martedì 21 gennaio 2020

La Favola di Gesù Cristo — «Fonti antiche sugli Esseni»

(segue da qui)

Fonti antiche sugli Esseni

I testi cristiani sono muti sugli Esseni, che non vi sono nominati nemmeno una volta. Si potrà notare che, essi soli, non sono attaccati: mentre l'alto clero sadduceo, i Farisei e la violenza degli Zeloti sono tutti oggetto di rimproveri feroci o di condanne senza compromessi, gli Esseni non hanno diritto che al silenzio. Vedremo perché.

Prima della scoperta dei manoscritti del mar Morto, conosciamo però abbastanza bene la setta degli Esseni da diversi testi. 

a) Un testo di Filone di Alessandria. [2] Non sappiamo se Filone sia andato in Palestina, ma egli è ben informato di quel che vi succede. Egli segnala quelle comunità pre-monastiche, i cui costumi sono semplici e puri, e che fuggivano le città a causa dell'immoralità dei loro abitanti.

b) Un testo di Plinio il Vecchio, [3] che segnala l'esistenza di una comunità essena nel deserto dell'Engaddi, all'ovest del mar Morto, proprio là dove degli scavi recenti hanno riportato alla luce le dimore di quella comunità.  Quel che più ha colpito Plinio, è che si trattava di un gruppo privo di donne, e che, nondimeno, si rinnovava costantemente mediante la folla dei suoi proseliti: «Popolo eterno dove non nasce nessuno».

c) Un testo, oggi perduto, di Dione Crisostomo, retore greco del I° secolo, che avrebbe fatto l'elogio degli Esseni situati presso il mar Morto, in prossimità di Sodoma. [4]

d) Infine, e soprattutto, i due testi di Flavio Giuseppe. [5] Si è discusso molto la sua testimonianza, che si considera troppo favorevole, troppo idealizzata. Ma Giuseppe doveva essere ben informato, poiché racconta lui stesso, nella sua «Autobiografia», che avrebbe soggiornato nella sua giovinezza presso gli Esseni. Ciò che ne dice è solo più prezioso, e i manoscritti di Qumran sono venuti a confermare ampiamente (salvo alcuni dettagli) quel che diceva Giuseppe.

Tutt'al più io ho l'impressione che Giuseppe, scrivendo per i Romani, ha tentato di nascondere il fatto che gli Esseni, nel corso della «guerra giudaica», avevano preso parte alla lotta. Ha così voluto evitare loro delle noie, il che prova che era loro favorevole. Ma, nei suoi elogi, non può trattenersi dall'ammirare il loro comportamento di fronte alle persecuzioni: ciò significa che i Romani li perseguitavano. Il pacifismo degli Esseni, si vedrà, è l'elemento più discusso della loro dottrina. Fatta questa riserva, ci si può affidarsi ampiamente a Giuseppe che, ciononostante, ne sapeva di più di certi eruditi moderni.

NOTE

[2] Quod omnis probus liber, capitolo 12 e 13.

[3] Hist. nat., 5:17.

[4] Secondo Sinesio di Cirene: Dione, § 3.

[5] Guerra Giudaica 8:2-13; Antichità Giudaiche 18:1-5.

1 commento:

Klaus Schilling ha detto...

Russel Gmirkin ha mostrato qualche vent'anni fa che le fonti sugli esseni sono confuse.

http://orion.mscc.huji.ac.il/orion/archives/1997b/msg00275.html