(Questo è l'epilogo della traduzione italiana di un libro dello storicista Joseph Turmel, «Les écrits de Saint Paul — La seconde épître aux Corinthiens». Per leggere il testo precedente, segui questo link)
Le lettere di Paolo sono in corsivo grande.
La versione marcionita è in caratteri grandi e dritti.
La versione cattolica è in caratteri piccoli.
LETTERA A FILEMONE
1 Paolo, prigioniero di Cristo Gesù, e il fratello Timoteo al nostro caro collaboratore Filemone, 2 alla sorella Appia, ad Archippo nostro compagno d'armi e alla comunità che si raduna nella tua casa: 3 grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo
4 Rendo sempre grazie a Dio ricordandomi di te nelle mie preghiere, 5 perché ho udito parlare della tua carità e della fede che tu hai nel Signore Gesù e in tutti i suoi santi, [1] 6 al punto che i benefici derivati dalla tua fede siano manifestati [2] in seguito alla conoscenza di tutto il bene compiuto tra voi in vista del Cristo.
[1] Si traduce spesso, al seguito di Teodoreto, «Io ho sentito parlare della tua fede nel Signore Gesù e della tua carità nei confronti dei santi». I santi sono i cristiani; si veda pag. 10.
[2] Adotto la lezione della Vulgata che suppone énarghès invece di énerghès del nostro testo greco.
7 La tua carità è stata per me motivo di grande gioia e consolazione, fratello, poiché il cuore dei credenti è stato confortato per opera tua. 8 Per questo, pur avendo in Cristo piena libertà di comandarti ciò che devi fare, 9 preferisco pregarti in nome della carità, così qual io sono, Paolo, vecchio, e ora anche prigioniero per Cristo Gesù; 10 ti prego dunque per il mio figlio, che ho generato in catene, 11 Onesimo, quello che un giorno ti fu inutile, ma ora è utile a te e a me. 12 Te l'ho rimandato, lui, il mio cuore. 13 Avrei voluto trattenerlo presso di me perché mi servisse in vece tua nelle catene che porto per il vangelo. 14 Ma non ho voluto far nulla senza il tuo parere, perché il bene che farai non sapesse di costrizione, ma fosse spontaneo. 15 Forse per questo è stato separato da te per un momento perché tu lo riavessi per sempre; 16 non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come un fratello carissimo in primo luogo a me, ma quanto più a te, sia come uomo, sia come fratello nel Signore.
17 Se dunque tu mi consideri come amico, accoglilo come me stesso. 18 E se in qualche cosa ti ha offeso o ti è debitore, metti tutto sul mio conto. 19 Lo scrivo di mio pugno, io, Paolo: pagherò io stesso. Per non dirti che anche tu mi sei debitore e proprio di te stesso! 20 Sì, fratello! Che io possa ottenere da te questo favore nel Signore; dà questo sollievo al mio cuore in Cristo!
21 Ti scrivo fiducioso nella tua docilità, sapendo che farai anche più di quanto ti chiedo. 22 Al tempo stesso preparami un alloggio, perché spero, grazie alle vostre preghiere, di esservi restituito. 23 Epafra, mio compagno di prigionia nel Cristo, ti saluta 24 così come Marco, Aristarco, Dema e Luca, miei collaboratori.
25 La grazia del Signore Gesù Cristo sia con il vostro spirito.
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