mercoledì 19 dicembre 2018

«Gesù, il Dio fatto uomo»Appendice (I): IL VANGELO SECONDO MARCIONE (prefazione)


APPENDICE 

I

IL VANGELO SECONDO MARCIONE

Prefazione 

Il Vangelo di Marcione viene dato qui per la prima volta in traduzione in una forma continua.

Le lettere nel margine destro indicano le fonti e autorità per il testo. Parti che non hanno nessuna fonte diretta sono ricostruite in base ad una considerazione della loro relazione a contesti attestati. Quindi uno sguardo mostrerà quali parti sono certe, quali sono davvero probabili, oppure solamente probabili, oppure solamente plausibili. Inoltre, il lettore può vedere che il tessuto di un testo ben supportato è abbastanza grande e sufficientemente adatto a darci un'approssimazione vicinissima al vangelo perduto.

Al pari dei libri del Nuovo Testamento, il Vangelo di Marcione è scritto in uno stile ritmico, che, sebbene facile da percepire, è difficile fissare in regole. Frasi brevi, notevolmente equilibrate, sono unite in una sorta di strofa di una lunghezza approssimativamente uniforme. La poetica ebraica, così difficile da definire, e la Septuaginta greca danno un'idea di questo stile di composizione semplice ed espressivo in cui il ritmo si unisce alla libertà. Le epistole di san Paolo e l'Apocalisse, prima del Vangelo di Marcione, sono suoi modelli perfetti.

Questo ritmo, che è la vita del testo, il traduttore ha tentato di trattenere in qualche misura. Le righe brevi hanno questo vantaggio aggiuntivo, di permettere a ciascuna frase di essere vicina alla nota che mostra la sua origine.


Il Margine Sinistro


Il Vangelo di Marcione fu inserito interamente nel vangelo di Luca. Perciò è stato ritenuto vantaggioso trattenere per riferimento la numerazione tradizionale di questo vangelo; questa appare nel margine sinistro. Naturalmente è discontinua, dal momento che si trovano in Luca non solo parti di versi, ma interi versi — perfino interi capitoli — che non appartengono a Marcione. Per esempio, il testo di Marcione comincia in Luca 3:1 e poi salta a 4:31, torna indietro a 4:16, e poi procede, con molti buchi, a 14:47. Il segno * prima di una riga mostra che questa riga differisce dal testo in Luca, forse in parte, forse totalmente.

Il segno † prima di una riga indica che questa riga fu in Marcione, ma non in Luca. Esso perciò segna quelle parti, relativamente poche in numero, che sono state rimosse in Luca.

Altri simboli in questo margine mostrano quale fonte è stata seguita.

Un esame del testo di Marcione in quelle parti dove è autenticato più fortemente mostra che esso rassomiglia più al testo di Luca che si chiama, senza nessuna ragione particolarmente buona, Occidentale, che è rappresentato principalmente dal manoscritto D, la versione latina chiamata Africana, e le antiche versioni siriache che sono derivate da un singolo archetipo perduto. Le letture di questa serie di manoscritti hanno perciò un gran valore nella ricostruzione del Vangelo di Marcione. Si è indicato dove sono state confermate tramite un riferimento da parte di qualche lettore del Vangelo di Marcione, e dove sono sembrate più probabili, in virtù della loro relazione agli altri vangeli che noi crediamo furono derivati da Marcione.

D = il Codex Bezæ nella Public Library di Cambridge. 
e = the Codex Palatinus che contiene la versione Latina Africana di Luca (Hans van Soden, Das lateinische N.T. in Afrika zur Zeit Cyprians; Leipzig, 1909). 
Syc. = la versione Siriaca edita da Cureton, Londra, 1858.
Sys. = the versione Siriaca scoperta al Sinai. (A.S. Lewis, The Old Syriac Gospels; Londra, 1910). 
Syp. = la Vulgata Siriaca (Peshito). 
Sy. = una lettura comune alle versioni siriache.

Quando una lettura “D” è corroborata da altri manoscritti dello stesso gruppo, si indica essa sola; equivalentemente per “e”. Un simbolo viene messo tra virgolette quando si applica ad una parte di una riga soltanto.

Margine Destro

In questo margine si segna la prova per il testo. A causa del loro numero e della loro lunghezza, esse non si potevano esporre in pieno. Si possono trovare collezionate e ordinate diligentemente nel libro di Harnack Marcion, Das Evangelium vomfremden Gott, seconda edizione, Leipzig, 1924, Beilagen, pag. 183-240. Harnack ha fatto una collezione quasi esaustiva, ma egli ha posto su un lato un piccolo numero che riferisce alle parti soppresse da Luca. Quelle vengono date qui in note.

Gli autori che hanno citato oppure hanno fatto riferimento a Marcione sono indicati per mezzo di abbreviazioni come segue, in ordine di importanza:

 T. = Tertulliano: Adversus Marcionem, libri v (specialmente il libro 4); Kroymann, Vienna, 1906.

A. = Dialoghi di Adamanzio, περὶ τῆς εἰς θεόν ὀρθῆς πιστέως, Dialoghi 1 & 2, W. H. van de Sande, Bakhuyzen; Leipzig, 1901.

(Ruf.) = Rufino, antica traduzione latina dei dialoghi.

E. = Epifanio, Panarion, Libro 1, Volume 3; Hær., 42. κατἁ Μαρκιωνιστω̑ν Holl (Griech. christl. Schriftsteller) ; Vienna, 1931.

I. = Ireneo, Contra Hæreses; ed. Harvey, Cambridge, 1857.

Ipp. = Ippolito, Philosophumena (Refutatio omnium hearesium[sic]); edizione Paul Wendland; Leipzig, 1916. Syntagma (according to Filastro, Hær., 45).

Cl. = Clemente Alessandrino, Stromata; ed. O. Staehlin.

O. = Origene; specialmente Hom. in Luc., 25.

Eg. = Egemonio, Acta Archelai (capitolo 44, lettera di Diodoro ad Archelao), ed. Beeson; Leipzig, 1906.
Efr. = Efrem, specialmente Evangelii Concordantis Expositio, ed. Moesinger; Venezia, 1876.

Cr. = Crisostomo, Hom. in Phil., 7, ecc.

Isid. = Isidoro di Pelusio, Epist. 1, 371 (Migne, P.G.T., 78).

Esn. = Esnik di Kolb, Contro le Sette, testo armeno, traduzione in tedesco da J. M. Schmid; Vienna, 1900.

Gir. = Girolamo, Contra Johannem Hierosol., 34; In Matth. 12, ecc.

Il simbolo si mette tra virgolette quando si riferisce ad una riga in parte oppure indirettamente.

Nel margine destro si mostrano i riferimenti agli altri vangeli, quando essi confermano il testo, certo o probabile, di Marcione, oppure una lettura da un manoscritto del gruppo occidentale. Mc. = Marco; Mt. = Matteo;  Gv. = Giovanni.

NOTE

Viene annotata, inoltre, la traduzione così da mostrare come Marcione e i marcioniti interpretarono il loro vangelo.

Marcione aggiunse al suo vangelo un commentario — le Antitesi — in cui egli espose chiaramente ciò che era oscuro nel vangelo, in particolare l'opposizione tra il dio degli ebrei, Creatore della terra, e il dio buono, il Padre di Gesù. Questo commentario è stato perso, ma i suoi punti prominenti sono stati ripetuti spesso dai marcioniti e confutati dai cattolici. Harnack ha collezionato un gran numero di citazioni che trattano la dottrina di Marcione e l'esegesi marcionita del vangelo.

Quelle citazioni sono state sistemate in questo volume in tale maniera da gettare luce su numerosi passi per quanto possibile. Perciò il lettore avrà per la sua considerazione un commentario simile a quello che Marcione stesso avrebbe autorizzato, oppure, almeno, uno che manifesta lo spirito in cui i suoi seguaci lessero il suo vangelo.

Per amor di brevità frasi come “Marcione disse” oppure “i Marcioniti ritenevano” sono state soppresse. Il lettore può supplirle, e gradirà non attribuire a Tertulliano, ecc., citazioni tratte dalle loro opere ma che offrono le opinioni dei loro oppositori marcioniti. Il Dialogo di Adamanzio offre da solo un diretto materiale marcionita.

Le stesse lettere e abbreviazioni sono utilizzate nelle Note come nel margine destro.

Si fanno citazioni frequenti da san Paolo. Il Nuovo Testamento di Marcione consisteva del suo vangelo e dell'Apostolikon, la collezione delle epistole di San Paolo che egli aveva fatto. Quest'ultimo è in molti modi la chiave del primo. Dove il testo marcionita di san Paolo differì dal testo cattolico, la differenza è indicata dalla parola Apostolikon. Non va dimenticato che i marcioniti chiamarono l'epistola agli Efesini l'epistola ai Laodicei (mostrato come Laod.).

Spesso si fa riferimento a letture di altri vangeli.

Il testo di Marcione, a dispetto della sua dispersione, possedeva un'unità profonda ed essenziale, che produsse i suoi echi e le sue reazioni. Il Gesù di Marcione è il suo miglior commentatore.



NOTA DEL TRADUTTORE

Per comodità di rappresentazione, il testo del Vangelo secondo Marcione è presentato di seguito, come ricostruito da Couchoud. Il testo è diviso in 6 sezioni.

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