sabato 22 agosto 2020

LA PASSIONE DI GESÙ: FATTO DI STORIA O OGGETTO DI CREDENZALoisy, critico dei Vangeli.



Loisy, critico dei Vangeli.

Alfred Loisy, sacerdote e professore all'Institut Catholique di Parigi, aveva scritto nel 1902 a proposito del cristianesimo per difendere la concezione della Chiesa contro quella del «Gesù liberale» presentata dal grande storico protestante tedesco Harnack. Ma l'autore de l'Evangile et l'Eglise doveva essere condotto dai suoi primi studi dei testi ben più lontano di quanto non avesse lui stesso pensato, fuori dalla fede e fuori dalla Chiesa. Utilizzando i lavori di questi storici tedeschi che aveva combattuto, esaminò successivamente nel 1903 il quarto Vangelo, secondo Giovanni, [5] e nel 1907 i tre Vangeli nell'insieme concordanti, detti sinottici, [6] secondo Matteo, secondo Marco, secondo Luca.

Se l'autore del Vangelo di Giovanni gli appariva molto più teologo che storico, ma ancora più apologeta che teologo, non aveva in ben migliore stima, quanto al loro valore documentario, i tre vangeli sinottici: Matteo e Luca gli sembravano derivati da Marco; questo, che era quindi il più antico, non era esso stesso che un libro di seconda mano, una compilazione. Quanto al suo oggetto e alla sua natura, è un'opera di fede ben più che una testimonianza storica. [7]

A quale data conviene collocare la stesura primitiva del Vangelo di Marco, di cui non possediamo che dei manoscritti molto più recenti? Gli storici delle origini del cristianesimo accettano in generale, con più o meno riserve, di farne risalire la data nei dintorni del 75. Guignebert scriveva nel 1933: [8] «Fissando approssimativamente la morte di Gesù nell'anno 30, [9] la stesura si allontana di circa 45 anni, per Marco, dagli eventi che è ritenuto raccontare»; Loisy pensava lo stesso nel 1933: [10] «Il lavoro di redazione è posteriore alla rovina di Gerusalemme (nel 70)»; [11] «la sola parabola dei vignaioli omicidi è sufficiente a provarlo», spiegava Guignebert. [12] Ma nel 1936, Loisy dovette affinare il suo giudizio: «Non è opportuno risalire più oltre dei primi anni del secondo secolo». [13]

Tuttavia, per Loisy, come per Guignebert, questa redazione di Marco suppone l'esistenza di raccolte di parole di Gesù, scomparse da allora, e, in maniera generale, una tradizione orale, che risale ai discepoli del Maestro e utilizzata dagli evangelisti. Si trattava quindi, esaminando e confrontando tra loro i quattro Vangeli, di dedurne quel che avevano potuto essere la vita e l'insegnamento di Gesù.

Loisy era guidato, in questo studio critico, dalla sua conoscenza della liturgia cattolica. A volte rifiuta categoricamente, a volte accetta, con delle riserve prudenti, la natura storica delle relazioni dei Vangeli. È così che ha scritto a proposito della prima moltiplicazione miracolosa dei pani: [14] «Si è qui in pieno mito. Questo è il primo mito di istituzione della cena cristiana». [15] Al contrario, commentando le parole di Gesù: «Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua», [16] Loisy dichiarava: «Benché l'aneddoto possa simboleggiare l'incredulità ebraica e spiegarla in qualche maniera con un'espressione proverbiale, ciò che è detto della professione esercitata da Gesù, di sua madre, dei suoi fratelli e delle sue sorelle [17] dà qualche impressione di antichità e di realtà». [18]

NOTE

[5] Si ricorderà che Vangelo significa in greco la Buona Novella, di cui i quattro evangelisti sono ritenuti dare in questa lingua quattro recensioni diverse; secondo significa dunque: di (si veda GUIGNEBERT, Jésus, pag. 29; si veda LOISY, La naissance du christianisme, pag. 46).

[6] I primi tre vangeli si rassomigliano così tanto che si è potuto mettere il loro contenuto in colonne parallele, dando, degli stessi fatti, una sorta di veduta concordante (in greco, synopse); da cui il loro appellativo di sinottici. Il quarto Vangelo è diversissimo dagli altri tre per la presentazione. 

[7] Si veda ALFARIC, Le problème de Jésus, op. cit., pag. 5.

[8] Nella sua opera fondamentale, Jésus, pag. 31 (Collezione L'Evolution de l'HUmanité, volume 24, 1933).

[9] Maurice GOGUEL, in Jésus (2° edizione, 1950), pag. 166, fondandosi sulla cronologia dell'apostolo Paolo, fissa la morte di Gesù alla Pasqua dell'anno 28.

[10] LOISY, La naissance du christianisme, pag. 51.

[11] Espugnata da Tito, figlio dell'imperatore romano Vespasiano. 

[12] GUIGNEBERT, Jésus, pag. 31: si veda Marco, capitolo 12, verso 1-12. - Si veda la predizione di Gesù sulla distruzione del tempio, Marco 13:1-2.

[13] LOISY, Les origines du Nouveau Testament, pag. 74 (si veda pag. 340). - GOGUEL, Jésus, pag. 103, colloca la stesura di Marco tra il 72 e il 75. — ALFARIC, Le problème de Jésus, pag. 17 e 23, pensa che i quattro Vangeli siano stati scritti nella prima metà del II° secolo, come Loisy stimava in primo luogo. Guignebert stesso aveva scritto già nel 1933 (Jésus, pag. 31): «Del resto, dovesse dimostrarsi un giorno che conviene discendere un po' più oltre (rispetto al 75 circa per la stesura di Marco), io non ne sarei affatto sorpreso».

[14] Marco 6:35-55. — Ve ne è una seconda in 8:1-9. I due racconti sono una duplicazione; quello del capitolo 6 sarebbe il più recente: è il più sviluppato e dà le cifre più elevate (secondo GOGUEL, Jésus, pag. 288-289). — Alfaric pensa, al contrario, che non vi sia della duplicazione (si veda più oltre, pag. 184-185).

[15] LOISY, La légende de Jésus, Revue d'histoire et de littérature religieuses, 1922, pag. 414.

[16] Marco 6:4.

[17] Marco 6:3: «Non è questi il falegname, il figlio di Maria, e il fratello di Giacomo e di Iose, di Giuda e di Simone? Le sue sorelle non stanno qui da noi?...». — Albert RAVELLI, pensa che il verso non figurava forse nella stesura primitiva di Marco (si veda un articolo intitolato: Jésus aurait-il des Frères? e pubblicato nel Bulletin du Cercle Ernest Renan, gennaio 1956); si veda più oltre, pag. 179, nota 21, e Appendice 2, pag. 269, nota 47.

[18] LOISY, articolo citato, pag. 412.

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