sabato 22 giugno 2024

L'INVENZIONE DI GESÙ — Glossario e riferimenti

(Questo è l'epilogo della traduzione italiana di un libro del miticista Bernard Dubourg, «L'Invention de Jésus. 2, La Fabrication du Nouveau Testament». Per leggere il testo precedente, segui questo link)


L'invenzione di Gesù. 1, L'Ebraico del Nuovo Testamento

Indice del volume 1

Introduzione

  1. L'ebraico del Nuovo Testamento
  2. Pietra e figlio in Flavio
  3. L'enigma di un marchese
  4. Prestiti nel piatto (René Girard affronta i Vangeli)
  5. Alcune cifre
  6. Ricerca su Giovanni 1:1-2
  7. Effetti di Sapienza su Genesi 1:1
  8. Figlio dell'uomo: un calcolo

Glossario e riferimenti

Conclusione


L'invenzione di Gesù. 2, La Fabbricazione del Nuovo Testamento

Indice del volume 2

Introduzione

1. Perché e come Gesù non esistette





Glossario e riferimenti



GLOSSARIO E RIFERIMENTI

 

I titoli sottostanti completano quelli dati alle pagine 245-269 del volume 1 (senza ritorno né ripetizioni).

 

Acta apostolorum apocrypha [Atti apocrifi degli Apostoli], Lipsius & Bonnet ed., 2 volume, Lipsia, 1891-1903, rist. Olms Verlag, Hildesheim, 1972.

Atti di Paolo: compilazione cristiana apocrifa («Atti di Paolo e di Tecla», «Corrispondenza di Paolo con i Corinzi», «Passione di Paolo») di cui vari frammenti risalgono ai primi tempi del cristianesimo dal momento che non possono spiegarsi e giustificarsi se non tramite retroversione al loro ebraico originale e in riferimento al Nuovo Testamento originale (ebraico anch'esso). Degli Atti di Paolo possediamo solo versioni — incomplete — in greco, in latino, in siriaco, in copto, in etiopico, in slavo, ecc.

Agrippa II: ultimo re della stirpe di Erode (27 o 28-93 o 100 E.C.); figlio di Agrippa I°; fratello di Berenice (e suo amante). Assistette Tito durante l'assedio e la presa di Gerusalemme nel 70. Nel 48 aveva acquisito dal potere romano il diritto di nominare i sommi sacerdoti — prerogativa che entrava in diretto contrasto con le ingiunzioni della Torà e della Tradizione ebraica.

alea jacta est: interiezione latina che significa «il dado è tratto»; frase pronunciata da Giulio Cesare attraversando il Rubicone.

aporia: cul-de-sac della ragione, assenza di uscita per una tesi.

Agostino: Padre della Chiesa (354-430) le cui voluminose vicende teologiche ed esegetiche si nutrono di una totale ignoranza sia dell'ebraico che dei modi di fabbricazione del Nuovo Testamento: mi vedo quindi costretto a definire sant'Agostino uno scrittore non cristiano di lingua latina.

Avesta: raccolta attribuita a Zoroastro e composta, difatti, di testi successivi al mago iranico e che sfigurarono la sua dottrina.

Benedetto: fondatore, all'inizio del VI° secolo, dell'ordine dei Benedettini. La sua regola, detta «Regola di san Benedetto», fu composta sul Monte Cassino, sito (tra Roma e Napoli) di un edificio pagano trasformato in monastero e restaurato dal santo. Cfr. C. Butler, Sancti Benedicti Regula Monachorum [Regola dei Monaci di San Benedetto], Freiburg im Breisgau, Herder, 1935. Benedetto non avendo la minima idea dell'originale ebraico del Nuovo Testamento, lo prendo per un santo monaco non cristiano.

Berenice: figlia di Erode Agrippa I°; moglie ufficiale o ufficiosa successivamente di: Erode di Calcide, suo zio; Agrippa II°, suo fratello; Polemone (?), re di Cilicia; Agrippa II°, di nuovo; e, infine, Tito.

Bijbels Woordenboek, 1954-1957 [Edizione francese: Dictionnaire encyclopédique de la Bible, Turnhout-Parigi, Brépols, 1960].

Bossuet: stilista, funzionario ecclesiastico e impenitente adulatore dei grandi di questo mondo (1627-1704) la cui ultima facezia consistette nel far tacere Richard Simon, specialista (a differenza sua) delle lingue semitiche in generale e della Bibbia in particolare. Bossuet non sostenne, tra l'altro, l'affermazione di R. Simon secondo la quale Mosè non poteva ragionevolmente essere l'autore di tutto il Pentateuco poiché vi morì (tesi che si trova altrove nel Talmud — ma Bossuet era, invece, incapace di leggere il Talmud) . Bossuet non avendo la minima nozione dei modi (ebraici) di fabbricazione del Nuovo Testamento, posso dire di lui che si tratta di uno scrittore ecclesiastico non cristiano.

cainiti: setta gnostica (o: cosiddetta gnostica) che conferisce una preminenza singolare a Caino, il primo figlio (biblico) di Adamo, vale a dire: dell'Uomo. I cainiti sono da subito contrastati dai Padri della Chiesa — Ireneo, ecc. — in quanto eretici. Sull'importanza di Caino nella letteratura gnostica e nel midrash gnostici, cfr. almeno l'indice di Robinson J.M. (a cura di), The Nag Hammadi Library in English, [La biblioteca di Nag-Hammadi in inglese], Leiden, Brill, 1977, e i riferimenti testuali che dà del personaggio; cfr. anche, sicuramente, l'Adv. Haer. di Ireneo (e dei suoi copiatori).

Calvin J., Opera Omnia [Opera completa], Brunswick, 1863-1900.

Carmignac J.,  Les Textes de Qumrân traduits et annotés, Parigi, Letouzey e Ané, 1961-1963. Questi due volumi sono molto utili da consultare perché contengono, nell'abbondanza delle loro note e commentari, la storia dei migliori fraintendimenti di cui hanno presto beneficiato e di cui beneficiano ancora oggi i manoscritti del Mar Morto. 

cinquanta: Ireneo fa morire Gesù intorno al suo cinquantesimo anno in Adv. Haer. II, 22, 5.

Clemente di Roma: personaggio fittizio (derivato, attraverso la Bibbia, dal Zaccheo dei vangeli canonici) che gli storici della Chiesa, lettori creduloni di Ireneo di Lione o di Eusebio di Cesarea, fanno il terzo successore di Pietro come vescovo di Roma.

diatriba (dal greco diatribē/«passatempo, scuola» diatribein che significa anzitutto «usare a forza di strofinare»): sistema retorico al quale fanno particolare ricorso le scuole ciniche e stoiche dell'Antichità allo scopo di convincere ed esortare con veemenza, senza lasciare all'avversario o al discepolo inteso la più piccola scappatoia logica o emotiva. Nella diatriba cinica, il filosofo si premura di fondare con uguale successo due tesi rigorosamente contraddittorie. Nella diatriba stoica, l'esortazione è ritenuta condurre alla saggezza e al buon senso: in Marco Aurelio, la diatriba finisce per diventare un'esortazione a sé stessi.

Dupont-Sommer A., ​​Les Écrits esséniens découverts prés de la mer Morte, Paris, Payot, 1980 (miglioramento — o aggravamento — della prima edizione dell'opera, pubblicata invece nel 1959). Un'autobibliografia (autotraditrice!) chiude vantaggiosamente il volume.

Encyclopaedia Universalis, ed. dal 1968 al 1988 (l'articolo «Paolo»  vi è stato farfugliato da P. Bonnard, dottore in teologia all'Università di Ginevra, dottore honoris causa all'Università di Berna, professore alla Facoltà di Teologia dell'Università di Losanna: storicismo, quindi, accademico e di alto livello...).

escatologia: ambito mistico degli eventi del seguito e della fine dei tempi e studio di questo ambito.

Vangelo degli Egiziani: testo gnostico (o: cosiddetto gnostico) annoverato tra i manoscritti di Nag Hammadi e appartenente, in tutto o in parte, alla letteratura setiana. (Un frammento apocrifo che non ha nulla a che vedere con questo vangelo e porta nondimeno lo stesso titolo ci è conservato in forma lacunosa da Clemente Alessandrino, nei suoi Stromati.)

Festo: governatore di Giudea negli anni 60-62 (cfr. Flavio Giuseppe, Ant. Giud. 20).

Flavi: nome di famiglia degli imperatori Vespasiano, Tito e Domiziano.

fog: la nebbia inglese.

genitivo soggettivo, genitivo oggettivo: il complemento di nome è detto soggettivo quando designa il soggetto dell'azione e oggettivo quando ne designa l'oggetto; così l'espressione «l'omicidio di Z» significa, nel primo caso, che Z ha commesso un omicidio (genitivo soggettivo), e, nel secondo, che è stata la vittima di un assassino (genitivo oggettivo).

genizoth: termine ebraico che significa letteralmente «i nascondigli» (radice GNZ, «nascondere»). Nel genizoth, gli antichi ebrei depositavano utensili e testi sacri religiosi inadatti o divenuti inadatti ad un uso ritualmente appropriato affinché lì si autodistruggessero da sé, senza intervento umano esplicito. In origine, una genizah può essere indifferentemente un luogo naturale (grotta, caverna) o artificiale (cantina, stanza speciale). Fino alla scoperta dei manoscritti del Mar Morto e alla loro ubicazione, la genizah più famosa era quella (tardiva poiché posteriore all'IX° secolo), della sinagoga di Fostat, al Cairo, dalla quale furono tratti, alla fine del secolo scorso, centomila fogli.

ghiandola pineale: antico nome dell'epifisi; sede corporea dell'anima, secondo Cartesio (questo cosiddetto co-fondatore dei moderni metodi scientifici vedeva in essa il crocevia degli spiriti animali...).

Goguel Maurice, La Naissance du christianisme, Parigi, Payot, 1955 (la prima edizione risale al 1946).

Grosjean Jean (dir.), Le Nouveau Testament, Parigi, coll. «La Pléiade», Gallimard, 1971.

Guignebert Ch., Le Christ, Paris, Albin Michel, 1969 (la prima edizione risale al 1943).

Leisegang H., La Gnose, Paris, Payot, 1951 (l'edizione tedesca risale al 1924).

Levi I., The Hebrew Text of the Book of Ecclesiasticus, Leiden, Brill, 1969 (ristampa dell'edizione del 1904). Quest'opera è ovviamente superata dalla scoperta dei  manoscritti del Mar Morto, ma è sufficiente alla dimostrazione che ne ho tratto.

Lightfoot J., Horae hebraicae et talmudicae in quatuor evangelistas [Commentario dei vangeli canonici con riferimento all'ebraico e ai dati del Talmud], Lipsia, 1675. Di questo libro possiedo — e ho quindi letto — solo il primo volume.

Libro dei Morti: 1. presso gli antichi Egizi, testo su papiro che accompagna il defunto nella sua tomba in vista di aiutarlo a superare le prove dell'aldilà (cfr. P. Barguet, Le Livre des Morts des ancien Égyptiens, Paris, Cerf, 1967): esiste quindi un gran numero di libri dei morti egiziani, e non solo uno; 2. il Libro tibetano dei Morti è, quanto ad esso, una raccolta buddista, posteriore all'VIII° secolo, che descrive le esperienze dopo la morte così come la ricerca dei processi di rinascita (cfr. Bardo Thödol, Parigi, Maisonneuve, 1933).

Loisy A., Les Actes des Apōtres, Paris, Rieder, 1925. Alfred Loisy (1857-1940), professore di ebraico, fu scomunicato nel 1909 da un papa (Pio X) che con ogni probabilità non doveva avere, quantunque storicamente, le stesse sue opinioni storiciste su Gesù, Paolo e associati.

Lutero M., Werke [Opere], Weimar-Erlangen, 1883-1948.

mandei: setta la cui origine (palestinese e non babilonese) risale agli inizi del cristianesimo; i mandei (cioè «quelli che sanno, gli gnostici») si attribuiscono soprattutto il nome di «nazareni» (cioè di «osservanti», di «conservatori»); essi sussistono, in numero esiguo, sulle rive del golfo Persico. La loro letteratura, quantitativamente considerevole, non esiste più se non in aramaico (occidentale): essa è nel contempo cristiana (con insistenza su Giovanni Battista) che anticristiana (perché non venera per nulla il Gesù-Giosuè evangelico).

N.B. Plinio il Vecchio, ricopiando i rapporti redatti, su ordine dell'imperatore Augusto, da uno dei suoi generali, un certo Marco Agrippa, segnala, nel libro 5 delle sue Storie Naturali, che i «nazarei» abitano una città di Siria chiamata, non lontano da Apamea, Bambyx, o Hierapolis, o Mabog. Ora — ed è qui che mi diverto —, Marco Agrippa, qui plagiato da Plinio, è morto nel 12... prima di Cristo! E le sue indagini risalgono, invece, e sempre prima di Cristo, agli anni 30-20.

Ciò prova (prova!...):

1. che esiste una comunità nazarena (che si presenta e si fa riconoscere come tale pure dagli stranieri — dai Romani... in questo caso, un generale e suoi informatori...) come minimo parecchi decenni prima della nostra era; — ma soprattutto — dal momento che la suddetta comunità (cristiana) ovviamente non è nata in Siria ma in Palestina e certamente ci ha messo del tempo per formarsi e modellarsi sul suo luogo di origine, e del tempo per farsi bandire da lì, e del tempo per andare in esilio, e del tempo per venire a stabilirsi in questo paese straniero, pagano, ostile e insopportabile per natura, che è precisamente per ogni ebreo o samaritano cristiano-conservatore (cioè «nazareno») la Siria, e ancora del tempo per esservi ammessi, in quella regione d'adozione, e viverci in ​​pieno giorno, ecc.: ma soprattutto, dico, e subito:

2. che il cristianesimo non risale, nelle sue elaborazioni midrashiche più primitive, né al I° secolo E.C. né a qualche week-end prima: come ho più volte e violentemente suggerito, qua e là, nel presente volume, molto evidentemente esso ha preso il volo qualche decina, persino qualche cinquantina d'anni prima della nostra era.

P.S. Al di là del vecchio Plinio di cui i nostri studiosi in-agguato-al-varco non devono consultare molto spesso il libro numero 5 (e quanto li capisco!... è che per loro sono più che-inconvenienti, questi — effettivamente storici reali inevitabili — nazareni di Siria...), il mio saluto e la mia riconoscenza a Marco Agrippa: un Marco molto solido, costui, e che mi fa il doppio dono sia per confermare le mie affermazioni e certezze relative alle cronologie del midrash cristiano, comprese le prime tappe di questo midrash, sia di assestare il colpo di grazia, questa volta, ai nostri storicisti esegeti di ogni sorta: sì, il cristianesimo, ebraico o ebraico samaritano, è, che ci si abitui o no ormai, peggio che molto anteriore, nei suoi inizi, agli inizi della cosiddetta era cristiana. Quella affermazione, che il mio volume 2 sputa dappertutto, non aveva bisogno delle indagini e dei resoconti di Marco Agrippa per venirmi in mente: ma, dal momento che Plinio e la sua fonte vi annuiscono e la elevano al livello di un truismo, tanto meglio: ne approfitto e vi appongo il loro sigillo...

Riferimenti bibliografici minimi su questo argomento: Jones A.H.M., The Cities of the Eastern Roman Provinces [Le città delle province romane d'Oriente], O.U.P., 1971; e Pritz R.A., Nazarene Jewish Christianity [Il giudeo-cristianesimo nazareno], Gerusalemme-Leida, Brill, 1988 — alle pagine 17-18 del suo studio, Ray Pritz osa permettersi nel contempo di fornire il passo esatto di Plinio, il riferimento esatto di Plinio ad Agrippa, le date esatte della morte di Agrippa e delle sue indagini, e di... respingere il tutto a causa di uno stupido pregiudizio personale: Pritz non crede (non crede! non...) ad un possibile cristianesimo prima dell'era cristiana, e perché dunque? — semplicemente perché non ha alcuna idea dei modi di fabbricazione di questo cristianesimo. E uno studioso di più in trappola!... Un esatto storicista di più, vi dico.

Mare Nostrum: letteralmente «il nostro mare»; espressione con la quale gli imperialisti romani designavano il Mediterraneo.

Metatrone: Diversi testi cabalistici antichi presentano Metatrone come il più eminente dei «principi (o: angeli) del Volto» di YHWH. Personaggio escatologico talvolta identificato con Enoc, Metatrone tende a diventare una delle manifestazioni di Dio perché la sua gematria (314) è anche quella di ŜDY/«Shaddai» (ma «Shaddai», detto altrimenti «Zeus», è, nella Bibbia, uno degli appellativi della divinità): ma quella tendenza e questo lavoro gematrico si inseriscono nella letteratura ebraica solo abbastanza tardivamente, quando gli scrittori cabalisti dimenticano che l'origine etimologica di «metatrone»/MTTRWN è greca. — Un resoconto adeguato (e quanto più semplice e leggibile possibile...) delle gesta di Metatrone si trova in A. Abécassis e G. Nataf, Encyclopédie de la mystique Juive, Paris, Berg Int., 1977 (colonne da 601 a 669).

Meuschen J.G., Novum Testamentum ex Talmude... illustratum [Commentario al Nuovo Testamento basato sui Talmud e sulla letteratura ebraica antica, di Meuschen e vari autori], Lipsia, 1736.

Migne J.-P.: (1800-1875) Le Patrologie greche e latine di Migne sono una raccolta (incompleta e spesso prolifica di errori di battitura, ma eroica) di testi cristiani dell'Antichità e del Medioevo; la serie latina si ferma a Innocenzo III (1216) e quella greca al 1439. Salvo rare eccezioni (poche osservazioni di Origene, di Girolamo..., e ancora!...), i 390 volumi del Migne costituiscono il miglior inno che conosca alla gloria dell'ignoranza dell'ebraico e del Nuovo Testamento, inno spesso aggressivo, trionfante e — lo si sospetta — volutamente antisemita. Se si accetta di chiamare cristianesimo l'ideologia (una o plurale — poco importa) degli scrittori originali del Nuovo Testamento originale, allora è chiaro che nessuno degli autori presentati da Migne è cristiano.

mitraismo: culto di Mitra, dio dell'antico Iran. Adottato nel mondo romano e veicolato dai soldati dell'Impero, il mitraismo faceva parte delle religioni misteriche. Il 25 dicembre, Natale del cristianesimo indoeuropeizzato, era in origine il giorno dedicato a Mitra. Essendo Mitra un dio salvatore, numerosi studiosi (influenzofili come sempre) hanno voluto vedere nei riti che lo circondano una delle fonti della Passione e della resurrezione evangelica.

naasseni: setta gnostica (o presunta tale) che dà un'importanza primaria al NŜ/«serpente» biblico. I naasseni (o ofiti) sono combattuti, in quanto eretici, dai primi Padri della Chiesa (che si offrono il lusso di non capire nulla delle loro dottrine e di ridicolizzarli). Le tesi naassene emergono, ad esempio, in molti dei testi di Nag-Hammadi.

nada: il «niente» spagnolo.

Nablus: si veda Sichem.

Nietzsche F.: filosofo tedesco (1844-1900). Nonostante la sua condizione di figlio di un pastore e solidi studi filologici (presso l'Università di Bonn), o forse a causa di essi, Nietzsche crede nell'esistenza storica di Gesù (?) e (soprattutto) di Paolo; dispiega tutta la sua energia per attaccarli come se fossero i suoi (indesiderabili) vicini di casa. Il suo odio per Paolo... (un odio che il mio volume 2 rende comico... comico, dunque, il filosofo della Gioia...)...

ofiti: si veda naasseni.

Patrologia(e): si veda Migne.

Pesikta Rabbati: midrash la cui compilazione (palestinese) risale probabilmente al 7° secolo E.C.

Pétrement Simone, Le Dieu séparé, Parigi, Cerf, 1984.

pineale: si veda ghiandola.

pseudepigrafo: un testo è detto  pseudoepigrafo quando reca una firma usurpata.

Puech Ch., En quête de la Gnose, Parigi, Gallimard, 1978 (2 vol.).

Quasten J., Initiation aux Péres de l'Église, trad. J. Laporte, Parigi, Cerf, 1955-1963 (3 vol.).

rabbino: termine ebraico che significa «mio maestro» (RBY). All'epoca supposta essere quella della stesura del Nuovo Testamento, un rabbino è un maestro laico (fariseo), un insegnante — un pedagogo con discepoli. A più riprese, nel corpus cristiano primitivo, il cristo è chiamato «rabbi» (rabbei, nella traslitterazione greca): e tutti vi leggono un appellativo volgare, banale, come se il Giosuè-Gesù evangelico non fosse altro, anzi, che un rabbino tra i rabbini. Infatti, la chiave cristiana primitiva — e singolare — della parola ci viene concessa da Apocalisse 3:14. In questo versetto, il Cristo o Gesù è chiamato ē arkhē tēs ktiseōs tou theou («l'inizio della creazione di Dio»), vale a dire, in ebraico e per mezzo di retroversione: e senza sforzo: RʼŜ(Y) BRYʼṬ YHWH. L'espressione, qualunque ne sia il significato, contiene, per lettere iniziali delle tre parole che la compongono, la R, la B e la Y (nell'ordine!) di RBY/«rabbi». Quando il Figlio dell'Uomo neotestamentario beneficia del titolo di «rabbi», conviene cogliere in lui non uno degli ingranaggi del sistema scolastico palestinese ma l'agente numero uno dell'escatologia.

Remo: si veda Romolo.

retrogrado: in musica, il retrogrado (o: la retrograda?) di una sequenza di note è l'insieme di queste note lette al contrario (dall'ultima alla prima e senza ometterne una sola). L'uso delle retrogradazioni è comune in Bach, in Haydn («palindromo»), in Schoenberg e altri.

Ricciotti C. (Mons), Paolo Apostolo, Roma, 1946.

Romolo: gemello di Remo; dopo aver ucciso il fratello, contendendogli la gloria di fondare una nuova città, Romolo tracciò il solco che segna il perimetro tabù della Roma a venire; questo effetto di aratro ebbe luogo, secondo Tito Livio e la cronologia di Varrone, nel 753 A.E.C.

Sadoc: sacerdote sotto il regno di Davide, diede il suo nome alla stirpe sacerdotale dei sadociti soppiantando, all'epoca di Salomone, quella di Itamar e di Abiatar (Itamar essendo figlio di Aronne, ed essendo stato Abiatar, molto più tardi, il solo sacerdote di Nob scampato al massacro perpetrato da Saul in quella città). Il problema della legittimità dei sommi sacerdoti essendo fondamentale nel giudaismo biblico, peri-biblico e post-biblico (e tra i samaritani), la battaglia di tendenze tra discendenti di Aronne e discendenti di Sadoc attraversa con un tale vigore tutta la storia e la letteratura ebraica da scaturire pure nei manoscritti del Mar Morto, nel Nuovo Testamento, ecc. Diversi passi dell'Apocalisse di Giovanni, una volta ben compresi e retrovertiti, ruotano (non senza violenza) attorno a questo problema. Il Documento di Damasco è più che attento alla grande disputa sulle genealogie del sommo sacerdozio. Uno dei temi maggiori delle lotte tra samaritani ed ebrei ha per origine e per risultato la purezza o meno della stirpe sacerdotale. Il gruppo politico-religioso dei sadducei si appella al Sadoc biblico. Mucchi di versetti biblici si comprendono solo con riferimento (chiaro o criptato!) all'alternativa sacerdotale aronnide/sadocita: diversi scrittori biblici fabbricano peraltro una cosiddetta legittimità di Sadoc facendolo  fraudolentemente (e di fretta) discendere da Eleazaro (...il Lazzaro evangelico...), altro figlio di Aronne.

Samaria: si veda Sichem.

Saul: primo re degli ebrei (nell'XI° secolo A.E.C.?). I suoi successori — ma non i suoi discendenti — sono Davide, poi Salomone. Alla morte di Salomone, il potere politico religioso si divise in due: Israele (il regno del Nord) da una parte, Giuda (quello del Sud) dall'altra parte — Israele detenendo tutti gli altipiani sacri antichi e Giuda non potendone vantarsi di nessuno! Quando il Gesù Messia evangelico è detto nel contempo figlio di Giuseppe e figlio di Davide, egli riunisce in sé la regalità del Nord (Israele = Giuseppe) e la regalità del Sud (Giuda = Davide). L'Apocalisse di Giovanni sostiene la successione (biblica) dei primi tre re (biblici) e la scissione territoriale che succede loro (nella Bibbia): i re di cui si parla in questo testo (canonico) non sono quindi per nulla degli imperatori romani! — assurdità assoluta degli studiosi su questo argomento! — ma Saul, Davide, Salomone e i semi-sovrani ebrei che succedono loro.

Schoettgen Chr., Horae hebraicae et talmudicae in universum Novum Testamentum [Commentario sull'insieme del Nuovo Testamento con riferimento all'ebraico e ai dati del Talmud], Dresden-Leipzig, 1733. Quest'opera completa, corregge e assume nota quella di Lightfoot.

Scholem Gershom, La Kabbale et sa symbolique, Parigi, Payot, 1975; Le Nom et les symboles de Dieu dans la mystique juive, Parigi, Cerf, 1983; La Mystique juive, Parigi, Cerf, 1985, ecc. Fenomeno inaudito: Gershom Scholem è unanimemente considerato dagli studiosi il più serio specialista della Cabala del 20° secolo — eppure, da parte mia, studiando i processi cabalistici ebraici che produssero il Nuovo Testamento primitivo, mai — nemmeno una volta! — sono riuscito a scovare un'idea o un suggerimento da Scholem capace di venirmi in aiuto. Passo.

setiani: setta gnostica (o: cosiddetta gnostica) che conferisce una singolare preminenza a Set, il terzo figlio (biblico) di Adamo, vale a dire: dell'Uomo. Setta eretica e pericolosa, secondo i Padri della Chiesa. Sull'importanza di Set nella cosiddetta letteratura gnostica, cfr. almeno l'indice di Robinson J.-M. (a cura di), The Nag Hammadi Library in English [I testi di Nag-Hammadi: traduzione inglese], Leiden, Brill, 1977, e i numerosi riferimenti testuali che dà del personaggio.

Shammai: rabbino del I° secolo A.E,C, che oppose, nel Talmud, il suo rigorismo alla dolcezza benevola del suo collega e rivale Hillel.

Sichem: in ebraico ŜKM (cioè «la Spalla»). Antico nome biblico di Samaria (o Sebaste, o Neapolis) — corrispondente approssimativamente alla Nablus odierna. Uno dei luoghi più importanti della Torà; la città sacra dei Samaritani (Gerusalemme essendo assente dal Pentateuco).

Simon M., La Civilisation de l'Antiquité et le christianisme, coll. «Le grandi civiltà», Parigi, Arthaud, 1972.

Siouville A. (trad.), Les Homélies clémentines, Parigi, Rieder, 1933.

Smallwood EM, The Jews under Roman Rule from Pompey to Diocletian  [Gli ebrei sotto il dominio romano dall'epoca di Pompeo fino a quella di Diocleziano], Leiden, Brill, 1981 (la prima edizione risale al 1976).

smog: nebbia di aspetto inglese.

stoicismo: scuola filosofica fondata ad Atene intorno all'anno 300 A.E.C. Per molti studiosi il tardo stoicismo (del periodo imperiale) è una delle fonti delle teologie paoline. Purtroppo per questi amanti di influenze, il vocabolario paolino (originariamente semita) non contiene nessuno dei termini tecnici e singolari dello stoicismo.

Strack H.L. & Billerbeck P., Kommentar zum Neuen Testament aus Talmud und Midrasch [Commentario del Nuovo Testamento basato sul Talmud e sul Midrash], Monaco, 1924-1928-1956 (6 vol.).

Sukenik E.L.: archeologo israeliano (1889-1953); uno dei primi editori e lettori dei manoscritti del Mar Morto. Si veda Yadin.

Teuda: capo di una truppa di insorti ebrei antiromani ai quali, tra altre meraviglie, promise di far attraversare il Giordano sull'asciutto (remake di Mosè che divide il Mar Rosso); Teuda e (tutti?) il suoi seguaci messianisti furono giustiziati dal procuratore Fado nel 6 E.C. (?), a credere a Flavio Giuseppe, Antichità Giudaiche 20:97-98.

Tommaso d'Aquino: Dottore (italiano) della Chiesa (1228-1274) la cui opera maggiore, la Summa Theologica, finì per essere istituita — dal papa Leone XIII — come manuale ufficiale della Chiesa cattolica romana. Ignaro dei modi di fabbricazione del Nuovo Testamento, l'inimitabile Tommaso vi tenta una conciliazione tra Aristotele e il cristianesimo (come li intende lui): a causa di quella ignoranza e malgrado i meriti dell'interessato, mi sento in dovere di affermare di Tommaso d'Aquino che egli fu un autore non cristiano.

Tresmontant C., Evangile de Matthieu, Parigi, O.E.I.L., 1986; Evangile de Luc, Parigi, O.E.I.L., 1987; Schaoul, Paris, O.E.I.L., 1988. In questi saggi, come in tutti i precedenti, Claude Tresmontant tenta interessanti retroversioni del Nuovo Testamento: ma persiste a impantanarsi nello storicismo ambientale — se fosse vissuto nella Palestina del I° secolo, vi avrebbe incontrato Gesù, Paolo e compagnia! E persino la sacra Sindone di Torino! Triste.

Yadin Y.: militare e studioso israeliano (figlio di Sukenik); autore di opere sui manoscritti del Mar Morto, su Bar Kochba, ecc.

zoroastrismo: riforma del culto mazdeo proto-iranico realizzata dopo o molto dopo l'anno mille A.E.C., da Zoroastro (Zaratustra). Religione della dolcezza e della non violenza, lo zoroastrismo appare distorto e mutilato solo nell'Avesta. Diversi studiosi continuano a vedere nelle tesi del mago iranico una delle fonti del cristianesimo primitivo: hanno ragione, ciò li tiene occupati.

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