domenica 6 marzo 2022

IL DIO GESÙPrima vista sulla connessione della crocifissione con la leggenda gesuana

 (segue da qui)


PRIMA VISTA SULLA CONNESSIONE DELLA CROCIFISSIONE CON LA LEGGENDA GESUANA

E io domando il permesso di lasciarmi andare a qualche minuto della fantasticheria, — della fantasticheria esegetica, che è venuta ad evocare una settima coincidenza, e non la meno straordinaria. 

Abbiamo visto che traducendo la stessa parola greca Iêsous e la stessa famiglia di parole ebraiche Iehoshuah, Ieshuah, Ieshuh, con Giosuè quando si tratta dei personaggi biblici, e con Gesù quando si tratta del Nazareno, la tradizione ha soffocato l'abbagliante rapporto che esiste tra il Gesù crocifisso sotto Tiberio e il patriarca Gesù-Giosuè in cui possiamo vedere solo un antico dio palestinese trasformato dal giudaismo in eroe servitore di Jahvé.

Questo misfatto non è unico; ecco un nuovo esempio.

Il termine ebraico talah, e il suo corrispondente greco κρέμαμαι, che significa crocifiggere, è tradotto in tutte le nostre Bibbie con la parola appendere. Etimologicamente, non c'è nulla da obiettare; questo è il senso latino; così, lo Stabat Mater descrive il dolore di Maria mentre suo figlio è appeso, dum pendebat filius. Questo è anche il senso di Bousset: il Figlio di Dio è stato appeso alla croce. Appeso significa sospeso in aria, in modo da non toccare il suolo; la sospensione al di sopra del suolo è il fatto essenziale della crocifissione. 

Ma appendere ha preso, nell'uso, il senso di strangolamento, dimodoché quando la brava gente legge nella Bibbia di Segond (e nelle altre) che un uomo è stato «appeso», mi domando quanti comprendono che si tratta di una crocifissione. 

Quella errata traduzione dell'ebraico talah e del greco κρέμαμαι ha velato agli occhi dei lettori non specialisti e può anche avere offuscato, per una sorta di suggestione, agli occhi degli specialisti l'oltraggiosa connessione tra la morte di Gesù e la leggenda del patriarca Giosuè.

Enumeriamo i casi di crocifissione talah che si riscontrano nelle parti antiche dell'Antico Testamento, diciamo nell'Eptateuco, e in particolare praticati dai patriarchi o dagli eroi d'Israele.

Io non conto quindi l'esposizione delle mani e dei piedi degli assassini di Ish-Bosceth, 2 Samuele 4:12, che non è d'altronde una crocifissione vera, né a maggior ragione l'avventura di Assalonne, 2 Samuele 18:9-10; non conto neppure il caso di Aman nel libro di Ester, che non appartiene all'antica Bibbia. Metto da parte il supplizio del panettiere del faraone, Genesi 40:10, 22 e 41:13, che richiede tutto uno studio e che si può scartare in quanto supplizio egiziano. Contiamo. Ci sono, per tutta l'antica Bibbia, tre casi di crocifissione talah che rientrano nelle condizioni poste (testi citati più sopra): il re di Ai — i cinque re di Makkedah, —— il re di Gerico; vale a dire (poiché vi sono cinque crocifissi a Makkedah) sette crocifissioni, —— sette esattamente, sette, non una di più e non una di meno, e che sono praticate da un patriarca... Da quale?

Dal patriarca che le nostre traduzioni denominano Giosuè.

Gesù, il solo dio crocifisso, — Giosuè, il solo patriarca che crocifigge.

Sento ovviamente la risposta: pura coincidenza! Ancora una coincidenza, come Ghilgal e Golgota, come Barabba e il Figlio del Padre, come Ieshuah e la Salvezza, come l'Ichthus, come Nazaret e il Nazareno...

Non basta però domandare al Gesù che muore crocifisso per ordine di Ponzio Pilato se si ricorda, sulla sua croce, dei re di Ai, di Makkeda e di Gerico, e deridere: Occhio per occhio, dente per dente, e croce per croce, Signore Gesù. Altrettanto empio sarebbe il gioco di ricordargli che colui che ha colpito con la spada perirà di spada e che colui che ha fatto perire con la croce perirà di croce... La nostra meditazione deve andare più oltre...

È un fatto riconosciuto nella storia delle religioni che gli atti sacrificali sono indistintamente trasferiti dal soggetto all'oggetto nelle leggende che ne sono nate; intendo, Adone è un dio cinghiale, e il mito dice alternativamente che egli uccide il cinghiale e che egli è ucciso dal cinghiale. 

Il rapporto, in Dioniso, tra il dio e la vittima è ancora più sorprendente.

Il patriarca Gesù, alias Giosuè, che crocifigge ad Ai, a Makkedah e a Gerico, e che è l'unico nell'antica Bibbia a crocifiggere, sarebbe il dio crocifisso stesso negli antichi santuari di Gerico, di Makkeda e di Ai?

Io pongo semplicemente la questione.

Ma dichiaro che, se non si trattasse del cristianesimo e di Gesù, se una tale «coincidenza» si riscontrasse nella leggenda di non importa quale personaggio dell'antichità, non esisterebbe oggi uno studioso che non concluderebbe per l'identità tra l'uomo crocifisso e l'antico dio che crocifigge ed è crocifisso.

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