mercoledì 19 giugno 2024

L'INVENZIONE DI GESÙ —Conclusione

 (segue da qui)



Conclusione

Nel volume precedente mi ero proposto di distruggere il greco del Nuovo Testamento e di invitare ad un ritorno del corpus cristiano verso il suo luogo testuale d'origine: l'ebraico. Il mio volume II ha inteso l'appello: ecco, al presente, Gesù e Paolo restituiti, in effetti, alla loro lingua madre. Una volta de-grecizzati, i due eroi del cristianesimo primitivo acquistano un miglior aspetto: ridiventano ciò che non avrebbero mai dovuto cessare di essere: personaggi che, nella logica della loro fabbricazione — il midrash — non hanno più nulla a che fare, infine, con l'ambito storico e i suoi casi, né con la mitologia, la fantasia o la favola della buonanotte... Entrambi? — delle nozioni. — L'uno, sotto le figure bibliche congiunte di Giosuè successore di Mosè e di Giosuè sommo sacerdote del ritorno da Babilonia: la nozione di YHWH risorgente-risorto; l'altro, sotto le figure similmente congiunte e similmente bibliche del re-messia Saul e dello Scheol: la nozione della Morte che subisce, che ha subito e che deve subire i contraccolpi di quella stessa resurrezione. Tra loro e per legarli: la Salvezza e i suoi meccanismi. Il loro sviluppo e lo sviluppo del loro legame? il Nuovo Testamento, la «Nuova Alleanza» nella misura in cui compie e abolisce la Torà. — Gesù e Paolo: due invenzioni, due scoperte del midrash ebraico che è il cristianesimo degli inizi. Nient'altro. Un midrash in due fasi. E non, come duemila anni di greco e di latino di Chiesa(di Chiese), due compari volgari di un intreccio di vicissitudini volgari. — Dalla rovina del greco del corpus cristiano alla rovina della storicità di Gesù e di Paolo, non vi è che un passo: eccolo! Il mio lettore e io l'abbiamo superato.

 

Via di Cap du Bosc,

25 dicembre 1987-15 agosto 1988.


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