lunedì 9 dicembre 2019

La Favola di Gesù Cristo — «I culti misterici»

(segue da qui)

I culti misterici

A fianco dei culti ufficiali e delle divinità della mitologia, alle quali non si credeva quasi più, l'antichità ha conosciuto delle numerose sette di iniziati a culti segreti. Le origini di questi «misteri» sono molto diverse, ma la maggior parte vengono dall'Asia o dall'Egitto; hanno penetrato l'ambiente greco prima di invadere Roma. All'epoca che ci interessa, costituivano nel Mediterraneo orientale le autentiche religioni, poiché solo loro apportavano l'elemento mistico che mancava ai culti ufficiali.

Malgrado la diversità delle loro origini, questi culti segreti presentano tra loro delle profonde analogie: accade che le loro differenze si erano fuse in un miscuglio, chiamato «sincretismo», favorito dalle relazioni commerciali e culturali derivate dalla conquista di Alessandro. Nessun dubbio sul fatto che grandi città come Alessandria o Antiochia siano state dei luoghi favorevoli a questi riavvicinamenti, a questa unificazione; la situazione doveva essere essenzialmente la stessa a Damasco: la Siria è il campo dove convergono e si incontrano le influenze venute dall'Asia e dall'Egitto.

Era già così in un'epoca molto remota della storia: gli scavi di Ras Shamra (che è probabilmente l'antica Ugarit) hanno rivelato l'esistenza in questo luogo, intorno al 1400 A.E.C., di un raduno religioso in cui si onoravano una cinquantina di divinità diverse (babilonesi, ittite, fenicie, egiziane), menzionate in tavolette scritte in otto lingue, di cui tre ci sono ancora sconosciute. Ras Shamra, sulla costa, non è molto lontana dalla futura Antiochia. Se questa regione era già un tale luogo di incontro, al tempo in cui Mosè è creduto aver portato dall'Egitto i dieci comandamenti, si può immaginare quel che potè divenire dopo la grande mescolanza dell'impero di Alessandro. Luogo di incontro degli uomini, la Siria fu anche luogo d'incontro dei sacerdoti e dei loro culti: è là che il dio siriano Adone si lega con Attis (frigio), con Mitra (iraniano), con Iside e Osiride venuti dall'Egitto.

Da qui le numerose assimilazioni, di cui abbiamo varie prove. Mi limiterò a menzionare il monumento che il re Antioco I (che fu l'alleato di Pompeo) fece edificare nel 61 A.E.C. sul monte Nemrud Dagh, nel suo regno di Commagene (oggi in Turchia): tra le gigantesche statue decapitate che sussistono ancora, una rappresenta il dio solare chiamato Apollo-Mitra-Elios-Ermes; un'altra, quella di un dio che brandisce il fulmine, è indifferentemente qualificato Zeus o Ahura Mazda. [5] Ora, il regno di Commagene, è l'antica Cilicia con la città di Tarso, patria dell'apostolo Paolo.

NOTE

[5] Si veda Pauline BENTLEY: «Nemrud Dagh», Courrier de l'UNESCO, febbraio 1962.

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