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3° Il matrimonio
La dottrina cristiana sul matrimonio è fondata principalmente su un capitolo dell'epistola di Paolo agli Efesini, [31] dove l'apostolo precisa che si tratta di un «grande sacramento». L'idea di santificare l'unione coniugale non è peraltro specifica al cristianesimo.
Non vi è menzione che una sola volta nei vangeli: Gesù insegna chiaramente che egli intende su questo punto riformare la legge di Mosè, che permetteva al marito di ripudiare sua moglie con una semplice «lettera di divorzio»; [32] d'ora in poi ogni uomo che ripudierà sua moglie commetterà un adulterio. [33] Si noterà che Matteo fa un'eccezione, sconosciuta agli altri, nel caso della prostituzione. [34]
Su queste basi, la Chiesa ha fondato la sua proibizione del divorzio, ma si è riservata la valutazione dei casi di annullamento del matrimonio: inutile dire che non vi è menzione di ciò nei vangeli!
La proclamazione dell'indissolubilità del matrimonio contrasta con la generalizzazione del divorzio nell'alta società romana, [35] contro la quale l'imperatore Augusto aveva invano tentato di reagire. Si tratta di una concezione morale, variabile a seconda dei paesi e dei tempi; e ciascuno riferisce a Dio la sua concezione del matrimonio, perfino se si tratta della poligamia.
NOTE
[31] Efesini 5:22-23.
[32] Deuteronomio 24:1.
[33] Marco 10:11, Luca 16:18.
[34] Matteo 19:9.
[35] «Divorziano per maritarsi, si maritano per divorziare» (Seneca, De benef. 3:16). «Quella che si sposa tutte queste volte, non si sposa: è adultera per legge» (Marziale 6:7).
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