martedì 19 aprile 2022

LA PRIMA GENERAZIONE CRISTIANALA PASSIONE DEL DIO

 (segue da qui)


LA PASSIONE DEL DIO

Cosa è accaduto del sacrificio del dio nel corso dei secoli che vanno dai tempi preistorici all'epoca romana imperiale? 

Mi si perdonerà di riassumere in poche pagine una materia che comporta immense ricerche e immense incertezze. Nelle religioni ufficiali dell'antichità, altrettanto bene in Egitto come in Caldea, in Israele come tra gli altri Semiti mediterranei, in Asia Minore come in Grecia e in Italia, il sacrificio del dio è puramente e semplicemente scomparso. Si offrono agli dèi le vittime in sacrificio; da nessuna parte gli dèi sono le vittime che si sacrificano. Lungi dal morire e dal risorgere, gli dèi sono stati promossi al rango di Immortali; spingendo fino all'estremo limite l'evoluzione, il dio ebreo si definisce lui stesso l'Eterno.

Il sacrificio del dio si mantiene, al contrario, più o meno adulterato, più o meno mascherato, nei culti agrari, in un certo numero di feste popolari e nelle religioni misteriche.

Sui culti agrari, si ricaveranno tutte le informazioni pittoresche che si vorranno in lungo e in largo dal celebre Ramo d'oro di Frazer.

In diverse feste popolari come i Saturnalia in Italia, i Cronia in Grecia e le Sacee a Babilonia, gli studiosi hanno scorto, già alla fine del secolo scorso, resti di sacrifici umani che rappresentano i sacrifici di dèi. [1]

Ma all'epoca del pre-cristianesimo l'antica religione di Gesù non è più un culto agrario; non si possono neppure assimilarne le cerimonie alle feste popolari del tipo Saturnalia, benché, in tutta evidenza, ne contengono alcuni elementi, come vedremo più tardi. Essa è, per definizione, una religione misterica, ed è soprattutto in quanto religione misterica che ha conservato il sacrificio del dio.

Per «religione misterica» gli studiosi sono pressappoco unanimi nell'intendere certe religioni preistoriche che, dopo aver passato per la fase agraria e dopo essersi oscuramente mantenute, sono riemerse più tardi ai margini delle religioni ufficiali, talvolta ignorate da queste ultime, talvolta proibite, talvolta requisite, talvolta semplicemente tollerate.

Cito dal signor Paul Foucart un primo esempio.

«Secondo l'opinione che pare aver prevalso», scriveva qualche anno fa per combatterla, [2] «Demetra (la dea dei misteri di Eleusi) è una dea pelasgica, [3] vale a dire nata sul suolo della Grecia presso le più antiche popolazioni che occuparono la penisola; i misteri non sarebbero altro che l'antica religione proscritta dai conquistatori che asservirono i Pelasgi, ma conservata nel segreto dai discendenti dei vinti».

Tale, anche in Grecia, la religione di Dioniso.

Tale, in Cappadocia, la religione della Grande Madre, divenuta all'epoca greco-romana i Misteri della Grande Madre e di Attis.

Tale ancora, arrivata dalla Persia, la religione di Mitra. 

Tale infine, e questa è la nostra tesi, la religione di Gesù in Palestina... E, per un felice caso, non ho qui che da ripetere parola per parola, cambiando solo i nomi, le frasi del signor Foucart... Gesù è un dio cananeo (se non pre-cananeo) nato sul suolo della Palestina tra le più antiche popolazioni che occuparono quella regione; la religione di Gesù non sarebbe altro che l'antica religione proscritta dai conquistatori che asservirono i Cananei, ma conservata nel segreto da alcuni dei discendenti dei vinti...

A partire dal momento in cui queste religioni passano al rango di religioni vinte, o perlomeno di religioni umiliate, comincia per loro una lunga esistenza oscura. In un'importante opera sulla quale avremo presto da ritornare, il signor Louis Gernet ha potuto recentemente [4] parlare dell'«eclissi» che i culti ctonici (ai quali si collegano i misteri greci) subirono in seno alla civiltà aristocratica di cui i poemi omerici sono il riflesso. Così, in Palestina, l'antica religione di Gesù fu respinta nell'ombra quando, al seguito della conquista davidica, la religione di Jahvé estese il suo dominio. [5]

Su tutto quel periodo i documenti mancano quasi totalmente, e non si può minimamente congetturare altra cosa se non la persistenza dei riti e la minimizzazione del loro significato che caratterizza ogni culto troppo a lungo oppresso. Sembra possibile, per contro, determinare in quale senso queste religioni si sono evolute, constatando ciò che erano diventate il giorno in cui sono risalite alla superficie. Prendiamo per esempio la religione di Dioniso.

In epoche pre-elleniche, Dioniso è, sotto il nome di Zagreo, un dio sacrificato e mangiato dai suoi fedeli secondo i riti della comunione teofagica. [6] I secoli passano; e quando lo vediamo riapparire, Dioniso è restato un dio messo a morte e che resuscita, ma non è più un dio immolato sacrificalmente. 

I lettori non specialisti ci comprenderanno senza difficoltà. All'origine, il dio è messo a morte in quanto vittima sacrificale dai suoi fedeli stessi; nella nuova fase, egli è messo a morte dai nemici che hanno voluto la sua perdita; non vi è più un'immolazione rituale; vi è solo un crimine commesso... Una sera, sotto un bel chiaro di luna, forse in una notte senza luna, è capitato al dio di essere assassinato... Il sacrificio del dio è divenuto la «passione» del dio.

Noi discerniamo la causa di quella evoluzione nel movimento che conduce le civiltà dall'irrazionale verso il razionale. Con le civiltà che le circondano, le religioni si razionalizzano, oh! senza fretta... Che un dio sia messo a morte dai suoi nemici, la cosa non è evidentemente molto razionale, ma è certamente meno irrazionale del sacrificio primitivo e della teofagia. La necessità di quella evoluzione sarà, in ogni caso, abbastanza potente perché il risultato resista al ritorno del misticismo, vale a dire dell'irrazionalità, che caratterizzerà il risveglio di queste antiche religioni. Vogliamo dire che, quando questo risveglio si produrrà e con qualunque effervescenza si accompagna, il dio resterà un dio messo a morte dai malvagi e non ridiventerà un dio immolato dai suoi fedeli.

Sotto il nome di Zagreo, Dioniso è ora smembrato dai Titani. Invece di essere immolato ritualmente, Osiride è assassinato da suo fratello. In Siria, Adone è ucciso in quello che si potrebbe definire un incidente di caccia. In Anatolia, Attis soccombe in un'avventura equivoca dove si ritrovano le tracce del sacrificio cultuale primitivo.

Il signor Alfred Loisy ha perfettamente definito il viaggio: [7] un sacrificio del dio che diventa un crimine contro la sua persona. È deplorevole che il maestro non abbia acconsentito a domandarsi se questo viaggio non fosse quello stesso che ha seguito Gesù.

Soltanto, il viaggio seguito da Gesù doveva comportare due tappe: dapprima, il crimine dei demoni; in seguito, molto più tardi, il crimine dei soldati di Pilato.

Per quanto riguarda le religioni di Dioniso, di Osiride, di Adone, di Attis, non allontanandoci minimamente dalle tesi generalmente accettate, ci è sufficiente riassumerle. Per quanto riguarda l'antica religione di Gesù, al contrario, andando contro le idee ricevute, noi siamo obbligati a fornire le nostre prove. Riservando quella dimostrazione per un prossimo volume, crediamo però utile informare sin d'ora i nostri lettori che il punto di partenza di quella dimostrazione (che sosterremo con diversi testi dell'Antico e del Nuovo Testamento) è il verso 8 del secondo capitolo della prima epistola ai Corinti, dove San Paolo riporta che Gesù è stato crocifisso dai demoni e (cosa che è di grande importanza) presenta la cosa come un fatto conosciuto e ammesso dal gruppo di cui fa parte, e non come una novità introdotta da poco.

Come Dioniso, Osiride, Attis, Adone e tanti altri, Gesù è stato in tempi preistorici un dio immolato dai suoi fedeli; durante il lungo periodo che è seguito, egli è divenuto il dio consegnato ai demoni che lo crocifiggono, nello stesso modo in cui Dioniso è assassinato dai Titani e Osiride da suo fratello, e sono messi a morte più o meno accidentalmente Attis, Adone e i loro fratelli meno conosciuti. Ed è sotto quella forma che il suo culto si continua oscuramente in Palestina, mentre la religione di Jahvé si impone sul paese.

Nell'antica religione di Gesù, come nelle altre religioni misteriche, dappertutto, il sacrificio ha dunque preso la forma di una passione. Razionalizzato, il vecchio mito manterrà nondimeno il suo valore religioso, e i seguaci del dio assassinato trarranno profitto dalla sua passione, come i fedeli del dio sacrificato l'avevano ricavato dalla sua immolazione rituale. Soli, tutto sommato, sono stati cambiati gli agenti del sacrificio; il dio resta il dio messo a morte e che risorge. Assassinato al posto di essere immolato ritualmente, continua a compiere la sua funzione.

Molte funzioni, a dire il vero, sono state imposte agli dèi a partire dal giorno in cui sono apparsi tra gli uomini, come erano state imposte alle potenze impersonali che li avevano preceduti; ma la più importante è stata di morire e di risorgere indefinitamente per il profitto dei loro fedeli. Quella funzione primordiale, quella funzione che costituisce il primo dei loro doveri di dèi, la compirono per mezzo della loro passione, come l'avevano primitivamente compiuta nel sacrificio rituale originario, e non dovevano cessare di compierla. Quando fu necessario collegare la religione di Gesù al giudaismo, il grande dio ebraico mantenne il compito di amministrare il mondo, e Gesù restò il secondo dio specialmente incaricato di morire e di risorgere. Più tardi, quando i Padri della Chiesa giudicarono indispensabile regolare nel cielo il funzionamento delle cose spirituali, le tre persone della Trinità rappresentarono, con l'aggiunta dello Spirito Santo, i tre mestieri esercitati dalla divinità.

NOTE

[1] Si veda specialmente, nel Ramo d'oro, il capitolo 6 del Capro Espiatorio.

[2] Mystères d'Eleusis, 1914, pagina 2.

[3] Si dice più comunemente oggi: pre-ellenico. 

[4] Le Génie grec dans la religion, 1932, pagina 129.

[5] Si veda, nel capitolo seguente, pagine 47 e seguenti.

[6] Si veda sotto, pagine 29 e seguenti.

[7] Mystères païens, 1° edizione 1914.

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