domenica 10 novembre 2019

La Favola di Gesù Cristo — «Il simbolismo della croce»

(segue da qui)

Il simbolismo della croce

Contrariamente ad un'opinione oggi troppo creduta, la croce non è un simbolo di origine cristiana e non è stata, per molto tempo, un simbolo utilizzato dai cristiani. Apparve nelle catacombe solo nel V° secolo; il crocifisso risale al VII° secolo. Intorno all'anno 200, Clemente d'Alessandria, enumerando i simboli cristiani, segnala il pesce, la colomba, la barca, ma non parla della croce.

Per contro, ci sono delle croci al di fuori del cristianesimo e ben prima di esso: si trovano nell'India e anche tra i popoli precolombiani dell'America. Ma soprattutto, si trova la croce in Platone, dove rappresenta il mediatore tra Dio e il mondo, altrimenti detto il Logos; sembra proprio che tra i numerosi contributi di Platone al cristianesimo, figuri il simbolismo della croce.

Intorno al tempo in cui sono scritti i vangeli, Giustino rileva questa analogia: «Platone disse del Figlio di Dio che egli è stato esteso nell'universo sotto la forma di una X..., egli non ha visto che questo segno era una croce». [8] Platone lo ha ben visto, poiché la sua croce simboleggia i quattro punti cardinali. Il cristianesimo riprenderà quell'idea: secondo Ireneo, questa è la ragione per cui non vi possono esserci che quattro vangeli!

Per gli Gnostici, il Logos è situato al centro di una croce che rappresenta il mondo e i quattro punti cardinali. Vi è là tutta una cosmogonia simbolica, che Paolo sembra conoscere bene. È inoltre molto probabile che la croce sia stata utilizzata in tal senso come simbolo nei culti segreti (conosciuti da Paolo): ora, noi vedremo che i culti misterici hanno giocato un ruolo importante nel mito del Cristo. Per il seguito, sembra che due nozioni si siano fuse: un simbolismo gnostico della croce (il Logos al centro dei quattro punti cardinali) e l'idea di un sacrificio redentivo. Ma la seconda è molto posteriore al primo, che appare solo alle origini cristiane.

È un fatto molto significativo che i primi cristiani non avevano considerato la croce come il simbolo di un fatto storico, di una passione, ma al contrario come un simbolo cosmico. Perfino degli autori cattolici, come padre Daniélou, devono ora convenire: «Può essere considerato come certo che il segno della croce con cui erano marcati i primi cristiani designava per loro il nome del Signore, vale a dire il Verbo (Logos)...  Il segno della croce è apparso all'origine, non come un'allusione alla Passione del Cristo, ma come una designazione della sua gloria divina». [9]

È molto probabilmente la croce gnostica che si trova al centro del famoso «quadrato magico», [10], che ha fatto scorrere così tanto inchiostro. Malgrado l'opinione di Carcopino, [11] è impossibile vedervi un'iscrizione cristiana, poiché la si è ritrovata a Pompei: è quindi anteriore al 79, e non vi erano dei cristiani a Pompei, ancor meno dei cristiani di lingua latina. Se la croce rappresentata dalla parola centrale «tenet» non risulta, come hanno sostenuto Couchoud e Audin, [12] dal solo meccanismo della formula, che implica una parola centrale che si interseca con sé stessa, essa sarebbe ben lontana dal farci pensare al cristianesimo: la croce è divenuta ben più tardi un simbolo cristiano. Quanto alle parole «pater noster» che si ha voluto ricostruire con le lettere del quadrato (lasciando cadere due A e due O di troppo), se non risultano da una pura immaginazione, potrebbero indirizzarci, come io ho suggerito, [13] verso il culto di Attis: venerato al tempo dell'imperatore Claudio, sotto il titolo di «Pappas» (padre), Attis presiedeva al movimento delle stelle.

La traduzione ha dato luogo a delle soluzioni ingegnose. «Sator» (il seminatore) può anche significare «padre», e «rotas» è senza dubbio un genitivo arcaico. [14] Ho proposto, a titolo di semplice ipotesi: «Il seminatore (o padre) Attis governa l'opera della rotazione», trascurando «arepo» il cui significato è sconosciuto, e che non è una parola latina. [15]

In seguito, il quadrato fu utilizzato per dei fini diversi. Ma sarebbe un anacronismo cercarvi la prima rappresentazione della croce di Gesù: nel 79, il simbolo della croce era utilizzato solo da delle sette pagane.

NOTE

[8] Apologia 60:5.

[9] R. P. DANIÉLOU, La Table ronde, dicembre 1957.

[10] Il quadrato è formato da cinque parole, che si possono leggere indifferentemente in tutte le direzioni. Lo si trova sotto queste due forme:


[11] «Etudes d'histoire chrétienne», Albin Michel (1953).

[12] «Le carré magique» (Latomus, Bruxelles, 1958). Si veda Bulletin du Cercle E. Renan, marzo 1959.

[13] Si veda la mia nota presso il Bulletin du Cercle E. Renan di aprile 1964: «Interprétations du carré magique».

[14] In questo senso: GROZET: «Credo secret antique dans un carré magique», Lettres d'humanité 1960 (Ass. Guillaume Budé).

[15] Non si è nemmeno sicuri che la parola abbia un significato: si tratta ovviamente di una formula mnemonica. Con un sacco di immaginazione, Crozet (op. cit.) l'ha tagliata in tre: A-REP-O e tradotto: a reparatione optima!

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