giovedì 28 ottobre 2021

IL DIO GESÙLe due storicità

 (segue da qui)


SECONDA PARTE 

UN DIO TRA GLI DEI

II

LE DUE STORICITÀ

Il problema delle origini cristiane è, all'ora attuale, un problema mal posto.

Per punto di partenza, il razionalismo suppone un uomo la cui esistenza è quantomeno problematica e in ogni caso ricoperta da un inestricabile tessuto di leggende; e cerca come da quest'uomo una religione abbia potuto emergere. 

Per punto di partenza, bisogna prendere il fatto infinitamente reale della credenza in un dio, la quale esiste da diciotto secoli, e cercare l'origine di quella credenza.

Gli studiosi razionalisti si sono ipnotizzati sull'idea che si sono fatti di Gesù uomo tra gli uomini, o, se si preferisce, sull'immagine puramente umana che il nome di Gesù evoca nella loro mente: un profeta, un agitatore, un qualunque galileo, geniale secondo gli uni, mediocre secondo gli altri, impossibile da conoscere secondo la maggior parte, ma di cui si tratta nondimeno di svelarne l'azione. Studiano come da quest'uomo i primi cristiani hanno fatto un dio; come a tale epoca, in tale libro, è diventato un dio. Ma in fondo al loro pensiero, e in fondo al loro cuore, l'uomo non cessa di abitare, che nessuna procedura, che nessuna operazione extra-giudiziale riesce ad espellere.

Ora, io dico che quando si pronuncia il nome di Gesù, non è quest'uomo, questo fantasma d'uomo, quell'ombra di un'ombra, che dovrebbe profilarsi, ma il dio che da diciotto secoli riempie il mondo civilizzato.

Se, in effetti, Gesù uomo tra gli uomini non è attestato, o almeno è mal attestato dai documenti della storia, Gesù dio tra gli dei è  al contrario attestato e smisuratamente attestato.

E domando rispettosamente ai maestri che onoro, al signor Alfred Loisy, al signor Charles Guignebert, al signor Maurice Goguel, e, con loro, a tutti gli studiosi razionalisti i cui lavori arricchiscono la scienza delle religioni, il permesso di prenderli per mano e, la prossima volta che il nome di Gesù sarà pronunciato tra noi, di invitarli ad entrare in una qualunque delle innumerevoli chiese dove all'ora attuale l'incenso fuma davanti alla sua immagine; di aprire non importa quale delle migliaia di libri dove la sua divinità è proclamata; di conversare per un minuto con non importa quale dei credenti che gli rivolgono il fervore delle loro preghiere; e, per poco che acconsentano a risalire con l'immaginazione il corso dei secoli, di ricordare da quanti secoli queste chiese esistono, questi dogmi sono stati affermati, queste preghiere salgono nell'azzurro del cielo. 

E altrettanto rispettosamente domanderei loro dove sono gli altari dove l'incenso fuma e dove gli inni cantano in onore di Lutero, di Maometto e, se è permesso unire per un momento il serio al faceto, di Carlo Magno e di Napoleone.

E altrettanto rispettosamente li inviterei ad evocare col pensiero i templi, in verità così vicini parenti a quelli di Gesù, dove furono adorati Giove, Osiride e Dioniso...

Ma, quale che possa essere la decadenza della fede nel cristianesimo contemporaneo, abbastanza credenti hanno adorato e adorano ancora Gesù perché si possa dire che nessun dio è stato ed è più attestato. Se si tratta di una realtà storica, quale realtà è più indiscutibile del culto reso a Gesù? È questa realtà che io pongo come principio ad ogni studio del cristianesimo. E al signor Loisy, al signor Guignebert, al signor Goguel, a tutti gli studiosi razionalisti, io domando il permesso di dire, non dell'uomo ipotetico e in ogni caso quasi inconoscibile che essi congetturano, ma del dio che da ogni parte riempie la storia della civiltà moderna:

 Ecco Gesù.

Così apparirà chiaro a qual punto la proposizione celebre «Gesù non è esistito», o, più semplicemente ancora, «Gesù non è mai esistito», è grossolanamente insufficiente. E sarà facile  finirla con una posizione così superficiale della questione.

Si può interrogare: Maometto è esistito? Guglielmo Tell è esistito? E, quando si ha dello spirito: Napoleone è esistito? Si dovrà ricercare se gli uomini con questi nomi sono nati a tali date, morti a tali altre, ecc. L'alternativa è tra un uomo e una finzione.

Ora, se per Maometto, per Guglielmo Tell, per Lutero, per Napoleone, non c'è una terza alternativa, vi è una terza per Gesù, ed è che egli esiste in quanto essere spirituale. Tenteremo presto di precisare ciò che si può intendere per un essere spirituale. Ma, sin d'ora, è certo che alla domanda: Gesù è esistito ? i credenti risponderanno che non solo è esistito, ma che esiste, e da tutta l'eternità.

Allo stesso modo, duemila anni fa, i fedeli di Attis o Mitra avrebbero potuto rispondere che Attis o Mitra erano esistiti, esistevano e non avrebbero cessato di esistere.

In cosa differiscono dunque l'esistenza di un uomo e l'esistenza di un dio? In questo: l'uno, dato dall'esperienza razionale, appartiene all'ordine fisico; l'altro, qualsiasi leggenda gli si attribuisca, è dato dalla fede, e appartiene all'ordine del soprannaturale. 

Quando si tratta di un uomo, e dell'ordine della natura, la questione può quindi legittimamente porsi: finzione o realtà. Pharamond è o non è esistito ?

Quando si tratta di un dio, la questione è triplice: finzione (vale a dire impostura o illusione); esistenza spirituale (vale a dire un dio la cui realtà è stata concretizzata in leggende); esistenza fisica (vale a dire un uomo di cui si è potuto fare un dio o che si è creduto essere un dio).

Gesù, Attis, Osiride, Jahvé furono personaggi di fantasia?

Furono uomini?

Sono esseri spirituali che esistono spiritualmente nella fede dei loro fedeli?

Se sono uomini, li si studierà come tutti gli altri personaggi della storia. Se sono dèi, si domanderà alla scienza delle religioni di analizzare e alla sociologia di interpretare ciò che di loro ha affermato la fede.

Per storicità, gli studiosi intendono il fatto di appartenere alla storia; ma per il fatto stesso che le opinioni della fede hanno il loro posto nella storia, la nozione di storicità deve applicarsi all'esistenza spirituale di Gesù, tanto quanto a un'esistenza fisica. E nessuno dubiterà che Gesù, essere spirituale, ha giocato negli annali dell'umanità un ruolo così considerevole come non poté mai giocare alcun profeta galileo.

Vi sono dunque due tipi di storicisti. Scartiamo, quanto a Gesù, come indegna del minimo studio, la possibilità di un'impostura o di un'illusione; poniamo la questione tra storicità fisica e storicità spirituale.

Nel precedente capitolo, il primo punto è stato esaminato, quello della storicità fisica: Gesù è attestato, è storicamente immaginabile in quanto uomo tra gli uomini? Il secondo punto deve a sua volta essere esaminato: come è possibile concepire in Gesù una storicità spirituale, — diciamo l'esistenza spirituale?

Ed è necessario esaminare più da vicino in che consiste l'esistenza spirituale. 

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