domenica 7 agosto 2022

L'APOSTOLO DI FRONTE AGLI APOSTOLIAVVERTENZA

 
I ⅔ di ciò che vediamo è dietro i nostri occhi.


Il Dio di Coincidenza   

Può qualcuno negare che  

Una cosa dopo l'altra  

In sequenza e logica  

Mai vista prima   

Non può essere che la  

Interferenza di un Dio  

Determinata a provare che   

Ognuno che pretende  

Di conoscere ora  

Una cospirazione è   

Demente? 

(Kent Murphy)

Arriva sempre un giorno, nel pieno risveglio della coscienza, in cui per la prima volta si coglie un'ombra della verità che verrà, l'imminente liberazione dall'oscurantismo e dalla superstizione incontrollati: spesso è un presagio sottile come un gioco di luce che squarcia le tenebre dell'ignoranza, o il cadere dell'illusione sul conto dei folli apologeti cristiani, genia di persone dementi e senza intelletto. Annuncia umiltà, prima di tutto, e una lenta e dolce decadenza nell'ordine della illusoria arroganza di padroneggiare la Natura.

Un simile giorno arrivò, e fu accolto festosamente dalla mia coscienza, mentre la stupida fede cattolica nella quale ero stato allevato cominciava a volgere le spalle alla luce della ragione, nel più profondo silenzio.

Gesù, che prima mi sembrava un dio, non cessò di esserlo, solo era ora un falso dio, come tutti gli dèi sono falsi e bugiardi. Era come se l'avessi infilato per sempre in qualche oscura grotta del mio cervello, per conservarlo segreto e inviolato.

Mi ero imbattuto nelle lettere di un apostolo del Cristo della prima ora, che rivelava alla chiara luce del sole di non sapere nulla di nulla di un profeta apocalittico vissuto in Giudea nel passato recente. Come se non l'avesse mai conosciuto per qualcuno che avesse trascorso un'intera vita sulla terra, ma solo fosse disceso per poche ore sulla terra, il tempo sufficiente per farsi ammazzare sulla croce e risalire in cielo.

Entrambe, discesa e risalita, appartenenti al mondo oscuro e impenetrabile del puro mito. 

Ammiro e invidio nel miticista Edouard Dujardin la sua certezza nell'autenticità delle lettere paoline. Se solo quelle lettere sono autentiche, allora non c'è scampo per il “Gesù storico”: egli rimane per sempre nell'oblio inconsapevole in cui lo stesso Paolo, per la sua completa ignoranza di lui, lo ha suo malgrado avvolto. 

E non saranno banali appelli ad ovvie interpolazioni anti-marcionite presenti nelle lettere, come «nato da donna, nato sotto la legge» di Galati 4:4, oppure «nato dal seme di Davide secondo la carne» di Romani 1:3, a spostare la bilancia in supporto di un Gesù storico.

Quelle lettere, se autentiche, fanno a pezzi il Gesù storico, o almeno il pseudo-Gesù crocifisso sotto Pilato. Quella è la grande verità disvelata pienamente dalle lettere, ad un'attenta lettura di esse, sotto l'assunzione della loro autenticità.

Chi non lo capisce, o è troppo cieco per non capirlo, è condannato a fondare il suo Gesù storico sul nulla assoluto di riferimenti ad un Gesù storico nella più antica testimonianza cristiana a noi pervenuta.

Tale è il potere del silenzio, quando quel silenzio è inatteso sotto una (falsa) ipotesi.

Il Gesù mitico, il Gesù semplicemente allucinato, il Gesù di carta nelle più antiche testimonianze cristiane, è un'attrazione che non potete perdervi... non importa quanto vorreste poterlo fare.
ÉDOUARD DUJARDIN

L'APOSTOLO

DI FRONTE AGLI APOSTOLI


AVVERTENZA

I due studi che contengono il presente volume rappresentano il seguito e la fine della «Storia Antica del dio Gesù», il cui ultimo volume era apparso nel 1935. L'intervallo sarà stato lungo. Il volume era completato, salvo che l'ultima mano restava da mettervi, fin all'inizio dell'anno 1940 e si comprenderà che gli eventi che da allora si sono svolti hanno fatto esitare l'editore a farlo pubblicare. Le preoccupazioni dell'autore non essendo mai, d'altra parte, completamente distolte dal soggetto, si ammetterà egualmente che, prima di rimettere finalmente definitivamente il suo manoscritto alla stampa, questi abbia ritenuto utile, se non necessario, di procedere ad una revisione del suo lavoro.

L'opera, dicevo, rappresenta non solo il seguito, ma anche la fine della «Storia Antica del Dio Gesù» intrapresa diciotto anni fa. Nella prefazione del primo volume della serie si trovava una lista abbastanza lunga delle opere che sarebbero seguite, se, si diceva, le forze dell'autore glielo permettessero... Quella restrizione era prudente. Il programma annunciato non sarebbe stato forse però al di sopra delle forze di questi, se avesse potuto dedicarvisi interamente. Le esigenze della vita non lo hanno permesso. Infatti, se a dire il vero il pensiero di un autore e le sue meditazioni restano sempre legate alle opere che gli stanno a cuore, non ne è lo stesso per i lavori di erudizione, i quali esigono una applicazione assidua.

Una parola sulla visione qui attribuita a san Pietro. Ammettendo che il «principe degli apostoli» sia andato a Roma, come la cosa è del resto probabile, e che vi abbia vissuto fino all'epoca della persecuzione neroniana, non ho ritenuto che vi fosse eccessiva temerarietà nel raccogliere in una visione che avrebbe avuto alla fine della sua carriera (e che era legittimo prestare al grande visionario) i ricordi più o meno distorti dei racconti che sarebbero stati il punto di partenza della leggenda cristiana.

C'è bisogno di ricordare che, senza pregiudicare il loro valore, intendiamo per dottrine evemeriste quelle che vedono in Gesù un uomo tra gli uomini che per il seguito si sarebbe creduto essere un dio, e per dottrine miticiste quelle che vedono in lui un dio tra gli dèi al quale si sarebbe attribuita una vita umana. [1]

NOTE
[1] Si veda Première génération chrétienne, pagine 8-9.

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