giovedì 5 giugno 2014

Del Gesù di Paolo versus il Gesù dei vangeli

Paolo è l'autore della maggior parte delle epistole del Nuovo Testamento, tuttavia numerosi biblisti, se non la maggioranza, ora accettano che Paolo scrisse solamente sette delle tredici lettere a lui tradizionalmente attribuitegli (1 Tessalonicesi, 1 & 2 Corinzi, Filippesi, Filemone, Galati e Romani), e che persino le sue lettere autentiche ospitano interpolazioni. Per esempio, 1 Tessalonicesi 2:15-16 ha un passaggio (probabilmente una glossa marginale di uno scriba che poi finì accidentalmente nel testo) che in modo insolito prova un piacere maligno nel rammentare che i giudei stanno sul punto di venir tremendamente puniti per aver crocifisso Cristo -- un riferimento inequivocabile alla distruzione di Gerusalemme che è accaduta molto tempo dopo la morte di Paolo. Ancora, nelle sue lettere genuine, Paolo dichiara che gli è stato affidato un vangelo da proclamare.
Cosa predicò su Gesù?

Qual era il vangelo di Paolo?

La parola ''vangelo'' è giunta a significare i quattro libri del Nuovo Testamento che raccontano la vita di Gesù. Ma per Paolo e per le generazioni di cristiani che precedono la stesura di Matteo, Marco, Luca e Giovanni, il ''vangelo'' significava l'intero messaggio cristiano da lui predicato, non una biografia di Gesù ''secondo'' qualcuno. In realtà, per Paolo, ci poteva essere un unico vero Vangelo di Cristo -- non quattro. Tutti gli altri vangeli erano falsi.
Mi meraviglio che, così in fretta, da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo voi passiate a un altro vangelo. Però non ce n’è un altro, se non che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Ma se anche noi stessi, oppure un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anàtema! L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!
(Galati 1:6-9)

Il vangelo di Paolo non ha niente a che fare con ogni biografia o dottrina di Gesù. Per lui l'unico vangelo fu che Cristo Gesù è morto per i nostri peccati e tutti coloro che hanno creduto in lui saranno salvati. Questo suona familiare a coloro appena a conoscenza del messaggio cristiano tradizionale. Così in che modo il vangelo di Paolo è diverso da quelli che vennero in seguito con Marco & co ?

Chi è il Gesù di Paolo?

La storia di Gesù dei quattro vangeli è così radicata nel DNA comune dopo essere stata detta e ridetta per ben due interi millenni, che mai balena in mente alla maggior parte di noi che Paolo e gli altri autori di epistole avrebbero potuto aver visto Gesù in maniera diversa. In realtà, questo più antico Gesù di Paolo e delle più antiche generazioni di credenti è davvero diverso -- così diverso da far pensare che è impossibile pensare che quelle persone stiano parlando della stessa persona. 
Tutti noi sappiamo chi è il Gesù dei vangeli: egli era il Figlio di Dio, nato da una madre vergine a Betlemme. Crebbe a Nazaret, un piccolo villaggio galileo. Al suo battesimo, lo Spirito Santo discese su di lui e si ritirò nel deserto per esservi tentato da Satana per 40 giorni. Poi viaggiò per la regione assieme ai suoi dodici apostoli, predicando, esorcizzando i demoni ed operando miracoli. La sua fama si diffuse in lungo e in largo, persino in altri regni e città. Moltitudini ne sentirono parlare e si affrettarono a cercarlo, compresi ricchi e potenti. Tutta Gerusalemme lo salutò come Re dei Giudei al suo ingresso nella Città Santa. Ma poi fu consegnato ai suoi nemici e crocifisso. Risorse dai morti tre giorni dopo e ritornò dai suoi discepoli prima di ascendere finalmente al cielo. Nonostante i quattro vangeli discordano su numerosi punti critici, questo piccolo abbozzo del suo ritratto è più o meno quello su cui concordano, così ci aspetteremmo che anche il Gesù di Paolo e degli autori di epistole corrisponderebbe  a questa storia. Ma è davvero il caso? No, non lo è. Chi fu il Cristo di Paolo? Dai un'occhiata a come lui e gli altri autori del Nuovo Testamento descrivono il loro Cristo Gesù.
• Egli è l'immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura.
(Colossesi 1:15)

• Lo splendore della gloria di Dio e impronta della essenza di Dio, e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza.
(Ebrei 1:3)

• In lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità.
(Colossesi 2:9)

• Egli è Mediatore di un nuovo patto, il grande Pastore delle Pecore, il grande Sommo Sacerdote che è passato attraverso i Cieli.
(Ebrei 9:15, 13:20, 4:14)

• Ha disarmato e spogliato i soprannaturali principati e poteri, angeli e autorità.
(Colossesi 2:15, Efesini 3:10)

• Egli è il Signore sia dei morti sia dei viventi.
(Romani 14:9)

• Era disceso nelle parti più basse della Terra (Efesini 4:8-9), andò anche a predicare agli spiriti imprigionati (1 Pietro 3:19) e ha portato con sè dei prigionieri. (Efesini 4:8)

• È salito al di sopra di tutti i cieli e fornì doni all'umanità.
(Efesini 4: 10)

• Libererà i suoi seguaci dall'ira imminente. (1 Tessalonicesi 1:10)

• Egli è un giusto Avvocato presso il Padre.
(1 Giovanni 2:1)

• Ha il potere di sottomettere a sé ogni cosa.
(Filippesi 3:21)

• Tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra sono state create in lui, per mezzo di lui, e in vista di lui.
(Colossesi 1:16, Ebrei 1:2, 2:10)

• Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui.
(Colossesi1:17)


Si tratta ovviamente di un riassunto, ma si noti quel che è mancante. Come ha sottolineato Earl Doherty, in discorso dopo discorso negli Atti degli Apostoli, gli apostoli cristiani partono col dire dell'uomo Gesù, rammentando i suoi miracoli e insegnamenti, e proclamando la loro fede in lui. Ma quando la più antica generazione di scrittori cristiani come Paolo annunciano il vangelo del loro ''Cristo Gesù'', loro suonano come se stessero descrivendo una figura mitologica, che si muove attraverso i cieli per scendere negli inferi e risalire dagli inferi di nuovo in cielo -- ma non un essere umano in carne e ossa. Paolo mai parla circa la morte di Gesù come se fosse davvero capitata ad un uomo reale della Galilea che è vissuto sulla Terra solo un pò di anni prima. E neppure fornisce qualche dettaglio circa gli eventi della vita di Gesù: non i luoghi che visitò, non i miracoli che eseguì, non le parabole che comunicò, non neppure le dottrine o le istruzioni che fornì. Persino i più piccoli vaghi riferimenti a persone che identifichiamo come amici e parenti di Gesù sono problematici.

Per esempio, non ascoltiamo nulla circa la nascita verginale di Gesù, nulla circa Maria o Giuseppe, Betlemme o Nazaret, Erode o Cesare, pastori o saggi, una mangiatoia o una stella su Betlemme. Non apprendiamo nulla circa suo cugino Giovanni il Battista, o del suo battesimo, niente neppure quando Paolo confronta il battesimo dei cristiani con la risurrezione di Gesù:

O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati intimamente uniti a lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione. Lo sappiamo: l’uomo vecchio che è in noi è stato crocifisso con lui, affinché fosse reso inefficace questo corpo di peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. Infatti chi è morto, è liberato dal peccato. Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Infatti egli morì, e morì per il peccato una volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.
(Romani 6:3-11)


Non ci viene raccontato mai nulla circa qualche ministero che aveva esercitato, o circa qualche suo particolare: i suoi discorsi, i suoi miracoli, le sue guarigioni, i suoi esorcismi, la sua famigerata purificazione del Tempio, o il suo arresto.


La curiosa descrizione del Gesù di Paolo non concorda neppure con quanto leggiamo nei vangeli. Lui ci comunica che Gesù  “svuotò se stesso” e prese la forma di un servo (Filippesi 2:7). Tuttavia in tutti i vangeli, Gesù è rinomato dalla Siria alla Galilea, dalla Decapoli alla Giudea e al di là del Giordano. Ma Paolo lo sa? Lui parla come se nessuno degli ebrei sapesse qualcosa su Gesù se non grazie a predicatori come lui:
Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci?
(Romani 10:14) 


Nonostante il Gesù dei vangeli impressioni tutti con le sue dottrine, nessuna delle dottrine impartite nelle epistole sono mai riconosciute come sue. In realtà Paolo non dice mai nulla di un Gesù che è vissuto di recente in Judaea. Per Paolo, Gesù è una divina presenza che sussurra insegnamenti direttamente al suo orecchio. Paolo parla di informazioni che lui ha ricevuto ''dal Signore'', -- non dice mai ''da Gesù'' -- e così è difficile sostenere che stesse parlando di qualcuno che non sia Dio stesso (o il suo Spirito Cristo) in primo luogo. 

Ci sono solamente quattro volte in cui Paolo pretende di star consegnando messaggi da ''il Signore'', e in nessuno di quei casi sembra citare le parole di un Gesù terreno.


In 1 Tessalonicesi 4:15-17 Paolo assicura i suoi lettori Sulla parola del Signore che  i morti in Cristo risorgeranno per prima quando il Signore  discenderà dal cielo “alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio,” e che i fedeli ancora viventi saranno catturati con loro nelle nubi del cielo per incontrare il Signore nell'aria:

Sulla parola del Signore infatti vi diciamo questo: noi, che viviamo e che saremo ancora in vita alla venuta del Signore, non avremo alcuna precedenza su quelli che sono morti. Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, che viviamo e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi, per andare incontro al Signore in alto, e così per sempre saremo con il Signore.
(1 Tessalonicesi 4:15-17)


Se Paolo apprese questa informazione, doveva essere tramite un'altra visione, perchè Gesù non dice mai nulla di remotamente simile nei vangeli
(e chiaramente, qui, come pure in numerosi passi, non esiste alcun indizio che questa venuta del Signore consisterà di una seconda venuta sulla terra firma).



In 1 Corinzi 9:14 Paolo dice che il Signore comanda che predicatori come lui dovrebbero essere supportati finanziariamente, sebbene nei vangeli Gesù mai insegnò qualcosa del genere.
Così anche il Signore ha disposto che quelli che annunciano il Vangelo vivano del Vangelo.
(1 Corinzi 9:14)

Gesù impartì ai suoi discepoli soltanto di non portare moneta e di mangiare qualunque cosa fosse data loro:

Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
(Matteo 10:9-10)


...non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto...
(Luca 10:4-8)

Due volte in 1 Corinzi Paolo dice che, non lui, ma ''il Signore'' condanna il divorzio.
Agli sposati ordino, non io, ma il Signore: la moglie non si separi dal marito – e qualora si separi, rimanga senza sposarsi o si riconcili con il marito – e il marito non ripudi la moglie.
...
Riguardo alle vergini, non ho alcun comando dal Signore, ma do un consiglio, come uno che ha ottenuto misericordia dal Signore e merita fiducia.

 (1 Corinzi 7:10-11, 25)

Se questo è un passo autentico di Paolo e non una mera interpolazione posteriore, allora sarebbe il punto più vicino, a cui Paolo mai arriva, ad un passo dal citare Gesù. Ma di nuovo, non afferma mai di star facendo così, e alla luce del modo ricorrente in cui Paolo allude a questo Cristo come ad uno spirito soprannaturale, non esiste nessuna ragione di pensare che lui stia facendo qualcosa di diverso anche qui. In realtà, lui insiste  di non aver appreso nulla del suo vangelo dagli apostoli o da qualcun altro: la sola cosa che può intendere è che questo insegnamento da ''il Signore'' arrivò o da un'altra visione del suo Cristo dal cielo, o dal Signore Dio stesso.
Paolo non solo manca di menzionare qualcuno dei miracoli di Gesù -- addirittura esclude che Gesù ne fece qualcuno. Nel descrivere il suo vangelo, egli si fa beffe di quei giudei che richiedono segni miracolosi:
Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo  crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani.
(1 Corinzi 1:22-23) 

Come ha osservato G. A. Wells, questo indicherebbe che Gesù non abbia fornito affatto segni miracolosi agli ebrei e neppure dottrine preziose a greci e giudei, come vorrebbe il falso Testimonium Flavianum. Se Paolo pensava che Gesù avesse fatto dei miracoli, allora perchè il suo Cristo non sarebbe uno scandalo per i giudei? Se i giudei hanno richiesto miracoli, Paolo dovrebbe aver avuto la risposta perfetta per loro: poteva altrettanto esporre loro i parecchi miracoli che fece Gesù -- Giovanni davvero arriva ad enumerare i miracoli che Gesù opera nel suo vangelo, abbastanza facilmente.


E naturalmente, vedendo che Paolo era felice di millantare i suoi personali miracoli  (''Non oserei infatti dire nulla se non di quello che Cristo ha operato per mezzo mio per condurre le genti all’obbedienza, con parole e opere, con la potenza di segni e di prodigi, con la forza dello Spirito'',  Romani 15:18-19) e di pretendere che segni e potenti meraviglie fossero il marchio di garanzia di apostoli legittimi (''Certo, in mezzo a voi si sono compiuti i segni del vero apostolo, in una pazienza a tutta prova, con segni, prodigi e miracoli'', 2 Corinzi 12:12), mi domando: perchè Paolo non espone alla luce del sole mai qualcuno dei miracoli eseguiti dal suo stesso Signore sulla terra firma? Persino il semplice fatto che Gesù fosse stato davvero sulla Terra non giunge mai ad essere dichiarato. Tutte le sue apparizioni sembrano dover provenire direttamente dal cielo. I vangeli dettagliano accuratamente (spesso in contraddizione l'un con l'altro) gli atti di Gesù sulla Terra, ma non ci viene offerto alcuna sbirciatina in quello che accadde parallelamente sul piano spirituale. Nelle epistole questa situazione è completamente capovolta. Di nuovo e di nuovo ascoltiamo sulle sue attività e realizzazioni attraverso i vari cieli:
Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo.
 (Ebrei 4:14)

...affinché, per mezzo della Chiesa, sia ora manifestata ai Principati e alle Potenze dei cieli la multiforme sapienza di Dio...
...
Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per essere pienezza di tutte le cose.

(Efesini 3:10, 4:10)


...nelle profondità del regno dei morti:

E in esso andò anche a predicare agli spiriti trattenuti in carcere...
 (1 Pietro 3:19)

Per questo è detto:
Asceso in alto, ha portato con sé prigionieri, 
ha distribuito doni agli uomini.

Ma cosa significa che ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra?

 (Efesini 4:8-9)

...sulle sue realizzazioni all'alba primordiale della creazione:

Egli è immagine del Dio invisibile,
primogenito di tutta la creazione,
perché in lui furono create tutte le cose
nei cieli e sulla terra,
quelle visibili e quelle invisibili:
Troni, Dominazioni,
Principati e Potenze.
Tutte le cose sono state create
per mezzo di lui e in vista di lui.
Egli è prima di tutte le cose
e tutte in lui sussistono.

(Colossesi 1:15-17)

In questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi.
(Ebrei 1:2, 2:10)


...e tutti i suoi potenti aspetti soprannaturali:

Per questo infatti Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi.
 (Romani 14:9)

È piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza...
...
È in lui che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, e voi partecipate della pienezza di lui, che è il capo di ogni Principato e di ogni Potenza. 
...
Avendo privato della loro forza i Principati e le Potenze, ne ha fatto pubblico spettacolo, trionfando su di loro in Cristo.

(Colossesi 1:19, 2:9-10,15)

...il quale, asceso al cielo, sta alla destra di Dio, dove angeli, principati e potenze gli sono sottoposti.
(1 Pietro 3:22)

Figlioli miei, vi scrivo queste cose perchè non pecchiate. E se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto.
(1 Giovanni 2:1)



...ma nessun dettaglio circa qualche momento trascorso sulla Terra.


Il Gesù di Paolo ha qualcosa in comune con il Gesù dei vangeli? Quando incominci a scorrere giù la lista di differenze tra il Gesù di Paolo e il Gesù dei vangeli, quello che sembra, come dovrebbe essere, una perfetta corrispondenza diverge rapidamente dopo i primi due o tre elementi in comune.





Certamente di entrambi è detto che sono generati da un padre divino e da una madre umana (proprio come Ercole, Perseo, e tutti gli altri semidei pagani), morti per i nostri peccati e risorti dai morti. Ma quando dai uno sguardo ai reali dettagli di quelle vite, sembra come se ci siano solo due principali somiglianze tra loro: entrambi morirono per crocifissione, ed entrambi tennero un'Ultima Cena. E perfino quei due apparenti punti in comune cominciano a ritrarsi da parte quando li guardi più a fondo.