lunedì 9 dicembre 2013

τοῦ λεγομένου Χριστοῦ è un'interpolazione cristiana (VIII)

Segue dal post precedente.

Il Padre della Chiesa Eusebio

In qualche modo, i nomi di Egesippo e Flavio Giuseppe furono confusi l'un con l'altro a volte, che per coincidenza è anche il caso capitato all'opera di Pseudo-Egesippo che realmente fu chiamata Iosippus perchè era una sintesi latina della Guerra Giudaica di Giuseppe. Non importa da dove Origene attinse quell'informazione, Eusebio lesse a sua volta Origene e senza dubbio prese da lui il passaggio con l'informazione che esso proveniva da Giuseppe. Se il passaggio fosse capitato anche nel manoscritto di Eusebio delle Antichità Giudaiche, esso sarebbe dovuto sopravvivere fino al nostro tempo. Lui probabilmente riprodusse il passaggio senza dire dove fu trovato, poichè Origene non veicolò quell'informazione. Girolamo attinse lo stesso pezzo di informazione o da Origene o da Eusebio, i quali ne erano entrambi a conoscenza. Se quell'informazione fosse stata presente nel manoscritto flavianeo a cui Origene aveva accesso, poteva essere stato inserito là agli inizi del secondo secolo, perchè l'idea che Gesù avesse avuto fratelli biologici, nel tempo, divenne in misura crescente impopolare quando l'attenzione fu spostata successivamente all'Immacolata Concezione.

Secondo la citazione precedente di Eusebio, il padre della Chiesa Egesippo intorno all'anno 170 EC descrisse la morte di Giacomo come segue: Giacomo fu scaraventato giù dal pinnacolo del Tempo e fu poi lapidato, ma sopravvisse ad entrambi gli eventi;  poi un lavandaio, cioè uno che sbatte le vesti, lo percosse a morte con il suo bastone. Egesippo scrive ''che perfino il più sensibile degli ebrei fu dell'opinione che questa fu la causa dell'assedio di Gerusalemme''. Anche Clemente di Alessandria, che per giunta fu maestro di Origene, era dell'opinione che Giacomo fosse morto in questo modo.
Ci sono dunque due possibili fonti per l'affermazione di Origene che l'esecuzione di Giacomo condusse alla distruzione di Gerusalemme: o Giuseppe o un autore cristiano, quindi più probabilmente Egesippo.

 Se Origene, come egli dice, attinse la sua informazione da Giuseppe, si trattava sicuramente di un passaggio che non fu scritto da Giuseppe -- poichè Giuseppe non poteva aver detto che gli ebrei fossero puniti mediante la distruzione di Gerusalemme a causa dell'esecuzione di questo Giacomo (cosa invece che chiaramente lascia intuire Egesippo nel racconto di Eusebio); e poichè poi anche il testo, in quel caso, sarebbe sopravvissuto. I cristiani non avrebbero mai permesso che un tale passaggio andasse perduto se fosse stato presente in tutti i manoscritti. Se d'altra parte la memoria di Origene fu ingannevole ed egli fraintese per esempio Egesippo con Giuseppe, significa che lui non testimoniò che Giuseppe scrisse qualcosa circa Gesù e Giacomo. Invece, l'affermazione di Origene che Giuseppe aveva scritto il passaggio portò a spingere altri, come Eusebio, a credervi. Poichè la frase ''il fratello di Gesù che fu chiamato Cristo'' è identica all'attuale passaggio di Giacomo, l' “errore” di Origene dovrebbe in tal caso essere la fonte anche di questa interpolazione.


Difficile decidere qual è il più probabile scenario, ma poichè Origene sembra sapere esattamente in quale libro Giuseppe scrive riguardo Giovanni, egli dovrebbe anche aver saputo che le cose che scrisse circa Giacomo erano presenti in Giuseppe.