domenica 2 febbraio 2020

La Favola di Gesù Cristo — «Il ruolo di Damasco»

(segue da qui)

3°) IL RUOLO DI DAMASCO

Quest'ultima fusione, come ho detto, mi sembra essersi realizzata a Damasco. Io abbandono qui il terreno solido dei fatti per quello delle ipotesi azzardate, ma in assenza di testi, occorre ben tentare di comprendere almeno come sarebbero potute andare le cose. L'essenziale è non prendere un'ipotesi, che una nuova scoperta può smentire, per una certezza. 

Con questa riserva, ho già spiegato le ragioni che permettono di situare nella comunità essena di Damasco, comunità dissidente della «Nuova Alleanza», il luogo d'incontro dell'essenismo e dei culti misterici e della rivelazione a Paolo di un Salvatore Gesù derivato da queste due fonti convergenti. Perciò, va ammesso che gli Esseni di Damasco, rifugiati da lungo tempo in un ambiente pagano, ne avrebbero subito un'influenza profonda. Ma potevano, in una città come Damasco, restare così isolati come nel deserto?

Io non ritornerò sugli argomenti ricavati dagli «Atti». Ma si può trascurare il fatto che Paolo si definisca lui stesso «Ministro della Nuova Alleanza» ? (2 Corinzi 3:6). 

Da Damasco ad Antiochia

Anche in quest'ipotesi, un anello ancora manca per chiudere la catena: come assicurare il legame tra Damasco e Antiochia? Questo problema non può attualmente avere una soluzione. Tutt'al più, si possono trattenere come plausibili:

— il fatto che la città di Damasco comportava, come quella di Antiochia, una comunità ebraica fortemente ellenizzata;

— il fatto che, in una città di medie dimensioni, questa comunità giudeo-ellenica e la comunità essena non hanno potuto ignorarsi, che delle relazioni inevitabili si stabilirono tra loro, — forse anche che alcune persone facevano parte di entrambe, come quell'anziano Anania, che bisognava andare a cercare fuori per condurlo nella «casa di Giuda», e che, benché un pio giudeo, ha proceduto nondimeno al battesimo di Paolo;

— infine, il fatto che delle relazioni esistevano egualmente tra le comunità giudeo-elleniche di Damasco e di Antiochia, relazioni probabili poiché le due città facevano parte di una stessa organizzazione politica. [13

Tutto questo è, ovviamente, ipotetico. Ma quello che sappiamo, è che Paolo, convertito e iniziato a Damasco, si ritrova ad Antiochia e fu (almeno all'inizio) mandato dalla comunità di Antiochia. Se l'esatta natura di queste relazioni ci sfugge, la loro esistenza è garantita da Paolo.

Noi ignoriamo se vi fossero Esseni ad Antiochia, e niente permette di assicurarlo prima del 70. Dopo la disfatta del 70, e durante l'esodo massiccio delle popolazioni di Palestina che seguì la vittoria romana, la grande città di Antiochia dovette costituire un polo di attrazione per gli esuli. Non sappiamo dove si rifugiò la comunità di Qumran, dopo aver abbandonato (nel corso della guerra del 67-70) i suoi manoscritti nelle giare delle grotte. Ma gli Esseni, già perseguitati dai Romani, come ci informa Giuseppe, avevano forti motivi per andarsene. Il fatto che Antiochia ne abbia accolti un certo numero, tra i profughi della Palestina, è possibile. Ma questo ci porta dopo il 70, vale a dire dopo la morte di Paolo. Per il periodo precedente, non ne sappiamo nulla: è un peccato che la Siria non abbia prodotto, per informarci, uno storico come Giuseppe.

Forse la comunità di Qumran è perita nella sua interezza, poiché non è mai tornata a raccogliere i suoi preziosi manoscritti. In questo caso, ciò avrebbe lasciato il campo aperto alla comunità dissidente di Damasco.

Torniamo a conclusioni più certe. È da Antiochia che è uscita la nuova religione, fatta di elementi abbastanza disparati; è in Siria che si è realizzata questa fusione, Gerusalemme non vi ha giocato alcun ruolo. Il Cristo di Paolo (convertito in Siria) è molto più vicino a tutti gli dèi Salvatori, che avevano tutte le loro sette di iniziati in Siria e specialmente ad Antiochia, che al Messia ebraico: esso non è che una delle espressioni dei culti ellenistici, tinta di ebraismo e di essenismo. Noi ignoriamo i dettagli della formazione di questo mito, ma sappiamo che non ha potuto nascere in Palestina; la sua culla, è la Siria, focolaio tradizionale del sincretismo.

NOTE

[13] Almeno fino alla presa di Damasco da parte del re Areta III, ma costui si sottomise a Pompeo, e Damasco era ancora in parte sotto il legato di Siria.

Nessun commento: