lunedì 25 aprile 2022

LA PRIMA GENERAZIONE CRISTIANAIL PASTO SACRO

 (segue da qui)


IL PASTO SACRO

Il pasto sacro si celebrava, all'epoca giudeo-greco-romana, in un gran numero di religioni e di associazioni religiose, dove aveva perso, nessuno può dubitarne, ogni carattere teofagico o omofagico. Questo era il caso nel pre-cristianesimo; ma, dal fatto che i pre-cristiani si erano trovati obbligati a praticare il culto ebraico nello stesso tempo in cui praticavano il loro culto segreto, quest'ultimo era stato contaminato dal rituale dei pasti ebraici, dopo esserlo stato una volta da quello dei pasti cananei e dei pasti israeliti.

L'esistenza del pasto sacro precristiano è dimostrata, non solo dall'uso generale delle altre religioni, ma da quello che se ne è conservato nella chiesa cristiana primitiva, e da quello particolare che attesta indiscutibilmente la Didaché.

Si sa che la Didaché, o Insegnamento dei Dodici Apostoli, è un piccolo libro posteriore ai vangeli ma di origine antica, e che si rivolge ad un gruppo cristiano che sembra essere rimasto ad uno stadio arcaico del cristianesimo, con resti, non dubbi secondo noi, di un pre-cristianesimo non galileo che non praticava il dramma sacro. [1] Nel programma che presenta del pasto sacro, alcuna allusione è fatta al sacrificio della Croce o all'istituzione eucaristica, prova che il gruppo aveva conservato su questo punto l'antico rituale precristiano, [2] pur accogliendovi un certo numero di logia evangelici. 

Che questo pasto sia stato celebrato immediatamente dopo la festa della resurrezione, la cosa è, d'altra parte, dimostrata: innanzitutto, dal fatto che la domenica, giorno della resurrezione, era allo stesso tempo nella chiesa primitiva il giorno del pasto di comunione; in seguito da una tradizione attestata nei vangeli dalla serie di sei testi cruciali sui quali dovremo tornare studiando l'Apparizione. [3]

Quale era l'alimento comune del pasto sacro precristiano? Abbiamo esposto precedentemente che nelle epoche antiche esso si era presentato sotto tre specie: pesce, pane e agnello. Il pesce sembra aver perseverato tra i pescatori galilei, e il pane nei gruppi agricoli e urbani della Palestina. Nella Diaspora, il pane è in uso tra i gruppi del Mediterraneo orientale, in particolare nelle comunità paoline, e il pesce congiuntamente al pane a Roma, come lo si vede nelle più antichissime pitture delle Catacombe. [4] Il doppio costume si riscontra nei racconti evangelici della moltiplicazione dei pani e dei pesci.

Sembra quindi probabile che il pesce sia stato l'alimento comune che dovette essere impiegato nel pasto sacro di cui si doveva fare la famosa Cena. È concepibile che San Paolo, praticando solo la comunione del pane, abbia avuto in vista solo quest'ultima, e che il verso della sua epistola ai Corinti («Prese il pane e lo spezzò») lo abbia imposto alle Chiese tanto più facilmente quanto più corrispondeva alle abitudini e alle idee della Diaspora, ciò senza grande resistenza dei Galilei... Nel dubbio (e per non comprometterci) diremo senza altra precisazione «l'alimento»... Come pure, il punto importante non è tanto sapere in cosa è consistito questo «alimento», quanto sapere se sia ridiventato ciò che era stato alle origini: il corpo del dio. 

NOTE

[1] Si veda Appendice 5.

[2] Una deduzione analoga può essere tratta dai passi degli Atti dove la frazione del pane è menzionata senza quella allusione, questi passi non pretendendo affatto di darne il programma, come fa la Didaché

[3] Luca 24:30-31 e 35; Luca 24:36-51; Giovanni 20:19; Giovanni 21:4-14; Marco 16:14-19; Vangeli agli Ebrei, citato da San Girolamo, De Viris, 2.

[4] Cosa che dimostrerebbe l'origine galilea della comunità romana. 

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