venerdì 7 febbraio 2020

La Favola di Gesù Cristo — «Influenze gnostiche»

(segue da qui)

Influenze gnostiche

I rapporti del cristianesimo con la Gnosi, alle origini, sono lontani dall'essere chiariti.

La difficoltà principale deriva dal fatto che conosciamo soprattutto la Gnosi egiziana, più tardiva e derivata dalla fonte originaria. Ho già segnalato come lo gnostico Valentino, portatore del Vangelo di Basilide, era venuto a predicare a Roma intorno al 150-160: fu dapprima accolto dalla comunità romana, che non sembra essersi preoccupata all'inizio del fatto che egli abbia insegnato un Cristo che non aveva che l'apparenza umana e che non aveva subito il supplizio della croce (poiché un essere spirituale e divino non può soffrire i tormenti della carne). Il successo di Valentino presso un pubblico più colto ha indubbiamente preoccupato la comunità romana, composta per lo più da analfabeti: questa respinse il Cristo gnostico di Valentino per imporre, al suo posto, un essere di carne che piaceva di più al popolo. Valentino finì per essere espulso, come lo era stato Marcione. Ed è per reazione contro le concezioni gnostiche che si scrissero i vangeli, che insistevano sulla vita terrena di Gesù: quella leggenda era molto più accessibile alla folla piuttosto che il Logos gnostico.

Il Cristo di Valentino è una combinazione del Cristo gnostico e del Logos alessandrino. Ma, prima di emigrare ad Alessandria, dove si complicò, la Gnosi era esistita in Siria. Sfortunatamente, di questa Gnosi siriana, sappiamo poche cose. È probabilmente a essa che si ispirava Marcione, venuto dalla Siria, ed è il motivo per cui Marcione ci sembra aver professato una Gnosi semplificata: egli ignorava ancora le sottigliezze alessandrine.

In Siria, la Gnosi ci è rappresentata soprattutto da due personaggi: uno, Simone, detto lo stregone (o il mago), è probabilmente un mito, ma l'esistenza stessa di questo mito suppone dei «Simoniani»; l'altro è proprio reale, è Nicola.

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