lunedì 24 febbraio 2020

La Favola di Gesù Cristo — «Il sincretismo cristiano»

(segue da qui)

Il sincretismo cristiano

Anche il cristianesimo è un sincretismo. E se numerosi dettagli ci sfuggono, è perché ignoriamo pressappoco tutto delle prime comunità, di quella di Antiochia come di quelle di Efeso o di Corinto, di Alessandria e perfino di Roma.

Ciò che pare più evidente, è che all'origine, non esisteva un solo cristianesimo, ma dei cristianesimi: Paolo stesso ne conosceva tre. [10] La fusione si è fatta prima di tutto in Siria, dove ci si è sforzato di riconciliare i dogmi vicini, e soprattutto di assimilare il Messia (ebraico o esseno) agli dèi Salvatori del paganesimo. Ma passando dall'Oriente a Roma, il cristianesimo ha cambiato natura: se fosse rimasto nei circoli più sottili di Antiochia o di Alessandria, è il Cristo gnostico o il Logos incarnato che si sarebbe continuato ad adorare; a Roma, si preferisce un Gesù di carne, più popolare, senza pertanto rinnegare i precedenti.

Il mito di Gesù, derivato da queste molteplici influenze, non ha perso nulla della sua complessità, e i teologi sono ancora molto imbarazzati per conciliare il tutto.

Ma soprattutto, la religione che ha trionfato non è una creazione originale, tanto meno una dottrina coerente: è un sincretismo ancora più evoluto di quello dei circoli ellenistici. Il suo successo è dovuto, in gran parte, a questa sapiente fusione, a questa usurpazione (consapevole o meno) delle attrattive dei culti e delle dottrine che ha saputo incorporare: ognuno può così trovarvi ciò che vi cerca.

Il papa Paolo III non aveva visto che un aspetto del problema: Gesù non è soltanto Mitra, è Mitra più il Maestro di Giustizia esseno, più il Logos di Filone, più l'Eone superiore della Gnosi, il tutto innestato su uno sfondo ebraico derivato dall'Antico Testamento attraverso una raccolta di profezie dove figurava il libro di Enoc.

Questo lavoro di sintesi ha suscitato molte controversie: attraverso l'unificazione dei testi nel IV° secolo, noi ne intuiamo ancora alcune: Paolo contro la comunità di Gerusalemme (epistola ai Galati), Paolo contro Apollo (1 Corinzi 3:4-6) e i «falsi apostoli» (2 Corinzi 11:13). 11,13), lo pseudo-Giovanni dell'Apocalisse contro i Nicolaiti e i Paolini di Antiochia, Marcione contro i giudaizzanti, Roma contro Marcione poi contro Valentino, per non parlare delle polemiche con avversari esterni come Celso. Molte altre dovevano restarci sconosciute. 

Più tardi, queste controversie rinasceranno sotto altre forme: Montano, Paolo di Samosata, Ario e molti altri obbligheranno la Chiesa a precisare la sua concezione del mito di Gesù. Ma a Nicea l'imperatore Costantino imporrà, per via autoritaria, l'unità dogmatica.

NOTE

[10] Non includo quello dello pseudo-Giovanni. 

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