Il sincretismo di Antiochia
Per riassumere, il Cristo predicato da Paolo in nome della comunità di Antiochia è già un mito complesso, molto distante dal giudaismo e profondamente intriso di ellenismo. È un dio «salvatore», probabilmente già assimilato al Messia Esseno, ma si ha probabilmente rivelato il suo nome di Gesù (Giosuè = Salvatore) necessario a questa assimilazione.
Questo Cristo Gesù resta un mito: se si parla della sua discesa sulla terra, non è che in una maniera simbolica, al modo degli Gnostici. E Marcione conosce ancora un testo di Paolo (oggi scomparso, evidentemente) che diceva: «Se egli fosse divenuto veramente uomo, egli avrebbe cessato di essere Dio». [5]
Probabilmente si doveva cominciare tuttavia a raccontare la sua morte, come si raccontava quella di Adone: attribuita agli Arconti, ancora nulla permette di pensare che la si sia datata. Quanto alla sua resurrezione, essa non poteva porre alcun problema, poiché, rimanendo un dio e non avendo assunto che un'apparenza umana, il Cristo non aveva potuto morire.
NOTE
[5] Citato da Crisostomo, Ad. Phil. 2:7.
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