domenica 24 gennaio 2021

IL PUZZLE DEI VANGELIGiovanni il Battista

 (segue da qui)

5° Giovanni il Battista

A prima vista, il Battista non serve, nei vangeli, che ad annunciare ed autenticare Gesù il Messia. All'analisi, le cose sono molto più complesse, e si deve inoltre tentare di conciliare i nostri testi con il paragrafo di Giuseppe, per non parlare degli scritti mandei.

Diverse tesi sono state sostenute a riguardo del Battista; esse non sono del tutto inconciliabili, ma  comportano tutte una parte di ipotesi non verificabile.

1) Ad attenersi al testo di Giuseppe (anche se è stato rimaneggiato da una mano cristiana), il Battista era «un uomo di una grande pietà, che esortava i Giudei ad abbracciare la virtù», [97] e che praticava un battesimo. Non è detto che abbia appartenuto ad una setta: è un isolato, che annunciava forse la prossima venuta del Messia, ma che non era il Messia, nemmeno il suo testimone diretto.

2) A causa del genere di vita che gli prestano i vangeli, «era vestito di peli di cammello e si cibava di locuste e miele selvatico», [98] della sua vita nel deserto e della pratica del battesimo, si è tentato di farne un esseno. Ma i dettagli sul modo di vestirsi e di cibarsi sono probabilmente immaginari, visto che l'abito di pelle di cammello imitava quello di Elia [99] di cui Giovanni sarà dato come una reincarnazione. E soprattutto Giuseppe non lo associa ad una setta di cui egli parla peraltro molto bene. Non è impossibile, senza dubbio, che il Battista abbia subito una influenza essena, dato che non tutti gli Esseni erano isolati o sottoposti alla rigida disciplina di Qumran.

3) I sinottici ci presentano Giovanni il Battista come una reincarnazione di Elia: «Io vi dico che Elia è già venuto e non lo hanno conosciuto», insegna Gesù, e Matteo precisa: «Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista». [100] La stessa identificazione figura in Giustino. [101] Questa reincarnazione avrebbe di che sorprendere in una religione che non insegna quella dottrina, ma Elia è un caso particolare: egli non è morto, è stato elevato al cielo in un turbine, [102] e si credeva che sarebbe ritornato sulla terra con il Messia, o che sarebbe stato lui stesso il Messia. Questa identificazione ha influenzato il personaggio del Battista nei nostri vangeli: la voce di Dio si rivolge a lui nel deserto [103] esattamente come ad Elia; [104] il Battista rimprovera ad Antipa di aver sposato Erodiade nello stesso modo in cui Elia, avendo rimproverato il re Acab di aver sposato Gezebele, si attira l'ira della regina che vuole farlo morire. [105] Ma un profeta reincarnato è molto più di un uomo, così ci viene detto che il Battista è «più che un profeta», [106] e che nessuno dei nati da donna è stato più grande di lui. [107] Solo il IV° Vangelo respinge questa soluzione, facendo dire a Giovanni il Battista stesso che egli non è Elia. [108]

4) Per alcuni, Giovanni-Elia è il vero Messia. Si è avuta certamente una corrente in questa direzione, poiché i vangeli la menzionano mitigandola, [109] e perché Erode crede che Gesù sia Giovanni risorto. [110] Si potrebbe quindi essere tentati di fare del Battista un concorrente di Gesù, uno dei tanti «messia» che si levarono in quel momento. Ciò che rende plausibile questa tesi è che ci vengono presentati i primi discepoli di Gesù come se fossero stati sottratti al Battista, [111] il che non fu probabilmente così semplice come ci viene raccontato. Le omelie clementine dicono che, se Gesù aveva dodici discepoli corrispondenti al numero dei mesi solari, Giovanni ne aveva trenta, il numero dei giorni della luna, [112] e che uno di loro chiamato Simone (come Pietro) divenne il capo del gruppo dopo la morte di Giovanni. Tutto ciò è abbastanza inquietante.

5) Infine, alcuni non hanno esitato ad identificare del tutto il Battista e Gesù, [113] il secondo non essendo che un personaggio mitico sostituito al primo, in modo da formare «due figure della stessa persona». [114] Non c'è dubbio, in ogni caso, che li si abbia parzialmente fusi, riportando a Gesù elementi biografici o detti precedentemente attribuiti al Battista, per esempio:

— ho detto che il prologo di Luca sulla natività potrebbe essere un riutilizzo di un racconto della nascita di Giovanni;

— come Gesù, Giovanni annunciava la «buona novella»; [115]

— soprattutto vediamo le parole di Giovanni riattribuite a Gesù. Giovanni dice: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino», [116] e Gesù ridice esattamente la stessa frase; [117] Giovanni tratta i Farisei da «razza di vipere» [118] e Gesù ripete la stessa ingiuria; [119] Giovanni dice: «Ogni albero dunque che non fa buon frutto, sarà tagliato e gettato nel fuoco», [120] e Gesù impiega la stessa immagine; [121] Giovanni dice che «il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa», [122] e Gesù insegnerà la stessa cosa. [123] Le parole di Giovanni «Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo» [124] non sono riattribuite a Gesù nei vangeli, ma lo saranno negli Atti degli Apostoli. [125]

Qualunque sia la parte di verità di queste varie spiegazioni, non c'è dubbio che il Battista è un personaggio estraneo al cristianesimo, annesso e ridotto al rango di precursore dei vangeli. La dimostrazione ne è data da una lunga interpolazione che l'analisi rivela in Luca. Si ricorda che il vangelo di Marcione (che ignorava il Battista) cominciava con queste parole: «Nel quindicesimo anno del regno di Tiberio Cesare, al tempo del governatore Pilato, Gesù Cristo figlio di Dio discese dal cielo e apparve a Cafarnao, città di Galilea. Egli insegnava nella sinagoga... Tutti erano stupefatti dal suo insegnamento, poiché la sua parola aveva autorità». [126] Quando si ribaltò il vangelo di Marcione per comporre quello di Luca, tutto questo inizio, molto coerente, fu separato in due tronconi isolate:

— l'espressione «Nel quindicesimo anno del regno di Tiberio...», che apre il capitolo 3 di Luca, non conduce più alla discesa di Cristo, ma al deserto;

 — l'entrata a Cafarnao è rimandata al capitolo successivo, [127] e l'espressione di Marcione è restata nel posto: «Ed erano stupefatti dal suo insegnamento, poiché la sua parola aveva autorità»;

— Nell'intervallo è stato inserito il battesimo di Gesù da parte di Giovanni (e inoltre la genealogia di Gesù e la tentazione nel deserto). Si vede quindi che il personaggio di Giovanni è stato inserito in un racconto che non lo conosceva. 

LA MORTE DI GIOVANNI — Per mostrare come gli evangelisti distorcono i documenti, vediamo come riportano la morte del Battista.

Giuseppe non dice per nulla che Antipa ha fatto uccidere Giovanni alla richiesta di Erodiade, ma per timore che suscitasse una sedizione. Antipa lo invia alla fortezza di Macheronte, al confine arabo, e lo fa uccidere. Ma Dio gli suscita un vendicatore nella persona del re Areta di Petra, che infligge ad Antipa una grave sconfitta. Questa sconfitta ebbe luogo nel 36, mentre i vangeli fanno morire il Battista prima di Gesù, [128] che sarebbe morto nel 32-33.

Per spiegare quella morte, al posto del timore di una sedizione, si inventa la storia della danza di Salomè e della testa portata su un piatto. Ma Giovanni è morto a Macheronte, e Salomè, come ho detto, era la moglie di Filippo. Una principessa di sangue reale non si esibiva come attrice di uno spettacolo di varietà, e Antipa,  semplice tetrarca, non poteva offrire ad una donna «la metà del suo regno». [29]

Quando si vede prendere tali libertà con la storia, non si può che essere molto preoccupati per il modo in cui gli evangelisti hanno utilizzato le loro altre fonti. Non è quindi impossibile che essi abbiano falsificato tutta la storia del Battista, sia per cancellare un ricordo imbarazzante, sia per utilizzare in favore di Gesù testi o racconti che si riferivano in realtà a Giovanni.

IL BATTESIMO DI GIOVANNI — Siamo male informati sulla natura e la portata del battesimo che Giovanni praticava nel Giordano. Si trattava di un rito sacramentale oppure di un semplice rito di purificazione? La seconda ipotesi è la più probabile, perché gli Atti [130] sottolineano l'opposizione tra i due battesimi, e se il rito di purificazione è ben conosciuto in ambiente ebraico [131] e soprattutto esseno, nulla permette di pensare che il Battista abbia conosciuto qualcos'altro. Giuseppe non parla d'altronde che di un battesimo di purificazione.

Ma il problema non è tanto di svelare il mistero del battesimo di Giovanni quanto di spiegare perché Gesù lo avrebbe ricevuto: se Gesù è il Messia o il Figlio di Dio, egli non ha bisogno di essere purificato da Giovanni. Questa osservazione di buon senso ha colpito l'autore di Matteo, che mette l'obiezione in bocca a Giovanni; Gesù risponde evasivamente: «Lascia fare per ora». [132] Luca, per contro, sembra proprio aver commesso un'eresia, che sarà condannata al Concilio di Costantinopoli nel 553: egli sostituisce in effetti alla discesa di Gesù stesso, come in Marcione, quella di una colomba, e una voce dice: «Tu sei mio Figlio, e io ti ho generato OGGI». [133] È dunque il battesimo di Giovanni che trasforma l'uomo Gesù in Figlio di Dio, e gli conferisce il titolo di Messia. Questo «adozionismo» ebbe dei seguaci ed è ancora insegnato nell'epistola agli Ebrei. [134] Ma con questa formula Luca nega l'incarnazione, anche se insegnata nel prologo dello stesso Luca... Ecco come il Battista è stato integrato nei vangeli!

Questa annessione deve essere piuttosto tardiva, perché un certo Apollo, alessandrino di origine e contemporaneo di Paolo, non conosceva ancora che il battesimo di Giovanni: [135] ancora un discepolo di Giovanni artificialmente associato al cristianesimo!

Bisogna proprio convenire, inoltre, che quella grandiosa messa in scena — la colomba, la voce celeste, i cieli che si aprono o si lacerano — non ha fatto grande impressione su Giovanni stesso. Nel IV° Vangelo gli si farà dire: «Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui». [136] Questo segno non gli sembra senza dubbio sufficiente, perché, dalla sua prigione, si sarebbe preoccupato ancora di sapere chi fosse Gesù. [137] In una versione primitiva, il Battista sembra non aver visto nulla: nel vangelo di Pietro, per esempio, la voce celeste si rivolge a Gesù solo: «discenderà su di lui tutta la fonte dello Spirito Santo, e gli disse...», come se si trattasse di una rivelazione interiore che sfuggì ai presenti. Si comprende allora che il Battista abbia bisogno di far luce sulla persona di Gesù, quando i suoi dubbi e le sue esitazioni diventano assurdi nei nostri vangeli, se ha cominciato col proclamare: «E io ho veduto e ho attestato che questi è il Figlio di Dio». [138] Vi cogliamo l'evoluzione della leggenda, la progressiva incorporazione del Battista come testimone e garante di Gesù. Si noterà che Paolo ignora tutto della scena del battesimo.

Aggiungiamo infine che il secondo episodio è molto spiacevole. Avendo annesso il Battista, i nostri autori provano il bisogno di sminuirlo, come se li avesse veramente imbarazzati: «Il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui». [139] La funzione di precursore non è davvero redditizia, se perfino il Battista è escluso dal regno cristiano. Ma i vangeli non confessano così che il Battista non era cristiano?

NOTE

[97] Antichità Giudaiche 18:7.

[98] Marco 1:6, Matteo 3:4.

[99] 2 Re 1:8.

[100] Marco 9:13, Matteo 17.12-13.

[101] Dialogo 49:3.

[102] 2 Re 2:1.

[103] Luca 3:2.

[104] 1 Re 18:1.

[105] 1 Re 19:2.

[106] Matteo 11:9.

[107] Matteo 11:11, Luca 7:28.

[108] Giovanni 1:21.

[109] Luca 3:15.

[110] Marco 6:14-16, Matteo 14:1-2, Luca 9:7-9.

[111] Giovanni 1:35 ss.

[112] Omelie clementine 2:23.

[113] Si veda G. ORY, Jean le baptiseur, Cahier E. Renan 1956. Questa era anche la tesi di Daniel Massé: Jean-Baptiste et Jean (1934).

[114] G. ORY, op. cit., pag. 15.

[115] Luca 3:18.

[116] Matteo 3:2.

[117] Matteo 4:17.

[118] Matteo 3:7.

[119] Matteo 23:33.

[120] Matteo 3:10.

[121] Matteo 7:19.

[122] Giovanni 3:35.

[123] Giovanni 5:20. Confronta anche Giovanni 1:18 e 5:37.

[124] Marco 1:8.

[125] Atti 1:5.

[126] Traduzione Couchoud. Si veda Cahier E. Renan aprile 1966, pag. 56.

[127] 4:31-32.

[128] Marco 6:17-29, Matteo 14:3-12.

[129] Marco 6:23.

[130] Atti 1:5.

[131] Ezechiele 36:25.

[132] Matteo 3:14.

[133] Luca 3:22.

[134] Ebrei 5:5.

[135] Atti 18.24.

[136] Giovanni 1:32.

[137] Matteo 11:2-3, Luca 7:18-19.

[138] Giovanni 1:34.

[139] Matteo 11:11, Luca 7:28. Espressione analoga nel vangelo di Tommaso, logion 46. Giovanni attenua l'espressione facendo dire al Battista per umiltà: «Bisogna che egli cresca, e che io diminuisca» (Giovanni 3:25-30).

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