(segue da qui)
§ 100) Zaccaria di Baruch, Zaccaria di Barachia e Zaccaria di Gioiada. — Ci si osserverà che nel Vangelo di Matteo non si legge «Zaccaria figliuolo di Baruch», bensì «Zaccaria figliuolo di Barachia». È chiaro però che la voce greca «Barachia» sta al posto della voce ebraica «Baruch», trattandosi di una variazione dello stesso nome. D'altronde la Bibbia conosce un altro Zaccaria figliuolo di Barachia, che è il noto profeta. Ma il personaggio di cui al passo di Matteo non può essere Zaccaria profeta, come riconobbero tutti i critici ecclesiastici; perché Zaccaria profeta non fu mai ucciso. Di fronte a queste difficoltà, la critica ecclesiastica, non volendo ammettere che lo Zaccaria del sermone fosse quello di Giuseppe Flavio, affermò che lo Zaccaria di Matteo era il figlio di Gioiada, del quale in II Paralipomeni, XXIV, 20-22. Un errore di amanuense dunque avrebbe causato l'equivoco, secondo questi critici. Possiamo noi sottoscrivere a questa ipotesi?
Anzitutto sta il fatto che nel Vangelo di Matteo si legge «Zaccaria figliuolo di Barachia». Ora, se facile potrà apparire un errore di amanuense nella trascrizione greca di Baruch in Barachia, non altrettanto possibile apparirà l'errore nella trascrizione di «Gioiada» al posto di Barachia. A parte ciò, va rilevato che nel II Paralipomeni si parla bensì di uno Zaccaria figliuolo di Giojada; ma quello era stato «lapidato», non già «ucciso», e noi sappiamo che nel linguaggio biblico lapidare ed uccidere non hanno lo stesso significato. Difatti nello stesso passo di Matteo, proprio due versetti dopo quello di Zaccaria, noi così leggiamo: «Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che sono inviati a te»; dal che si manifesta che la voce «uccidere» non è equivalente alla voce «lapidare». Ora, nel passo di Matteo si rimprovera ai Giudei di avere «ucciso» Zaccaria, non già di averlo «lapidato».
Soprattutto va rilevato — ed è qui l'importante — che nel sermone profetico, pronunciandosi da Gesù la grave invettiva contro i Giudei per tutte le colpe da loro commesse, così si precisa: «Finché non ricada su di voi tutto il sangue giusto versato sulla terra, dal sangue del giusto Abele al sangue di Zaccaria figliuolo di Baruch, che voi avete ucciso fra il tempio e l'altare». Ora, è manifesto che tra il primo delitto compiuto in danno del giusto Abele, e l'ultimo delitto compiuto in danno del giusto Zaccaria, debbono poter essere compresi tutti i delitti compiuti: «tutto il sangue versato sulla terra» dice l'invettiva. Perché se il delitto compiuto in danno di Abele è manifestamente il primo consumato dall'umanità, il delitto in danno del giusto Zaccaria doveva manifestamente essere l'ultimo, consumato dal popolo stesso al quale l'invettiva veniva rivolta. Ma soltanto il delitto compiuto nella persona di Zaccaria figliuolo di Baruch poteva essere l'ultimo, rispetto a Gesù d'Anano. Il delitto compiuto invece nella persona del figlio di Giojada risaliva ad oltre otto secoli prima, ed esso non avrebbe potuto essere l'ultimo. Difatti, come si evince da «Paralipomeni» (Cronache), lo Zaccaria di Giojada era stato lapidato nientemeno che nei primi anni del regno di Joas, e quest'ultimo aveva regnato in Giudea dall'anno 836 all'anno 797 av. E.V. Ora, come è possibile ammettere che colui il quale voglia rimproverare ad un popolo «tutto il sangue giusto versato sulla terra» cominci bensì da Abele, ma poi si fermi ad un delitto sconosciuto, compiuto otto secoli prima? Si aggiunga che in simili invettive i delitti sui quali può richiamarsi l'attenzione del popolo sono quelli che più sono impressi nella mente del popolo stesso, perché consumati sotto gli occhi del medesimo. Senonché in nessun modo poteva essere ricordato dai Giudei, cui Gesù parlava, il delitto che riguardava il figlio di Giojada, risalente alla preistoria di Israele, molto prima della cattività babilonese. Nessuno infatti del pubblico, al quale il discorso era rivolto, poteva sapere chi mai fosse stato il figliuolo di Giojada, e l'argomento sarebbe rimasto sterile. Tutti invece sapevano — quando parlava Gesù d'Anano — di Zaccaria figliuolo di Baruch.
Ma c'è dell'altro. Nel sermone profetico si afferma che Zaccaria figliuolo di Baruch era stato ucciso «tra il Tempio e l'altare». Ora, lo Zaccaria figliuolo di Giojada era stato lapidato nel cortile della casa del Signore, come si esprimono i testi, e cioè fuori del Tempio vero e proprio. Fu invece Zaccaria figliuolo di Baruch ad essere stato ucciso dentro il Tempio, perché così leggiamo in Giuseppe Flavio: «Due intanto dei più temerari, balzati in mezzo al tempio, uccidono Zaccaria».
È assurdo quindi affermare che lo Zaccaria di cui al sermone profetico, e del quale Gesù rimprovera ai suoi ascoltatori l'uccisione, possa essere stato lo Zaccaria figliuolo di Giojada.
Nessun commento:
Posta un commento