(segue da qui)
Conclusione
Dall'esame delle fonti romane possiamo concludere che se alcuni testi (di cui due su tre sono molto dubbi) fanno allusione ad una setta cristiana e ad una sorta di dio chiamato Cristo, nessuno menziona Gesù e non può servire a sostenere la sua esistenza.
Daniel-Rops lo ammette: «Ad attenersi ai soli documenti romani, non è rigorosamente dimostrabile che il Cristo sia proprio esistito». [13]
Il credulone storico della Chiesa aggiunge che questo non significa nulla: il silenzio degli autori francesi su un oscuro profeta malgascio si spiegherebbe dall'indifferenza. Lo concedo, anche se è sorprendente vedere Daniel-Rops equiparare Gesù ad un oscuro profeta malgascio. Ma allora, se il silenzio degli autori romani non prova nulla, che la si smetta di rinfacciarci Plinio il giovane e Tacito!
Ciò che vi chiedo di ricordare, per contro, è la testimonianza di Celso sulla falsificazione delle fonti cristiane: ne riparleremo studiando i vangeli.
NOTE
[13] «Jésus en son temps», pag. 8.
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