sabato 10 agosto 2019

La Favola di Gesù Cristo — «Posizione dell'autore»

(segue da qui)

Posizione dell'autore

Io non ho, in ciò che concerne il problema di Gesù, alcuna passione. Ho creduto alla sua divinità nella mia giovinezza; poi ho creduto a lungo che fosse un uomo, proprio come Renan, Loisy o Guignebert, i cui argomenti mi erano apparsi seri, fino a quando non ho scoperto la loro debolezza. Ho dunque percorso l'intero ciclo e sono nella posizione migliore per comprendere la psicologia del credente, quella del non credente ancora prigioniero di ciò che gli è stato insegnato.

Al primo non ho nulla da dire, se non che la sua fede non prende atto della ricerca storica. Ma al secondo, io posso dimostrare che si sbaglia, e la correzione di questo errore, sia pure molto diffuso, mi sembra meritare di considerazione.

Ma io spero anche che questo libro fornisca ad alcuni razionalisti gli argomenti di cui spesso mancano per sostenere la loro convinzione. La propaganda della Chiesa è così ben orchestrata che riesce a toccare perfino i suoi avversari; le sue leggende sono così ampiamente diffuse che la mangiatoia, l'asino e il bue, l'ultimo pasto di Gesù, il tradimento di Giuda, la morte sulla croce sembrano dei fatti storici ben consolidati. Tutt'al più si consente di rifiutare i miracoli, la stella di Betlemme e la resurrezione, in quanto troppo improbabili. Ma non si tratta di verosimiglianza; una leggenda verosimile può essere falsa, come quella di Guglielmo Tell. Comprendo tanto meglio la posizione di coloro che ammettono l'esistenza umana di Gesù, quanto più ho dovuto io stesso passare degli anni a esaminare le fondamenta di questa opinione: essi sono influenzati da affermazioni tanto più impressionanti quanto più sono ripetute da sedici secoli. E non conoscono gli argomenti che si possono opporre loro. Ecco perché io credo che sia utile dare loro gli elementi della discussione.

Ma è necessario che essi desiderino informarsi obiettivamente.

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