venerdì 13 settembre 2019

La Favola di Gesù Cristo — «Flavio Giuseppe»

(segue da qui)

Flavio Giuseppe

Arriviamo al grande storico ebreo, al quale dobbiamo così tante informazioni sugli eventi in Palestina. Giuseppe nacque nel 37 o 38, morì nel 94: ha dunque vissuto ben dopo la presunta morte di Gesù, ad un'epoca in cui dovevano esistere le prime comunità cristiane. Da dove viene dunque il suo silenzio su Gesù e su quelle comunità? La sua opera abbonda di dettagli: ci segnala l'esistenza di molti personaggi secondari, di tutti gli agitatori, di tutto i pretesi Messia: Gesù, lui solo, gli è sconosciuto.

Giuseppe ha scritto due grandi opere, destinate a far conoscere ai Romani la storia e la mentalità del popolo ebraico. Per gli ebrei autonomisti, è un «collaboratore». Non esita tuttavia a parlare degli Zeloti, di Giuda, di Menahem, di tutti coloro che hanno preso le armi contro i Romani: non è dunque per prudenza che avrebbe passato sotto silenzio il pacifico Gesù, sostenitore del tributo a Cesare. Si pensa addirittura che egli sarebbe stato felice di poter citare quell'esempio! 

A dire il vero, nessun autore esterno è stato più rimaneggiato, più stravolto dai cristiani di Giuseppe. Padre Gillet, il suo traduttore, ammette: «Le contraddizioni e le alterazioni nascono per così dire ad ogni passo». Vediamo quel che ne resta.

A)
Le «Antichità giudaiche» ripercorrono la storia del popolo ebraico, dalla creazione del mondo secondo la Genesi fino al 66 E.C. (ultimo procuratore romano Gessio Floro, 12° anno di Nerone e inizio della grande rivolta giudaica). La fine  comprende dunque il periodo in cui avrebbe vissuto Gesù. In effetti, Giuseppe vi parla del famoso censimento dell'anno 7, e della rivolta in quella circostanza di Giuda il Galileo, poi della morte nel 48 dei suoi due figli Giacobbe e Simone, crocifissi dal procuratore Tiberio Alessandro. Di Gesù solo, non una parola, se escludiamo il passo interpolato di cui parlerò più avanti.

B) La «Guerra dei Giudei» copre il periodo che va dal regno di Antioco Epifane (164 A.E.C.) alla presa di Gerusalemme nel 70. Contiene quindi delle parti parallele all'opera precedente e l'autore vi avrebbe trovato una seconda occasione per parlare di Gesù. Ciò che ci interessa di più, è il secondo Libro, che va dalla morte di Erode il Grande (4 A.E.C.) all'arrivo di Vespasiano (67 E.C.). Sfortunatamente, questo Libro ci è pervenuto in uno stato di tale stravolgimento che è divenuto incoerente: furiosi per non scoprirvi ciò che cercavano, i cristiani hanno senza dubbio imbrogliato le carte! Per fortuna, tutto ridiventa chiaro nei Libri successivi, che raccontano la storia della rivolta di Menahem e della guerra del 67-70!

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