lunedì 2 settembre 2019

La Favola di Gesù Cristo — «Svetonio»

(segue da qui)

Svetonio

Nella sua biografia dell'imperatore Claudio, [2] Svetonio assicura che all'inizio del suo regno (41) egli cacciò da Roma gli ebrei che «vi causavano perpetui disordini, spinti dall'agitatore Chrestus» (impulsore Chresto). [3]

Occorre che i cristiani siano proprio a corto d'argomenti per rivendicare questo testo, che tenderebbe a farli passare, alle origini, per dei pericolosi agitatori. Non è affatto vero, e questo testo non riguarda il Cristo. Vi è una grande differenza tra «Christos» (unto, dunque Messia) e «Chrestos», che può tradursi come «il buono» oppure «il migliore». Svetonio non rischiava di confondere, come lo si farà astutamente da allora in poi.

Il nome di Chrestos (Il buono) era molto comune, lo si è notato su molte iscrizioni estranee al cristianesimo. [4] Non sappiamo nulla del piccolo agitatore Chrestos, che dovette vivere a Roma quando Claudio, succedendo a Caligola, vi represse i disordini del regno precedente, e in particolare la disputa ebraica nella quale erano stato immischiati Agrippa (nipote di Erode) e Filone di Alessandria. Ma è un affare puramente ebraico, e senza dubbio di poca importanza, dal momento che venendo a Roma l'anno prima (40), Filone non vi ha notato uno di nome Chrestos o Chrestus.

Non si è nemmeno sicuri se Claudio avesse cacciato gli ebrei, poichè Dione Cassio contraddice Svetonio: «I Giudei erano nuovamente diventati cosi numerosi che a causa della loro moltitudine sarebbe stato difficile allontanarli dalla città senza che ne nascesse un tumulto, e perciò Claudio non li espulse, ma ingiunse loro, pur permettendo che vivessero secondo il tradizionale stile di vita, di non riunirsi» (Libro 60). Ammettiamo che ne abbia cacciati alcuni: tra di loro non vi figurava alcun cristiano, poichè non vi erano ancora dei cristiani a Roma nel 41, non più di quanti ve ne fossero a Pompei nel 79.

Ma si vorrebbe che il Cresto di Svetonio sia il Cristo, contro il significato del testo? O egli è a Roma nel 41 per agitarvi gli ebrei, quindi non è morto sotto Tiberio. Oppure Svetonio non ha capito nulla, e ha voluto parlare di un Cristo celeste, il cui solo nome sarebbe bastato a provocare dei disordini tra gli ebrei: questo non è ancora il «pacifico» Cristo dei vangeli, non è che il Messia atteso dagli ebrei per portare loro il dominio del mondo, quello che ritroveremo nell'Apocalisse, — ancora un puro mito! Fondare sul testo di Svetonio una vita di Gesù è un controsenso e un brutto scherzo.

NOTE

[2] Vita dei dodici Cesari, Claudio, 25.

[3] Traduzione P. Klossowski, Club francese del Libro.

[4] Nel 222 Ulpiano, Prefetto del pretorio, aveva un assistente di nome Chrestus. Alcuni vescovi hanno portato questo nome.

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