domenica 7 giugno 2020

Il dio asino



IL DIO ASINO

Gli dèi crocifissi non erano sempre rappresentati sotto forma umana. Iao o Ialdabaoth o Sabaoth (dio degli gnostici ebrei), Tifone Seth confuso con Iao Abraxas Sabaoth e con Sabazio, [107] rivestivano tutti l'apparenza di un asino; ora, noi possediamo due prove della crocifissione di un dio-asino.

La prima testimonianza è famosa. Si tratta di un graffito, un disegno inciso, rinvenuto nel secolo scorso sul versante sud-occidentale del Palatino, che rappresenta un personaggio dalla testa d'asino appeso ad una croce e adorato da un fedele in preghiera; il disegno è accompagnato dalla iscrizione seguente: «Alessameno adora il suo dio». Non lontano da lì, un'altra iscrizione, senza alcun disegno, reca «Alessameno fedele».

La seconda testimonianza, meno nota, è fornita da un crocifisso, alto sette centimetri, trovato intorno al 1946 a Montagnana, in Italia. Il personaggio attaccato a questo albero della vita ha una testa d'asino.

Al di fuori delle cerchie gnostiche ebraiche, questa strana figura fu rapidamente considerata una malvagia caricatura di Gesù Cristo. Ma noi non parteggiamo per quella opinione poiché essa si trova confutata da alcuni dati scritturali. 

Secondo la Genesi (49:3-26), il Messia doveva legare il suo asino alla vite, il che fu ritenuto significare che l'asino era associato alla vittoria del Cristo. In 1 Samuele (10), Saul è investito della regalità perché corre alla ricerca degli asini di suo padre. Erodoto ricorda che i più antichi ebrei andavano in battaglia indossando una testa d'asino. Tacito (Hist. 5:2) riporta che gli ebrei che soffrirono la sete nel deserto videro un branco di asini scendere da un pendio roccioso dove scorreva l'acqua, e aggiunge che «l'effigie che salvò i Giudei dalla sete è consacrata in un santuario», facendo così allusione all'asino. Pompeo, entrando nel Tempio di Gerusalemme, vi vide l'immagine votiva di un asino, che era probabilmente un asino d'oro. Diodoro di Sicilia (Hist. 34:1) ci fa sapere che Antioco, penetrando nel Tempio di Gerusalemme, credette di riconoscere Mosè nella statua di un uomo dalla grande barba assiso su un asino. Nel Lessico storico di Suida (IX° secolo), è detto all'articolo «Giuda», secondo lo storico Democrito, che gli ebrei adoravano una testa d'asino in oro alla quale offrivano ogni tre o sette anni uno straniero che scuoiavano.

Flavio Giuseppe, nella sua Risposta ad Apione, combatte quelle accuse, ma soprattutto reca la smentita per il suo tempo e in maniera piuttosto superficiale. Al suo tempo e dopo di lui, questa leggenda — se leggenda vi era — persisteva, il che permette di pensare che queste storie avevano per fondamento miti o riti appartenenti ad una o più sette ebraiche, miti e riti che erano distorti quanto al loro significato dagli outsiders.

Plinio il Vecchio riferisce che esistono nel firmamento, nel segno del cancro, due piccole stelle chiamate gli asini e, tra loro, la nebulosa della mangiatoia. Se i vangeli non lo sanno, la tradizione riporta che vi era un asino accanto a Gesù bambino nella mangiatoia; per contro essi non ignorano che Gesù fece il suo ingresso trionfale a Gerusalemme, montato su un asino, e che egli era la vite, la vera vite dove si poteva legare l'asino messianico.

Tertulliano si lamentava (Apologetico 16) che, al suo tempo, era stato esposto nella sua città un dipinto con questa iscrizione: «Il Dio dei Cristiani, razza d'asino», questo personaggio essendo rappresentato con delle orecchie d'asino, un piede di corno, un libro in mano e vestito della toga. Altrove Tertulliano scrive, rivolgendosi ai Pagani: «Tuttavia non negherete che asini interi sono per voi oggetto di adorazione, con la vostra Epona, e tutte le giumente, pecore e altre bestie. Ecco forse quello che troverete da ridire nei Cristiani, cioè che vivendo tra gli adoratori di ogni specie di bestie, loro si limitano a venerare l'asino». È quella una risposta convincente?

Si conosce d'altra parte il racconto di Luca (1:18-22, 60-64) secondo il quale un angelo avrebbe reso muto per cinque mesi Zaccaria perché (ci viene spiegato) avrebbe dubitato della nascita di Giovanni, il suo futuro figlio. Ma esiste un'altra spiegazione di questo mutismo in un libro che trattava della generazione di Maria, libro che leggevano i discepoli di Basilide: Zaccaria avrebbe visto nel tempio «al momento dell'incenso», un personaggio dal corpo umano e dalla testa d'asino, e perdette la voce; quando la recuperò, egli protestò contro l'adorazione di quella divinità (Ialdabaoth-Sabaoth), ma questa volta perdette la vita.

Altri esempi potrebbero essere citati a sostegno della credenza in un dio-asino da parte di alcune sette ebraiche e gnostiche. Ricordiamo i sette arcangeli che avevano figure di animali; il settimo un aspetto d'asino; secondo Origene, questi simboli erano soprattutto in uso tra gli Ofiti, i quali erano iniziati ai misteri del Bacco frigio. Epifanio conferma che alcuni Gnostici davano la forma di un asino a Sabaoth dio del settimo cielo. [108]

Da quanto detto sopra conviene quindi trattenere che, tra i primi Cristiani, vi fu, molto probabilmente, un culto del dio-asino e che, in certi misteri, questo dio-asino era considerato crocifisso. 

La croce era il suo simbolo segreto; così, a Roma, la sepoltura di Vibia (nelle Catacombe di Pretextat), che era stato un seguace di Sabaoth, comportava una croce disegnata su un muro. Quella croce, più o meno personificata, era Stauros o Horos, segnava il limite segreto che separava Dio dalla terra inferiore, o i Salvati dagli Infedeli, e dava nascita al Cristo; in tutta evidenza, essa non rappresentava un patibolo.

NOTE

[107] Da confrontare con Dioniso-Bacco che cavalcava un asino. Tacito riporta che il dio dei Giudei si confondeva con Saturno che aveva la forma di un asino.

[108] È stata conservata una gemma gnostica che rappresenta un asino con l'immagine del granchio (segno del cancro) al di sopra e che reca l'iscrizione D.N.I.H.V.X.P.S. ovvero Dominus Noster Jesus Christus con l'aggiunta Dei Filius. In questo stesso ordine di idee, non dimentichiamo Sansone e la sua mascella d'asino.

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