(segue da qui)
Accordo e Differenza.
L'unica ipotesi che spiega in modo soddisfacente la particolare concordanza di stile dell'intera raccolta e, allo stesso tempo, le differenze non solo tra un'Epistola e l'altra, ma tra le diverse parti della stessa Epistola, è quella che è stata esposta: ossia che nessuna fu scritta dall'Apostolo Paolo, ma che tutte provennero da una cerchia o “scuola”. Supporre una genuina base paolina non è di alcun aiuto e non è necessario, come è dimostrato dai casi delle Epistole attribuite a Pietro, a Giacomo, a Giovanni, a Ignazio e ad altri. [1] E i critici che mantengono che ci sia una siffatta base non sono in grado di concordare nemmeno approssimativamente nelle loro affermazioni sulla sua portata.
NOTE
[1] Naturalmente, i critici che concordano nel respingerle non ritengono necessario supporre che dei frammenti fossero stati scritti dai presunti autori. La forma epistolare come finzione letteraria, osserva Van Manen (Oudchristelijke Letterkunde, pag. 30-31), non aveva bisogno di essere inventata dagli scrittori cristiani, poiché essa era già apparsa tra ebrei, greci e romani. La composizione edificante in forma di lettera è, però, un fenomeno peculiarmente cristiano. Nella categoria generale egli colloca le Epistole di Clemente ai Corinzi e di Policarpo ai Filippesi, e i racconti del martirio di Policarpo e dei martiri di Vienna e Lione.
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