mercoledì 23 ottobre 2019

La Favola di Gesù Cristo — «Lo pseudo-Giovanni»

(segue da qui)

Lo pseudo-Giovanni

Il quarto vangelo differisce in tutto dai tre precedenti. È sconosciuto a Papia, e questo sarebbe tanto più sorprendente in quanto il suo presunto autore, Giovanni (il Presbitero, e non l'apostolo), che viveva a Efeso, sarebbe stato suo vicino.

L'attribuzione ad un discepolo di Gesù sarebbe resa inverosimile, di per sé, dal contenuto filosofico dell'opera: cosa poteva sapere un ignorante pescatore di Galilea della dottrina neoplatonica del Logos? 

Il vangelo è citato per la prima volta da Ireneo intorno al 180. Deve essere di poco anteriore a quella data, poiché suppone una separazione già compiuta tra gli ebrei e i cristiani, e soprattutto una fusione già realizzata del mito di Gesù con il Logos di Filone e degli gnostici, fusione che non si è realizzata che nella seconda metà del II° secolo.

Il valore storico dell'opera è quindi nullo. Ma è ancora diminuito dalla sua discordanza, su numerosi fatti, con i primi tre vangeli. Infine, contiene numerosi inni liturgici, che presuppongono un'organizzazione del culto.

Tuttavia, un'analisi più approfondita dello pseudo-Giovanni rivela tre strati successivi: [25

a) Un racconto della vita di Gesù, che sarebbe più antico del resto, e forse il più antico di tutti. È, secondo Turmel, questo racconto che va attribuito a Giovanni il Vecchio (o il Presbitero), venerato ad Efeso, dove morì intorno al 135° secolo. In seguito si sarebbe confuso, più o meno volontariamente, questo Giovanni con l'apostolo.

b) Il prologo, che comporta l'identificazione del Cristo con il Logos (Verbo): ovviamente molto posteriore, questo prologo presuppone che la dottrina del Logos sia già passata al cristianesimo, cosa che non avvenne prima di Giustino, intorno al 165 circa.

c) Infine, delle interpolazioni romane, che distorcono il significato di certi passi.

Da notare infine che, secondo il «Canone di Muratori» (200 ?), il IV° vangelo sarebbe un'opera collettiva, scritta da parecchi discepoli ispirati che si sarebbero accordati per mettere tutto sotto il nome di Giovanni.

NOTE

[25] TURMEL: «L'évangile de Jean», Bulletin du Cercle E. Renan, gennaio 1962.

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