domenica 30 agosto 2020

LA PASSIONE DI GESÙ: FATTO DI STORIA O OGGETTO DI CREDENZATacito.



Tacito.

Lo storico Tacito, nei suoi Annali, riporta il seguente episodio del regno dell'imperatore Nerone. «Per far cessare la diceria» (che l'accusava dell'incendio di Roma nell'estate del 64), «si inventò dei colpevoli e inflisse tormenti raffinatissimi a coloro che le loro abominazioni facevano detestare e che il popolo chiamava Crestiani. Questo nome veniva loro da Cristo, che sotto il principato di Tiberio, il procuratore Ponzio Pilato aveva consegnato al supplizio...». [3]

La maggior parte dei critici ammettono che il passo è stato scritto proprio da Tacito; [4] ma da dove costui ricavò l'affermazione che il Cristo era stato condannato a morte da Ponzio Pilato? Supponendo che l'evento abbia davvero avuto luogo, che un rapporto sia stato inoltrato dal procuratore romano su quello che doveva considerare «un banale atto di polizia preventiva», [5] e che tale rapporto sia stato conservato negli archivi imperiali, questi archivi non erano aperti ai semplici privati. [6] Tacito ha attinto dalle Storie di Plinio il Vecchio, attualmente perdute? Ignoriamo se esse menzionavano la morte di Gesù.

Però, se si considera che la composizione degli Annali di Tacito si colloca intorno al 115, e che la credenza in una vita terrena di Gesù al tempo di Tiberio era da allora abbastanza diffusa negli ambienti cristiani così che sarebbe stata conosciuta dalle autorità romane, in occasione di inchieste giudiziarie svolte contro di loro, si può vedervi la fonte dell'asserzione di Tacito. Senza dubbio alcuni hanno fatto notare che Tacito afferma la morte di Gesù come un fatto, senza accompagnarlo con una riserva, come per esempio: «si dice». [7] Ma, se si suppone che gli interrogatori dei cristiani avevano costituito l'informazione di Tacito, costui non aveva alcun motivo di mettere in dubbio una spiegazione che doveva essergli sembrata molto naturale. In ogni caso, è sufficiente che ciò sia possibile perché il testo di Tacito non possa costituire la prova che noi stiamo cercando. [8

NOTE

[3] Annali, Libro 15, capitolo 44, paragrafi 2-3 (traduzione di H. GOELZER). Seguono delle frasi piene di disprezzo per il cristianesimo e il giudaismo, poiché Tacito non distingue l'uno dall'altro. 

[4] Si vedano nondimeno i motivi per dubitarne date da Gérard WALTER, Néron, Parigi, 1955, pag. 203-204.

[5] Espressione di Goguel, riprodotta in precedenza (pag. 21).

[6] Noi lo sappiamo da Tacito stesso: si veda Ph. FABIA, Les sources de Tacite, 1893, pag. 324-326.

[7] GOGUEL, Jésus (1950), pag. 73-74.

[8] GUIGNEBERT, Jésus, pag. 16. — In senso opposto, si veda GOGUEL, Jésus, pag. 73-75. — Il pensiero di Loisy sembra abbastanza incerto a questo proposito: egli ritiene che l'opinione di Tacito «è quella che il personale amministrativo dell'impero si è fatta interrogando i cristiani», e conclude: «si deve ammettere che quell'opinione si è formata... dal tempo di Nerone» (La naissance du christianisme, pag. 73). Loisy sembra basarsi sulla certezza con la quale si esprime Tacito; ma nulla stabilisce che quella certezza dello stesso Tacito sia stata basata su altre testimonianze rispetto agli interrogatori dei cristiani del suo tempo.

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