martedì 9 giugno 2020

Concezioni prestate a Gesù



L'enigma della Passione

CONCEZIONI PRESTATE A GESÙ

Gesù avrebbe detto che non sarebbe stato dato a questa generazione nessun altro miracolo se non quello del profeta Giona, ma si trattava per Giona di restare tre giorni e tre notti nel ventre della balena, mentre Gesù ci viene mostrato mentre passa quei tre giorni sotto terra e agli inferi. Ascese in seguito al cielo mentre Giona tornò a Ninive. Si può quindi supporre che la morte di Gesù fu diversa da quella che ci è descritta, e che il segno di Giona sia stato scartato dai nostri vangeli. 

D'altronde, Gesù prega suo Padre di allontanare da lui il calice della morte (Matteo 20:22). Si può pensare che questo calice fosse «il calice dell'ira di Dio» (Apocalisse 14:10) e il vino quello della «sua ira» (16:19).

Si legge in Isaia (51:17-23): «levati, o Gerusalemme, che hai bevuta dalla mano del Signore la coppa della sua ira e l'hai succhiata sino in fondo...». E in Geremia (25:15): «Prendi dalla mia mano questa coppa del vino della mia ira e danne da bere a tutte le nazioni».

È l'annuncio della fine del mondo. Gesù è triste perché il calice si applica non alla sua sorte personale, ma al compito terribile che realizzerà o contemplerà. Là non vi è alcuna correlazione con una crocifissione romana o un'esposizione ebraica; il calice è associato qui alla fine di un ciclo, come lo era la croce cosmica. [109]

Si sa anche che Gesù si paragona allo sposo (Matteo 9:15) la cui eliminazione fa sprofondare i suoi amici nel lutto; anche là è la fine del mondo ad essere sottintesa. 

Geremia (16:9) fa parlare così il Signore degli eserciti: «Io ho ritirato da questo popolo la mia pace... Non si farà lutto per loro... Grandi e piccoli moriranno... non si offrirà loro da bere la coppa della consolazione...  Io farò cessare il grido di gioia, così come il canto dello sposo e il canto della sposa» (16:5). Lo sposo sarà sottratto ma non necessariamente crocifisso.

Altra concezione: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna» (Giovanni 3:14-15). E «Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti gli uomini a me» (12:32). Lo scrittore ha voluto giocare sull'ambiguità della parola «elevare», ma si converrà che il confronto non è valido se si tratta di indovinare che Cristo è stato elevato fino al cielo; per contro, se esso è corretto, l'elevazione di Gesù sulla sua croce a due metri di altezza (come il serpente in questione), elevazione miserabile, non ha potuto attirare tutti gli uomini a lui.

Dal canto loro, i Mandei conoscevano un altro racconto della morte di Gesù. Secondo uno dei loro scritti (Ginza 52), «il Cristo romano verrà incatenato dai Giudei ed egli sarà messo in croce, il suo corpo verrà trafitto ed i suoi adoratori lo taglieranno per ogni parte», il che spiegherebbe perché il pane eucaristico è spezzato in frammenti che vengono distribuiti ai fedeli e mangiati da loro. Credenza parallela ad una tradizione orfica secondo la quale Dioniso fu smembrato e divorato dai Titani, questo stesso Bacco smembrato essendo considerato «l'anima del mondo».

In quest'ordine di idee, possiamo mantenere che: 

— il Cristo sarebbe stato immolato dagli arconti del mondo. 

— che le vesti che si divisero, ai piedi del crocifisso, i quattro soldati, può essere la sua «tunica» di carne, il suo corpo.

— che, secondo lo pseudo-Marcello, il corpo di Simone il Mago era caduto dal cielo in quattro pezzi.

— che il corpo di Osiride era stato smembrato in sette pezzi. 

— che secondo «l'Ascensione di Isaia» il corpo di costui era stato segato.

Le varie nozioni che abbiamo appena ricordato ci allontanano dalla crocifissione storica di un condannato a morte e ci lasciano supporre che si sia potuto trattare di un rito sacrificale derivante dal mito della morte di un dio.

Interroghiamo ora Gesù stesso secondo quel che i vangeli riportano di lui a questo proposito. Ricorderemo prima di tutto che le sue predizioni riguardanti la sua morte furono piuttosto oscure poiché:

Marco (9:32), Luca (9:45, 18:34) e Matteo (16:22) dicono che i suoi discepoli non vi compresero nulla.

Giovanni (2:22) lascia trapelare che esse non divennero chiare che una volta realizzato l'evento.

Non si sa nemmeno se acconsentì liberamente alla sua morte o se gli fu imposta. 

NOTE

[109] Nessuna correlazione neppure con il calice eucaristico.

Nessun commento: