel Manuale di Disciplina di Qumran. Dupont-Sommer [8] vi rileva un'influenza della dottrina iraniana di Zoroastro, ma Zoroastro è anche all'origine della Gnosi. Il Manuale insegna un rigoroso dualismo: Dio ha posto per gli uomini due Spiriti: uno di luce e di verità, l'altro di perversione; dopo averli creati, egli mantiene tra loro pari equilibrio fino alla fine dei tempi. Ma questi Spiriti, se procedono da Dio, ne sono distinti come i primi Eoni della Gnosi, e il primo si avvicina molto alla Sapienza gnostica (Sophia). Ora, tra i doni che dispensa lo Spirito di Luce figura espressamente «la discrezione riguardante la verità dei misteri della conoscenza (Gnosi)». [9

Questa espressione sarebbe insufficiente per concludere che ci sono influenze profonde, ma sembra che si possa andare oltre. Autori come Alfaric [10] e Dupont-Sommer, [11] impiegano comunemente l'espressione: «Gnosi essena». Certo, gli Esseni rimangono nell'ambito del giudaismo, ma hanno subito, più ancora degli altri ebrei, l'impronta delle grandi correnti ellenistiche: «Questo impulso, questo stesso fervore li ha spinti a cercare e assorbire ciò che vi era allora nel mondo mistico pagano, di più elevato, di più nobile, di più conquistatore: l'Iran ha dato loro le più forti delle sue concezioni religiose; Alessandria ha versato in loro la lava ardente del rinascente pitagorismo». [12]

Tali rapporti erano già sentiti dagli antichi autori, poiché Ippolito, attribuendo alla setta un'antichità indubbiamente eccessiva e invertendo l'ordine del tempo, fa derivare dagli Esseni perfino la dottrina stessa di Pitagora; «Sono soprattutto Pitagora e gli Stoici d'Egitto che hanno ricevuto da loro mettendosi alla loro scuola». [13] Beninteso, per ciò che riguarda Pitagora, ammetteremo più probabilmente l'influenza opposta.

Quanto agli Stoici d'Egitto, la loro menzione può sembrare sorprendente, ma non dimentichiamo quella setta detta dei «Terapeuti», di cui parla Filone, [14] e che sono certamente Esseni. [15] Insediatisi in Egitto, presso il lago Mareotide, vi conducevano una vita molto simile a quella della comunità di Qumran. Filone ci dice anche che questi Terapeuti erano diffusi «ovunque nel mondo» (il che è senza dubbio esagerato), tra i greci come tra i barbari, ma soprattutto intorno ad Alessandria.

Ora, sembra che si debba riportare proprio alla setta dei Terapeuti uno scritto giudeo-alessandrino, deuterocanonico della Bibbia, che potrebbe risalire a circa il 30 A.E.C., [15] in ogni caso del I° secolo prima della nostra era: la «Sapienza di Salomone». «Il libro della Sapienza appare come l'opera di un ebreo alessandrino la cui filosofia religiosa si riconcilia con i sistemi in voga nella capitale dell'ellenismo. Prima di Filone, esso introdusse la cultura greca nella letteratura biblica». [16] Di questo scritto, Alfaric dice che testimonia «una certa conoscenza delle grandi scuole filosofiche, in particolare dello Stoicismo». [17

L'autore vi celebra la Sapienza divina, proprio come fanno gli gnostici, quella Sapienza (Sophia) che è «il Soffio della potenza di Dio, una pura emanazione della gloria dell'Onnipotente» (7:25). Questa personificazione della Sapienza si ritrova quindi sia tra gli Gnostici che in uno scritto esseno dell'Egitto. [18]

Da notare che la stessa opera fa il ritratto di un uomo giusto perseguitato, che «si dichiara figlio di Dio» (2:3), che «si vanta di avere Dio per padre» (2:16), ma che gli empi «condannano ad una morte ignominiosa» (2:20). Tuttavia, Dio glorificherà questo giusto, la cui vita era ritenuta follia (5:4), annoverandolo tra i santi (5:5). E gli empi dovranno riconoscere: «Abbiamo dunque deviato dal cammino della verità» (5:6). C'è bisogno di insistere sulle connessioni che si possono fare con il Maestro di Giustizia, e anche con il Cristo Gesù? 

Come si vede, la Gnosi, movimento spirituale dalle forme variegate ed imprecise, non è estranea alla dottrina essena. 

Inoltre, come non rimanere colpiti dalla facilità con la quale, nel secolo successivo, Gnostici come Marcione e Valentino saranno accolti in una comunità cristiana? Essi non avrebbero potuto esservi ammessi come «cristiani», se non fosse stata comune la confusione tra le due dottrine, tra i due culti. È a Roma soltanto che le opposizioni si concretizzeranno; ma prima di allora, gli Gnostici Marcione e Valentino erano «nella Chiesa», è contro di loro che emergerà un dogma contrario alla Gnosi; ma prima di allora, le distinzioni erano molto più confuse e il cristianesimo più accogliente nei confronti di tutte le concezioni di Gesù.

NOTE

[7] Si veda J. DORESSE: «Les livres secrets des Gnostiques d'Egypte», pag. 324 e seguenti: «les Gnostiques et les sectaires de Qumran».

[8] Nouveaux aperçus..., pag. 160.

[9] Si veda DUPONT-SOMMER, op. cit., pag. 163.

[10] Per esempio, Origines sociales du christianisme, pag. 18: «La setta samaritana dei Simoniani… professava una gnosi analoga a quella degli Esseni».

[11] Nouveaux aperçus..., pag. 173.

[12] DUPONT-SOMMER, op. cit., pag. 174.

[13] IPPOLITO: Elenchos 9:27.

[14] De vita contemplativa.

[15] DUPONT-SOMMER: Aperçus préliminaires..., pag. 120.

[16] Edouard DHORME: Introduction à a Bible, collection de la Plèiade, volume II, pag. 170.

[17] Origines sociales du christianisme, pag. 89. Ma l'autore della «Sapienza» conosceva anche l'epicureismo (2:2) che egli condanna.  

[18] Si veda anche Proverbi 8:12-31; Ecclesiastico 1:4-10.

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