martedì 1 ottobre 2019

La Favola di Gesù Cristo — «La sorte delle epistole»

(segue da qui)

La sorte delle epistole

Quando Marcione fu espulso dalla Chiesa romana nel 144, la sua edizione delle epistole fu seriamente «riveduta e corretta», e si approfittò dell'occasione, non solo per far condannare da Paolo la tesi di Marcione, ma anche per fargli sostenere delle idee nuove.

Il testo che conosciamo è dunque il prodotto di tre strati successivi (almeno): 

— ciò che sopravvive del testo originale, se si ammette che ne resta qualcosa;

— i ritocchi di Marcione che la Chiesa non ha corretto (ciò di cui si rammarica molto oggi);

— infine le numerose correzioni e aggiunte della Chiesa: queste, che sono le più numerose, sono ben stabilite, — non solo per quanto riguarda l'aggiunta di quattro epistole complementari che si fecero passare sotto il nome di Paolo, ma anche per delle interpolazioni che falsificano il significato delle prime dieci.

«Le interpolazioni cattoliche delle lettere di San Paolo sono certe ed evidenti; distorcono in una maniera stravagante l'aspetto del paolinismo». [7]

La determinazione di quei tre strati è spesso delicata, ma siamo ben obbligati a procedere, in particolare a rimuovere tutto ciò che è esplicitamente diretto contro le concezioni di Marcione o degli gnostici: quelle controversie del II° secolo erano sconosciute al tempo di Paolo.

Dobbiamo quindi fare una scelta, ma questo lavoro oltrepassa l'ambito della mia dimostrazione. Per prudenza, io escluderò solo le interpolazioni ovvie, manterrò il più possibile i testi attribuiti a Paolo, persuaso però che questo ancora equivale a fargli dire un sacco di cose che lo avrebbero sorpreso.

NOTE

[7] G. ORY: «Interpolations du Nouveau Testament; les Epîtres», Cahier du Cercle E. Renan, 4° trim. 1960.

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