mercoledì 15 ottobre 2025

Gerard Bolland: IL VANGELO — Un ‘rinnovato’ tentativo di indicare l’origine del cristianesimo 1:7

 (segue da qui)


Così, lontano dalla terra giudaica e probabilmente a Roma, attorno all’anno 125 della nostra era, prese forma una versione più o meno “umanizzata” della leggenda di Giosuè. Che il mosaico Giosuè, Jesua o Gesù trovi la sua verità e compimento nel Gesù evangelico è ciò che afferma, verso il 135 a Efeso, il quarto dei nostri evangelisti (Giovanni 5:46), dove mette in bocca a Gesù queste parole: “Se credeste a Mosè, credereste anche a me, poiché egli ha scritto di me. “Da ciò si comprende” — commentano i traduttori della Statenbijbel a proposito di Atti 7:45 — “che i nomi Giosuè e Gesù sono in realtà un solo e medesimo nome”. Gesù infatti è la forma ellenistica dell’aramaico-ebraico Jēshū‘, a sua volta un’abbreviazione di Jēshūa‘ o Jesua, che si incontra in 1 Cronache 24:11, 2 Cronache 31:15 e Neemia 8:17 come forma tardo-palestinese sostitutiva di Jehōshūa‘ o Giosuè. Con tali considerazioni a mente, si legga allora anche quanto riferisce, tra gli altri, Aristide di Atene in un’apologia rivolta all’imperatore Tito Elio Adriano (Eus. Hist. Eccl. 4,3,3) Antonino Pio (138–161): “I Cristiani fanno risalire la loro stirpe al Signore Iēsoûs Christós. Costui è confessato come il Figlio di Dio Altissimo, disceso dal cielo per la salvezza degli uomini; da una vergine ha assunto la carne ed è apparso tra gli uomini per chiamarli a sé, distogliendoli dal loro politeismo. E, dopo aver compiuto la sua opera mirabile, è morto su una croce di propria volontà, in conformità a un grande disegno; al terzo giorno è tornato alla vita ed è asceso ai cieli. Il modo della sua venuta, o principe, potrai conoscerlo, quando se ne presenti l’occasione, dallo scritto che presso di loro è chiamato ‘il Vangelo’ (cfr. Luc. Asin. 26; Marco 1:15; Didaché 15:3; 1 Corinzi 15:1; 2 Clemente 8:5, ecc.). Egli ebbe dodici discepoli (cfr. Matteo 28:16 con l’Ev. di Pietro v. 59; Epifanio 30:13; 1 Corinzi 15:5; Clemente Alessandrino, Strom. 6:6; Barnaba 8:3), i quali, dopo la sua ascensione al cielo, uscirono verso le regioni della terra per annunciare la sua grandezza. Per questo motivo coloro che ancora oggi si impegnano a favore della giustizia da lui predicata sono chiamati Cristiani”. — “Così custodite anche voi” — così, in un’omelia alessandrina, il narratore palestinese affermava quasi di persona — “l’insegnamento santo e giusto che noi vi trasmettiamo, onorando Dio in modo nuovo attraverso il Christos. Infatti, troviamo nelle Scritture che il Signore dice: Ecco, io vi do una nuova alleanza, non come quella che ho concluso con i vostri padri sul monte Oreb. Una nuova (alleanza) egli vi ha dato, perché quelle dei Greci e dei Giudei sono invecchiate; voi invece, che lo adorate in modo nuovo come un terzo genere (di umanità), siete Cristiani” (Predicazione di Pietro, in Clemente Alessandrino, Strom. 6:5).

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