giovedì 18 agosto 2022

IL DOCUMENTO 70


Senza la guerra, gli esseri umani stagnano nella comodità e nel benessere e perdono la capacità di pensieri e sentimenti grandi, diventano cinici e precipitano nella barbarie.

(Fëodor Dostoevskij, 1821-1881) 

Se si considera così la passione del Messia alle sue origini come un simbolo che concretizza la disfatta della nazione ebraica, si scartano di colpo una serie di difficoltà sollevate dall'interpretazione storica del racconto della passione. Come può Gesù, sebbene condannato dagli ebrei, subire il supplizio romano della croce?

(Robert Stahl)


Il Dio di Coincidenza   

Può qualcuno negare che  

Una cosa dopo l'altra  

In sequenza e logica  

Mai vista prima   

Non può essere che la  

Interferenza di un Dio  

Determinata a provare che   

Ognuno che pretende  

Di conoscere ora  

Una cospirazione è   

Demente? 

(Kent Murphy)

Una volta ho pensato a quanti libri è necessario scrivere per assicurarsi un posto tra i grandi miticisti, per diventare un autore che verrà letto in un blog come questo e i cui libri circoleranno nel prossimo futuro, man mano che ad un numero sempre maggiore di persone sarà chiaro come il giorno che Gesù non è mai esistito storicamente.

Secondo me, il numero di libri necessari per raggiungere tale condizione è uno. Per verificare questa affermazione, non abbiamo che da leggere l'articolo apparso in una rivista accademica a cura di Robert Stahl e Paul Louis Couchoud, Gesù Barabba. Nella storia della ricerca scientifica miticista, lasciare quest'unico segno potrebbe essere l'inizio e la fine del contributo di un autore. Potrebbe anche servire da pietra miliare o da bussola per i lavori successivi di uno studioso.

A questi libri potremmo aggiungere Il Documento 70 di Robert Stahl.

Una semplice occhiata all'introduzione accende una nuova comprensione di antichissimi testi al pari di coloro che hanno familiarizzato con Gesù Barabba o con I Mandei e le origini cristiane, il punto focale ma non necessariamente il sunto della sua fama, risvegliando giustamente un piacevole senso di aspettativa all'idea di leggere Il Documento 70.

La ricerca condotta sotto l'ipotesi del mito di Gesù è circoscritta come nessun'altra. Il meglio di ciò che contiene non si allontana dalla sua orbita, e forse non può farlo, senza risultare diluito, o venirne espulso. All'interno di quest'orbita, il libro di Stahl, nella traduzione italiana che qui propongo, potrebbe esser visto come meravigliosamente circoscritto. Chi lo legge potrebbe persino trovare in questa analisi miticista la nostra analisi, difficile da immaginare senza di essa. Chi non lo ha ancora letto è naturalmente il benvenuto e senza dubbio sarà grato alle peregrinazioni che hanno guidato i suoi passi fino alla soglia di Robert Stahl, Il Documento 70


IL DOCUMENTO 70 

ROBERT STAHL

Il Documento 70

Il libretto che si leggerà non è solo l'esposizione di una tesi; è anche in un certo senso una confessione. L'ordine degli argomenti riflette l'evoluzione del mio pensiero, con le sue tappe successive: interpretazione mitologica dell'Apocalisse; analisi filologica dell'Apocalisse; ricostruzione del Documento 70; dubbi quanto alla priorità dei sinottici su Giovanni; gli Atti e le Epistole; conferma della priorità di Giovanni; i sinottici.

Quell'ordine degli argomenti ha un inconveniente: il documento 70 vi appare come la base del sistema, e quella base, per quanto solida sia, può sembrare un po' stretta. Sarebbe stato preferibile, per i bisogni della dimostrazione, adottare un metodo logico più rigoroso, per esempio il metodo cronologico regressivo: dimostrare, per mezzo di un'analisi minuziosa dei testi, che Marco e Matteo presuppongono Luca, che Luca presuppone Giovanni, che Giovanni presuppone l'Apocalisse e il documento 70. Quest'ultimo apparirebbe allora non più come la base del sistema, ma come la sua chiave di volta, verso la quale convergerebbero tutte le linee dell'edificio. La forza dimostrativa dell'esposizione ne sarebbe certamente accresciuta.

Tuttavia, mi è sembrato che non fosse privo di interesse condurre il lettore per lo stesso cammino che ho seguito io stesso, con le sue svolte, le sue anticipazioni a volte premature, le sue ricadute per trovare la conferma di un fatto fino ad allora soltanto supposto a titolo d'ipotesi. Non si è sempre liberi, nell'esplorazione dell'ignoto, di applicare metodi strettamente matematici; si deve talvolta procedere per tentativi ed errori.

Domanderei quindi al lettore di voler ben consentire a seguirmi, in quel metodo, e di ammettere provvisoriamente, a titolo d'ipotesi, i fatti la cui dimostrazione non gli sembrerebbe assolutamente sufficiente; oso sperare che la logica e la coerenza delle conseguenze che sarà possibile dedurne gli confermeranno infine che non abbiamo costruito sulla sabbia, e che se non possedessimo il documento 70, saremmo costretti, dalla catena dei fatti, a supporre qualcosa di analogo per colmare il vuoto che separerebbe allora il messianismo ebraico dal messianismo cristiano.

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