lunedì 19 febbraio 2024

Gli scritti di San Paolo — EPISTOLA A FILEMONE

 (segue da qui)

EPISTOLA A FILEMONE

Onesimo, schiavo di Filemone, è fuggito e si è rifugiato a Roma. Paolo, che lo incontra, lo converte poi lo rimanda dal suo padrone. Proprio Filemone è un cristiano ricco e generoso, la cui casa funge da luogo di riunione ai suoi correligionari. Paolo gli scrive per esortarlo a riprendere Onesimo che, d'ora in poi, non lo lascerà mai più e la cui fuga ha avuto per risultato di trasformarlo in «fratello prediletto», vale a dire in cristiano. Fa allo stesso tempo l'elogio della benevolenza di Filemone.

Se un falsario fosse passato di lì non avrebbe mancato di abbandonarsi a considerazioni dogmatiche o morali. La lettera a Filemone non contiene né dogma né morale. Non penetra nemmeno nell'ambito dell'aldilà, perché il versetto 15, dove i teologi hanno creduto di vedere l'eternità intervenire, si limita a dire che Onesimo sarà d'ora in poi perpetuamente al servizio del suo padrone. In compenso menziona «la chiesa che è nella casa» di Filemone e ciò è un arcaismo al quale un falsario non avrebbe pensato. Insomma, l'autenticità dell'epistola a Filemone (fatte salve le osservazioni che seguono) può essere considerata garantita nel contempo da quanto l'epistola dice e da quanto non dice.

Gli esegeti credono di sapere che Filemone abitasse a Colosse e basano questo sentimento sulle coincidenze che presentano i saluti dell'epistola a Filemone rispetto ai saluti dell'epistola ai Colossesi. Certamente la conseguenza sarebbe inattaccabile se i testi da cui è dedotta dovessero, da una parte e dall'altra, la loro origine a Paolo. Ma si sa che non è così e che i saluti che terminano l'epistola ai Colossesi sono, in gran parte, estranei all'apostolo. In queste condizioni non abbiamo il diritto di dire che Filemone dimorasse a Colosse. 

In compenso siamo in grado di affermare che non vi dimorasse. Ecco perché Paolo, che conta sulla sua liberazione prossima, vuole recarsi nella città dove abita Filemone e domanda a quest'ultimo di preparargli un alloggio. Paolo ha dovuto pensare necessariamente a una città dove aveva soggiornato, dove aveva legami; aggiungiamo una città di facile accesso per lui che cominciava a sentire il peso degli anni. Ma non era mai andato a Colosse che, peraltro, era sperduta nella profondità delle terre. Concludiamo che la residenza di Filemone deve essere collocata o a Tessalonica, o a Filippi, o a Corinto, o a Efeso, in una parola dovunque si vorrà piuttosto che a Colosse. 

Ritorniamo ai saluti delle due epistole. Oggi hanno diversi nomi comuni; in origine ne contenevano uno solo, quello di Archippa (Colossesi 4:17; Filippesi 2). In realtà questi due nomi designano due personaggi diversi dato che l'Archippa di Colossesi è un missionario marcionita del 140 circa. Ma quando si procedette all'edizione cattolica delle epistole paoline non vi si guardò da così vicino. Si identificarono i due Archippa e si concluse che Filemone l'amico o forse il padre di Archippa dimorasse a Colosse poiché l'Archippa di Colossesi 4:17 abitava in quella città. È Archippa che ha fatto di Colosse la patria di Filemone. 

Una volta acquisito il principio, ci si preoccupò di illustrarlo. Questo risultato fu ottenuto per mezzo di prestiti che si consentirono reciprocamente le due epistole. L'epistola a Filemone cedette Onesimo che divenne un apostolo di Colosse e fu posto in Colossesi 4:9. Essa diede anche Demas e Luca a cui si assegnò Colossesi 4:14. Dal canto suo l'epistola ai Colossesi prestò Epafras, Marco e Aristarco. In seguito a questi prestiti reciproci diventò evidente che Filemone fosse un ricco cristiano di Colosse.

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