sabato 18 settembre 2021

Mandei e Cristiani

 (segue da qui)

IX. — MANDEI E CRISTIANI

I discepoli di Giovanni il Battista nel Nuovo Testamento sono o non sono i Mandei? Dal punto di vista dell'esegesi del Nuovo Testamento e della storia delle origini cristiane, è forse là il punto più importante di tutto il problema mandeo.

Se le opinioni degli studiosi sono divise su questo argomento, è forse perché la questione è stata mal posta. È questo almeno quello che sembra risultare dal nostro piccolo studio. Così come la questione è stata posta, essa presuppone tacitamente che tutti i discepoli del Battista che figurano nel Nuovo Testamento appartengano alla stessa categoria. Non fa alcuna distinzione tra i discepoli del Battista che ignorano lo Spirito Santo (Atti 19) e quelli ai quali si crede di dover attribuire la leggenda della nascita di Giovanni (Luca 1-2), dove il ruolo dello Spirito Santo è fondamentale.

Abbiamo concluso che i discepoli del Battista in Atti 19 sono autentici Mandei, mentre Luca 1 e 2 è dovuto agli ebrei che hanno tentato di accaparrare il mito del Rivelatore mandeo per fare di lui un profeta alla maniera ebraica.

Sulle origini geografiche del Mandeismo, i testi mandei sono muti. La più antica informazione geografica che possediamo sui Mandei è quindi Atti 19, che situa una comunità mandea a Efeso.

D'altra parte, siamo stati più volte colpiti dall'importante ruolo che questa stessa città di Efeso svolge nella storia delle origini cristiane. È ad Efeso e nelle città circostanti che si trova l'Apocalisse, [1] e abbiamo constatato fino a qual punto il messianismo di un colore speciale che ha trovato la sua espressione in questo scritto abbia contribuito a preparare il terreno al cristianesimo. È anche a Efeso che il cristianesimo si è separato dalla Sinagoga per costituirsi in religione indipendente, è quindi a Efeso che comincia la storia propriamente detta del cristianesimo. 

L'Asia Minore, in particolare la regione di Efeso e delle città circostanti, tale sembra dunque essere stata la culla comune del Mandeismo e del cristianesimo. Peraltro, queste due religioni non sembrano soltanto avere avuto la stessa patria, ma anche gli stessi parenti: i proseliti. Abbiamo visto che l'una e l'altra si spiegano meglio con le idee e le aspirazioni di ex pagani che hanno fortemente subito l'influenza della Sinagoga, ma che hanno cercato di emanciparsene. 

Le due religioni sono dunque delle religioni sorelle e forse perfino sorelle gemelle, ma la sorte riservava loro destini diversissimi. Mentre una marciava trionfalmente alla conquista dell'Occidente, l'altra, esiliata dal suo paese, vegetava in alcuni oscuri villaggi della Mesopotamia, attaccata con ostinazione alle sue tradizioni, ai suoi testi sacri, al sistema infinitamente complicato delle sue pratiche rituali.

In origine, le due sorelle si sono date lo stesso nome. Nel Nuovo Testamento, i cristiani sono chiamati Nazorei — nome che fu più tardi corrotto in Nazareno e che diede nascita alla leggenda dell'infanzia di Gesù in un villaggio dal nome di Nazaret — e Nazorei è anche il titolo onorifico con cui i Mandei amano fregiarsi, tra l'altro nella preghiera sacerdotale dell'Uomo-Dio.

I Mandei e i cristiani sono quindi, gli uni e gli altri, dei proseliti emancipati dalla Sinagoga, ma quella emancipazione non si è prodotta nella stessa maniera. I cristiani ci tenevano soprattutto ad emanciparsi dai riti che imponeva loro il giudaismo. Nonostante tutte le concessioni fatte dagli ebrei che li dispensavano dalla Legge di Mosè, il minimo giudicato indispensabile: la proibizione del sangue e forse della carne di maiale, [2] sembrava loro ancora un giogo insopportabile. Si affrancarono da ogni proibizione di cibo per proclamare il principio della libertà dei figli di Dio. I Mandei al contrario, nonostante il loro odio implacabile per tutto ciò che è ebraico, osservano ancora oggi fedelmente la proibizione del sangue, la Legge di Noè che gli ebrei imponevano ai proseliti.

Sul terreno dogmatico i Mandei si sono emancipati dal giudaismo molto più radicalmente dei cristiani. L'Antico Testamento è per loro un libro d'impostura, e lo Spirito Santo che lo ha ispirato è un potere delle tenebre. I cristiani non hanno abiurato lo Spirito Santo. Si sono accontentati di fargli subire le trasformazioni che abbiamo seguito attraverso le tre fasi successive del cristianesimo arcaico, gioannita e cattolico. 

Se quindi la religione cristiana e la religione mandea sono due sorelle e forse due sorelle gemelle, sono anche due sorelle nemiche. Per i cristiani, il solo peccato imperdonabile è bestemmiare contro lo Spirito Santo, come fanno comunemente i testi sacri dei Mandei. Per i Mandei, le tre persone della Santa Trinità, Jahvè, Gesù e lo Spirito Santo, sono falsi dèi, poteri delle tenebre, spiriti nemici della Luce. 

Il Mandeismo è la sola religione al mondo che abbia col cristianesimo da una parte analogie così fondamentali, d'altra parte opposizioni così nette.

Grazie a questa doppia natura, esso diventa un prezioso testimone delle origini cristiane. 

In questo studio, abbiamo approfondito un solo elemento della religione mandea: la sua ostilità contro lo Spirito Santo. Questo solo elemento ci ha suggerito conclusioni che per molti versi ci permettono di vedere più chiaramente nel problema delle origini cristiane. Che ne sarà quando si saranno ricavati dalla totalità della religione mandea i chiarimenti che essa comporta? 

L'ostilità dei Mandei contro lo Spirito Santo ci ha permesso di differenziare nel Nuovo Testamento i testi che trattano di Giovanni il Battista e dei suoi discepoli. Siamo stati così condotti a distinguere tre fasi nell'evoluzione della leggenda di Giovanni: dapprima, il mito mandeo del Rivelatore nato dall'Alto; in seguito, il tentativo degli ebrei di fare di Giovanni un profeta a loro maniera, un profeta ispirato dallo Spirito Santo; infine abbiamo visto il cristianesimo accaparrare Giovanni per fare di lui il precursore di Gesù. 

Facciamo il punto della situazione e misuriamo la strada che abbiamo percorso. Nella sua Évolution religieuse de l'Humanité, il professor KREGLINGER [3] ha riassunto in modo ammirevole ciò che si credeva di sapere di Giovanni il Battista e dei Mandei:

 «Sorsero numerosi Messia. Alcuni di loro radunarono attorno a sé alcuni ardenti seguaci; ma il governo mise fine, quasi subito, alla loro avventurosa impresa; come Teuda e Giuda di Galilea, di cui parlano Giuseppe e il Libro degli Atti. [4] Altri ebbero più successo. Giovanni, in particolare, che battezzò sulle rive del Giordano, non si limitò affatto ad essere un semplice precursore. Egli fondò comunità durature che lo veneravano come Messia, che si estesero su tutta l'Asia antica, che Paolo incontrò ad Efeso, e che, ancora oggi, sopravvivono presso le foci dell'Eufrate, dove i Mandei possiedono un vangelo di cui Giovanni è l'eroe».

Dal Giovanni che «non si limitò affatto ad essere un semplice precursore» al Giovanni che è diventato «precursore» solo alla terza tappa dell'evoluzione della sua leggenda, noi speriamo di aver fatto qualche progresso nella direzione della verità storica.

NOTE

[1Il grande porto di mare di cui il profeta annuncia la rovina in Apocalisse 18 sembra essere stato originariamente Efeso. La prostituta (17) reca sulla sua fronte: «Babilonia la grande, la madre delle prostitute e degli abomini». Per gli ebrei, la parola «abominio» aveva il senso di «divinità pagana». Io leggo dunque: «La grande madre delle dèe e degli dèi». È la «Grande Madre degli dèi», Cibele-Diana, patrona di Efeso. Gli adepti della Bestia (13) recano in tatuaggio sacro il numero della Bestia, che è 666 o 616. Prudenzio (Peristeph. 10, 1.076 ss.) dice che i mystes di Attis portavano un tatuaggio sacro. 616 è il calcolo di Attis al dativo, Attei, «consacrato ad Attis». — Tutti questi aspetti concorrono a situare l'Apocalisse nella regione di Efeso. 

[2] Si veda appendice 3.

[3] RICHARD KREGLINGER, L'Evolution religieuse de l'Humanitè, Parigi (Rieder) 1926.

[4] 5:36-37.

Nessun commento: