lunedì 12 agosto 2019

La Favola di Gesù Cristo — «La Ragione»

(segue da qui)

La Ragione

Intendo, in effetti, fare appello alla vostra ragione e non imporvi una nuova dottrina.

Che Gesù sia esistito o no, è un fatto, questo non è un dogma. Un fatto storico si prova tramite i testi: nessuno può dire a priori se sia esatto o meno.

Ammettere l'esistenza di Gesù non è affatto contrario alla ragione: nulla contraddice la possibilità dell'esistenza di un fondatore della religione. Noi sppiamo che parecchie religioni sono state istituite da degli uomini la cui esistenza è ben stabilita, come Maometto, Lutero, il padre Antonio o il Cristo di Montfavet. Ciò pone un problema molto diverso: quello della presa che questi uomini sono riusciti a esercitare su certi spiriti, avidi di miracoli o del soprannaturale; ma la loro esistenza è esente da ogni discussione.

In altri casi, noi non sappiamo affatto come sia nata la leggenda, ma ammettiamo la possibilità che si basi sull'esistenza di un uomo, divinizzato dopo la sua morte. Tale è il caso del Buddha, di Ercole. L'esistenza di Mosè è incerta ma possibile.

Infine, in un gran numero di altri casi, vediamo che il mito ha preceduto l'umanizzazione dell'eroe: si è prestata a Osiride, ad Adone, a Mitra, ad Attis, a Dioniso, un'esistenza terrestre, sebbene nulla supporti questi fatti; al contrario, vediamo che, in questi culti, il ​​rito è anteriore alla leggenda, da cui noi concludiamo logicamente che si è creata la leggenda per spiegare il rito.

Ora, numerosi fedeli hanno creduto all'esistenza terrena, alla morte e alla resurrezione di Osiride, di Adone, di Attis o di Mitra. Dato che questi culti sono estinti, nessuno ne difende più la leggenda, che si basava su un dogma e non su un fatto. Ma si avrebbe oltraggiato i credenti di queste religioni negando l'esistenza reale del loro dio incarnato.

Razionalmente, nel caso di Gesù, nulla permette di propendere per una soluzione piuttosto che per l'altra. L'educazione e l'abitudine sole ci fanno paragonare Gesù a  fondatori reali, ma vi si deve guardare più da vicino.

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