sabato 28 ottobre 2023

Invadenza dei giudeo-cristiani nei mitrei

 (segue da qui)

§ 112) Invadenza dei giudeo-cristiani nei mitrei. — Senonché il «neofita» di una nuova «mistica» è invadente dovunque vada, anche quando cerchi asilo. Pertanto, fino a quando, ospiti nei mitrei, i seguaci di Giuda furono in «minoranza», era Mithra il Dio che si celebrava nei riti. Ma allorquando, per il sopraggiungere di altri perseguitati, in quelle pacifiche comunità l'elemento galileo ebbe il sopravvento, a poco a poco in taluni mitrei i fedeli di Mithra furono assorbiti e sopraffatti dall'elemento nuovo, che continuava anche colà a propagare la propria fede. E poiché molti aspetti della concezione galilea, secondo le ultime elaborazioni della dottrina di Paolo, presentavano analogie colla religione di Mithra, quei nuovi propagatori entusiasti furono qua e là ascoltati, e a poco a poco, in taluni Mitrei, fu Gesù a salire sugli altari al posto di Mithra, mentre i vecchi misteri ed i vecchi riti, già celebrati in onore del Redentore persiano, venivano celebrati in onore del Redentore galileo.

Il surriportato ragionamento trova suffragio nei monumenti rimastici: documenti questi che sono i più sicuri, perché meno soggetti a interpolazioni e mutilazioni. Difatti non si può dubitare che taluni mitrei siano stati frequentati, e quindi abitati, dai cristiani, perché tali mitrei si manifestano altresì catacombe cristiane. Per contro talune catacombe si manifestano antichi mitrei. Così, il mitreo detto di S. Clemente non può non essere stato, nei suoi ultimi tempi, un luogo riservato al culto cristiano, perché quando più tardi la religione cristiana rimase trionfante, sul luogo dove prima era esistita la caverna-asilo, già tempio del culto di Mithra e quindi tempio del nuovo «Cristo», fu elevata una Chiesa, intitolata a S. Clemente. [1] Ora, questa Chiesa non sarebbe sorta in quel luogo, se il locale sottostante — come già le Chiese più antiche — non fosse stato in antecedenza consacrato a Cristo. Devesi quindi ritenere che quel Mitrèo, nato originariamente tale, sia stato in un secondo tempo asilo di cristiani. Ma poiché subito dopo tale evento la religione cristiana era stata ammessa tra i culti pubblici, i fedeli non si curarono più di cancellare in quello le tracce del culto di Mithra (che pertanto rimasero ad accertarne l'antica natura), ma lo hanno abbandonato, edificandovi sopra — come era ormai l'uso — la Chiesa dedicata a San Clemente. 

Altre catacombe, conosciute come eminentemente cristiane, si manifestano essere state antichi «mitrei». Ciò deve dirsi ad esempio per le catacombe di Domitilla, nelle quali trovasi ancora una pittura rappresentante Orfeo, mentre noi sappiamo che l'orfismo era stata una forma, o meglio una variazione, del culto di Mithra.

Per vero taluni studiosi, tra cui il Loisy (Mystères), affermano che il Cristianesimo primitivo avrebbe adottato tra le proprie figure mitiche Orfeo, e l'avrebbe giudicato degno di rappresentare Cristo nelle pitture delle catacombe. Senonché chi tenga presente l'intransigenza del cristianesimo primitivo, pari all'intransigenza del giudaismo, vedrà subito l'assurdità di una simile tesi. Come mai poteva il Cristianesimo assimilarsi all'Orfismo, ed elevare sugli altari Orfeo, che era il dio di una religione avversata? Per contro è noto che le altre concezioni religios del tempo — specie Orfismo, Mitraismo e Metroicismo (culto della Gran Madre) — non solo si tolleravano, ma si integravano a vicenda, tanto vero che i seguaci di Mithra (e probabilmente anche i seguaci di Orfeo), essendo i rispettivi misteri accessibili soltanto agli uomini, riconoscevano che le proprie donne dovessero seguire i riti della Gran Madre. Una simile tolleranza, inconcepibile nel cristianesimo, era dovuta al fatto che ciascuno dei seguaci di Orfeo, di Mithra o di Cibele, non si riteneva depositario dell'unica forma possibile di culto (cfr. colle varie «vie del socialismo» attuali); ma riteneva che le varie concezioni religiose non fossero che manifestazioni diverse del medesimo sentimento: tutte quindi ugualmente accette alla divinità. Fu anzi lo spirito di tolleranza delle religioni del tempo che costituì per esse un motivo di debolezza di fronte all'intolleranza del Cristianesimo, il quale ultimo proclamò sempre essere il proprio Dio il solo vero, e la forma di culto da esso praticata l'unica ammissibile. 

Giacché è successo, per la religione cristiana rispetto alle religioni del gentilesimo, quello che succede talvolta per talune «mistiche» politiche rispetto alle democrazie liberali. Le democrazie, tolleranti di tutte le libertà, non ostacolano la nascita o la crescita di quelle «mistiche» (messianismi), che pretendono avere il monopolio della verità, e di possedere il toccasana dei mali sociali. Accade pertanto molto spesso che da ultimo ne restino sopraffatte, restando sopraffatto anche quel concetto di libertà, che esse sostenevano, e restando in conseguenza sopraffatta la civiltà dei popoli.

Non può quindi accogliersi la spiegazione data dal Loisy alla figura di Orfeo nelle catacombe. Tale figura può invece soltanto spiegarsi coll'origine mitraica della catacomba stessa. Con che non si contesta affatto che altre catacombe, specie le meno antiche, siano state costruite esclusivamente dai Cristiani (i quali, come è noto, per vivere da ultimo secondo le leggi romane, si erano riuniti sotto la figura giuridica delle società funerarie).

Allorquando con Aureliano (270-275) il mitraismo divenne la religione ufficiale di Roma, i seguaci del Maestro Galileo rimasero avvantaggiati, sia perché molte caverne-asilo erano rimaste a loro disposizione, essendo stati taluni templi di Mithra costruiti all'aperto (all'uso romano); sia perché il periodo di culto ufficiale mitraico [2] avrebbe preparato i romani al cristianesimo successivo. Ed infatti, data la raggiunta affinità formale dei due culti, sarà facile, ai tempi di Costantino, persuadere le folle che il Dio già da esse venerato sotto il nome di Mithra, altri non era che «Gesù». Pertanto i pochi secoli di religione ufficiale mitraica nel mondo romano saranno serviti a preparare le masse alla fede cristiana, nonché a smussare la resistenza degli elementi tradizionalisti, i quali avevano visto sempre un motivo di decadenza in ogni mutare della vecchia religione di Giove.

Occorre adesso precisare che l'influenza mitraica ebbe ad esercitarsi inizialmente sopra una frazione sola delle prime collettività galilee. Questa frazione però (che contava molti seguaci in Italia, e specialmente a Roma), allorquando alle lotte tra le varie tendenze seguì l'unificazione del culto, col concilio di Calcedonia (451 a. E.V.), ebbe il sopravvento sulle altre tutte. E fu per questo che i suoi riti ebbero ad imporsi alla comunità, detta poi Cattolica. Ciò è tanto vero che le confessioni monofisite, rimaste dissidenti al concilio di Calcedonia, e dalle quali doveva poi sorgere la Chiesa copta, [3] nona vendo subìto l'influsso diretto delle comunità mitraiche, non accolsero tra i loro riti i misteri ed i riti di Mithra, e solo debolmente, per influssi posteriori, si nota in esse qualche traccia di quei riti e misteri.

NOTE

[1] È noto agli studiosi di archeologia che la Chiesa di S. Clemente in Roma è stata una delle primissime costruzioni cristiane, risalendo essa, nella sua prima forma, ai tempi di Costantino. Non può quindi dubitarsi che il luogo sottostante sia stato in antecedenza asilo di cristiani; giacché per norma generale i cristiani dei primi secoli costruivano le loro Chiese negli stessi luoghi dove prima erano esistite le loro catacombe. Ma poiché il locale sottostante la Chiesa di S. Clemente fu riconosciuto di origine mitraica, se ne deduce che deve pur esserci stato un momento in cui i seguaci di Mithra ed i seguaci di Cristo siano vissuti colà insieme, finché gli ultimi, avendo avuto il sopravvento, consacrarono a Cristo il vecchio tempio di Mithra e poco dopo edificarono sopra di esso (e cioè sotto l'attuale tempio fuori-terra) la loro chiesa. 

[2] Il periodo aureo del mitraismo quale culto ufficiale dell'impero si ebbe durante il regno di Diocleziano, il quale, mentre combatteva il Cristianesimo, restaurava i templi di Mithra, e fra l'altro costruiva a Charnuntum sul Danubio un tempio, dedicandolo «Deo Soli invicto Mithrae fautori imperii sui». Per le numerose iscrizioni dedicatorie al Dio Mithra, Sole invitto, vedi Muratori, Thesaurus veterum inscriptionum, Mediolani, MDCCXXIX, T. I., pp. 25, 26, 27. 

[3] Furono gli Arabi, dopo conquistato l'Egitto nel 641, che denominarono Copti o Cofti gli abitanti del paese, traducendo in tal modo (Quibit, Qubt ecc.) la parola greca «Aiguptos». E poiché questi erano allora quasi tutti cristiani, la denominazione rimase per indicare la fede religiosa, e si conservò poi per indicare le poche collettività mantenutesi fedeli al cristianesimo, in opposizione alla maggioranza della popolazione che aveva abbracciato l'islamismo.

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