giovedì 28 aprile 2022

LA PRIMA GENERAZIONE CRISTIANALA CELEBRAZIONE DEL DRAMMA E DEL PASTO SACRO

 (segue da qui)

LA CELEBRAZIONE DEL DRAMMA E DEL PASTO SACRO

Riprendiamo il seguito degli eventi; siamo restati nel momento in cui, avendo lasciato il loro paese, i Galilei sono appena arrivati a Gerico e di là a Gerusalemme e finiscono di sistemarsi bene o male nelle loro abitazioni improvvisate. La primavera si annunciava, ancora esitante sulle alture di Gerusalemme, già rigogliosa nella zona quasi tropicale di Gerico. Il momento era giunto di celebrare l'antico dramma e il pasto sacro; la carovana si mise in marcia e ben presto, oltrepassando Gerico, raggiunse la regione desertica dove si elevava la collina sacra, e si piantarono le tende.

Allora, in una solitudine che nulla turbava, si svolse il sacrificio che fu nel contempo l'ultimo delle migliaia di sacrifici in cui Gesù era stato messo a morte al fine di risorgere, e quello, l'unico, di cui i vangeli dovevano fare la meta e il termine della sua incarnazione.

Primo giorno: la crocifissione. Per riassumere qui l'impressione che emerge dai dati che riunirà il nostro prossimo volume, immaginiamo una sorta di «Cammino della Croce» in un ambiente di contadini biblici.

Secondo giorno: la sepoltura; e questo secondo giorno, cominciato, come si sa, al tramonto del sole del primo giorno, si prosegue nel riposo sabbatico che corrisponde al sonno del dio nella tomba.

Ed eccoci al mattino del terzo giorno, che è la domenica. I riti di resurrezione si compiono, abbastanza simili (per l'essenziale), nella loro rustica umiltà, alla nostra festa cattolica di Pasqua: dei canti, una processione, delle marce regolate e ritmate, con il racconto liturgico che racconta la resurrezione.

Il dramma sacro è terminato. Il pasto sacro comincia. 

Ma a questo momento un miracolo inaudito si verifica: il dio, di cui si è appena festeggiata la resurrezione, appare ai suoi fedeli. 

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