mercoledì 19 dicembre 2018

«Gesù, il Dio fatto uomo»Appendice (I): IL VANGELO SECONDO MARCIONE (sezione IV)


APPENDICE 

I

IL VANGELO SECONDO MARCIONE



NOTA DEL TRADUTTORE

Per comodità di rappresentazione, il testo del Vangelo secondo Marcione è presentato di seguito, come ricostruito da Couchoud. Il testo è diviso in 6 sezioni.


LA CRESCITA DEL REGNO DI DIO
13:18 Diceva dunque: T.
A che cosa è simile il regno di Dio T.
e a che cosa lo paragonerò?
19 Il regno di Dio è simile ad un granello di senape, T.
* che un uomo prese per seminare nel suo orto “Cosa si deve comprendere dalla persona dell'uomo? Certamente Gesù... Egli seminò nel suo giardino, certamente nel mondo, da cui noi dobbiamo comprendere nell'uomo” (T. 4:30). Nella Parabola del Seminatore (8:4-8) il Seminatore è anche Gesù. T.; si veda Mt 13:31

ed esso crebbe e divenne una pianta grande
e gli uccelli del cielo presero dimora sotto i suoi rami.

20 D Oppure a che cosa è simile il regno di Dio T.
e a che cosa lo paragonerò?
È simile al lievito, Gesù “Jesus “paragona (il Regno) al lievito, non al pane non lievitato come è più familiare al creatore” (T. 12:21). Il Regno è interpretato come lo Spirito che sta già fermentando nei cuori degli uomini. “Nel vangelo il Regno di Dio è Cristo stesso” (T. 4:33). T.
che una donna ha preso e ha nascosto dentro la farina
fino a che essa sia fatta interamente lievitare.
I DANNATI
13:24 Disse ad essi: T.
Continuate a lottare per entrare attraverso la porta stretta,
perché molti, vi dico,
cercheranno di entrare e non ci riusciranno.
25 Dal momento in cui il padrone di casa si alzi T.
e chiuda bene la porta Pochi saranno salvati; il “piccolo gregge” dei cristiani, paolini e marcioniti, meno numerosi dei giudeo-cristiani. “Non tutti sono salvati, ma un numero più piccolo di tutti gli ebrei e i cristiani del creatore” (T. 1:24). T.

e voi cominciate a stare fuori
D e a bussare alla porta, dicendo: T.
Signore, signore, aprici!
Ed egli in risposta vi dirà: T.
Non conosco voi di dove siete. T.

26 Allora incomincerete a dire: T.
Signore, abbiamo mangiato dinanzi a te e abbiamo bevuto T.
e tu hai insegnato nelle nostre piazze. T.

27 Ed egli vi dirà così: T.
Andatevene via da me, T.
D operai tutti di ingiustizia. Quelli sono i “operai fraudolenti” di 2 Corinzi 11:13 — ossia, gli ebrei. Essi hanno mangiato di fronte al Signore — ossia hanno preso parte alla cena eucaristica. Loro nondimeno saranno messi da parte. T.; si veda Mt 7:23

28 Là sarà il pianto T. E.
e lo stridore dei denti, T. E.
quando vediate tutti i giusti T. E.
che entrano nel regno di Dio, T. (E.)
voi invece trattenuti fuori. E sono perciò consegnati alla Gehenna del creatore. Si veda 12:5 e 46. T. E.
COLORO CHE SONO CHIAMATI
14:12 Qualora tu faccia un pranzo o una cena, T.
D non chiamare i tuoi amici né i tuoi fratelli (T.)
D né i tuoi vicini né i ricchi,
in modo che non ti ricambino pure loro l’invito T.
e tu ne abbia un contraccambio. T.

13 Ma, qualora tu faccia un ricevimento,
chiama poveri, disabili, storpi,
ciechi
14 e sarai beato,
perché non hanno contraccambio da darti “Fate prestito senza sperarne alcun contraccambio” (6:35). In questo egli chiedeva che si seguisse l'esempio del dio buono come illustrato nella parabola seguente. T.
* e infatti il contraccambio T.
ti sarà dato nella Resurrezione. La resurrezione dai morti sarà garantita a coloro che il dio buono giudicherà degni (20:35). T.

16 e Un uomo stava preparando una grande cena T.
e invitò molti T.
17 e inviò il suo servo al momento della cena T.
per dire a coloro che erano stati invitati: T.
D Venite, perché le cose sono già pronte. si veda Mt 22:4

18 Ma essi iniziarono tutti insieme a scusarsi. T.
Il primo gli disse:
Ho comperato un campo T.
e ho necessità di uscire per vederlo;
ti prego, abbimi per scusato.

19 E un altro disse:
Ho comperato cinque coppie di buoi T.
e vado a provarle;
D e per questo non posso venire.
20 E un altro disse:
D Ho preso moglie
e per questo non posso venire.

21 E il servo, presentatosi,
comunicò al suo signore queste cose. T.
* Allora alteratosi il padrone di casa Egli non è adirato contro gli invitati, come lo ritenne Tertulliano, ma preso da compassione per i diseredati. “Il dio buono ebbe compassione dei peccatori che gli erano sconosciuti...ed essendo mosso a compassione, ebbe pietà di loro” (A. 1:23). T.
disse al suo servo:
Esci in fretta nelle piazze e nei vicoli della città T.
e conduci qui dentro T.
i poveri e disabili e ciechi e zoppi.

22 E il servo disse:
D Signore, è avvenuto quello che hai comandato
e c’è ancora posto. T.
23 D E il signore disse al suo servo:
Esci nelle vie e nei recinti T.
e costringili a entrare,
affinché sia riempita la mia casa,

24 perché vi dico
D che nessuno di quegli uomini, che erano stati invitati, T.
gusterà la mia cena. “L'invito a questa cena rappresenta il banchetto celeste in cui soddisfazione e gioia saranno spirituali” (T. 4:31). Gli invitati che avanzano scuse sono gli ebrei. I mendicanti, gli storpi, gli zoppi, e i ciechi sono i peccatori [i pagani]. Si veda la festa a casa di Levi (5:29). T.
COME ESSERE UN DISCEPOLO
14:26 Se uno viene da me
e non odia il suo padre e la madre
e la moglie e i figli
e i fratelli e le sorelle,
e ancor più la propria anima,
non può essere mio discepolo.

27 Colui che non porta la propria croce Porta la sua croce per una crocifissione con Gesù (si veda Galati 2:20; 5:24), questo equivale a negare sè stesso (9:23).
e non viene dietro a me
non può essere mio discepolo.

33 Così pertanto chiunque di voi che non rinuncia Eg.
a tutte le cose che gli appartengono, Ossia, i beni di questo mondo. “I marcioniti, per odio del creatore, sono riluttanti a impiegare quel che egli ha creato” (Cleemnte Alessandrino, Strom., 3:3,1 2). “Marcione, per ostilità al creatore, si negò l'uso di cose di questo mondo” (ibid., 4:25). Marcione “pensa di irritare il creatore astenendosi da quel che è stato creato e stabilito da lui” (Ippolito, Philosoph., 10:19). Eg.
non può essere mio discepolo. Eg.
IL PECCATORE CONVERTITO
15:3 Rivolse poi ad essi questa parabola, dicendo:
4 Quale uomo di tra voi,
che avrà cento pecore
e perda una di esse, T.
non lascia le novantanove nel deserto
D e se ne va a cercare quella perduta T.
fino a che la trovi?

5 E qualora la trovi, T.
la pone sulle sue spalle con gioia T.
e venuto in casa
6 chiama gli amici e i vicini
dicendo ad essi:
Gioite con me!
perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta.

7 In verità vi dico
Così vi sarà gioia nel cielo, T.
per un solo peccatore che si converte T.
più che per novantanove giusti,
i quali non hanno bisogno di conversione. L'impulso di una pietà infinita (profusae misericordiae) produce un impulso corrispondente di conversione dei peccatori (T. 5:4). Le relazioni del dio buono coi suoi fedeli si basano sull'emozione; quelle del dio ebraico coi suoi adoratori sulla giustizia.

8 O quale donna, che ha sei dramme
D e ne abbia perduta una,
non accende una lucerna
e scopa la casa
e cerca accuratamente T.
fino a che trovi?

9 E una volta trovata T.
chiama le amiche e vicine dicendo:
Gioite con me, T.
perché ho trovato la dramma, che avevo perso.

10 Così, dico a voi,
* vi è gioia dinanzi a Dio T.
se sia stato trovato uno dei perduti. T.
DENARO
16:1 Diceva poi anche ai suoi discepoli:
Un uomo, che era ricco,
aveva un amministratore (T.)
e costui si trovò sotto accusa contro di lui
di sperperare le proprietà del ricco.

2 E costui lo chiamò e gli disse:
Che cosa è questo che sento su di te?
Rendi conto della tua amministrazione,
perché non puoi più fare l’amministratore. T.
3 Allora l’amministratore disse in se stesso:
Che farò,
poiché il mio signore mi toglie l’amministrazione?
Per vangare non ho la forza,
di mendicare mi vergogno.

4 Ho trovato che cosa farò,
affinché, quando verrò rimosso dalla amministrazione,
mi accolgano nelle loro case. T.

5 E dopo avere convocato ognuno dei debitori del suo padrone, T.
diceva al primo:
Quanto devi al mio padrone?
6 E quello disse: Cento giare di olio.
E gli disse: Prendi le tue ricevute,
siediti subito e scrivi: cinquanta. T.

7 Poi disse ad un altro:
E tu quanto devi?
E quello disse: Cento misure di grano.
Allora gli dice: Prendi le tue ricevute
e scrivi: ottanta. T.

8 E il padrone lodò l’amministratore ingiusto,
perché aveva agito con scaltrezza.
D Perciò vi dico:
i figli di questa Età Quest'Età in quanto opposta all'Altra Età (20:35) — ossia, il Tempo a Venire. Ogni Età ha i suoi Figli e il suo Dio. Paolo parla del “dio di quest'età” (2 Corinzi 4:4) o mondo. Questo è il dio creatore (T. 5:11; si veda 5:7; Ireneo 6:7, 1; A. 2:21). Il dio buono è “l'autore della luce e del tempo a venire; l'altro dio dell'oscurità e dell'Età presente” (Origene, in Girolamo, Comm. in Gal., 1:4).
sono più saggi dei Figli della Luce Ossia, i figli del tempo a venire; si veda Paolo, 1 Tessalonicesi 5:5; Efesini 5:8. I Figli della Luce si adopereranno contro i Sovrani di oscurità — ossia, contro i Poteri del Creatore (T. 5:18). Essi formano una nazione (γενεάν), dal momento che sono i figli del dio buono (6:35; 20:36).
nei confronti di quelli della loro generazione.

9 Ed io vi dico: T.
fatevi amici con la ricchezza ingiusta, La Mammona (Ricchezza) di Ingiustizia è un'espressione del Libro di Enoc (63:10), che significa la ricchezza di questo mondo. Proprio come l'amministratore ingiusto la impiegò per farsi amici, così voi dovreste utilizzarla per farvi amici distribuendola tra i poveri. Si veda 18:22; 19:8. T.
affinché, qualora venisse a mancare,
vi accolgano in tende perenni. Il dio buono soltanto è perenne (αι͗ώνιος; Romani 16:26; dossologia marcionita). Gesù annuncia il “luogo perenne” (T. 4:34).

10 Chi è onesto nel minimo
è onesto anche nel molto
e chi è ingiusto nel minimo
è ingiusto anche nel molto.

11 Se dunque non foste onesti nella ricchezza ingiusta, Ossia, non hanno distribuito tra i poveri. I cristiani devono essere fedeli in un senso cristiano della parola e non nel senso mondano. Questa non è un'allusione all'amministratore ingiusto T.
chi vi affiderà quella mia? Mia è la vera ricchezza, che non è di questo mondo, ma un Tesoro in Cielo (18:22), e, in questa vita, la grazia di doni spirituali (si veda 19:11-26).

12 Svs. E se non foste trovati onesti T.
in ciò che appartiene ad altri,
e chi vi darà quello che è mio? Tutto il benessere mondano è estraneo al dio buono e a Gesù. “Cristo non venne nel suo possesso, ma in quello di un altro” (Ireneo, 3:11, 2) “In aliena dicunt deum venisse” (Ireneo, 5:2, 1). Il vero bene del Padre e di Gesù è il Regno di Dio o di Vita eterna (si veda 18:18 e 24), e in questa vita lo Spirito Santo (si veda 11:2 e 13). Questo benessere sarà dato a coloro che avranno distribuito in elemonisa i beni di un altro — ossia, denaro ingiusto. T.

13* Nessun schiavo domestico può stare a servizio di due padroni, Un passo appellato dai marcioniti per illustrare che ci sono due dèi, “tu vedi che ci sono due nature e due signori (κύριοι) (A. 1:28). T. A.; si veda Mt 6:24

perché o odierà l’uno e amerà l’altro A.
o sarà devoto ad uno e disprezzerà l’altro. T. A.
Non potete essere a servizio di Dio e della ricchezza. “Per Mammona (Denaro) si deve intendere il creatore; Gesù ha trattenuto i suoi servi dal servizio del creatore” (T. 4:33). Mammona rappresenta qui il creatore perchè egli allegorizza l'intera ricchezza di questo mondo, che è del tutto estranea al dio buono. T. A.

14 Ascoltavano poi tutte queste cose
i Farisei, che sono amanti del denaro, T.
e cercavano di ridicolizzarlo. T.

15 E disse ad essi: T.
Voi siete quelli che si dichiarano giusti davanti agli uomini T.
ma Dio conosce i vostri cuori, T.
perché ciò che è elevato tra gli uomini T.
è abominazione dinanzi a Dio. T.
L'ANNULLAMENTO DEL DIVORZIO
16:16 La legge e i profeti hanno profetato fino a Giovanni, “Giovanni il Battista è stabilito come un segno di confine tra il vecchio e il nuovo, alla frontiera dove termina l'ebraismo e comincia il cristianesimo.... A questo punto terminano la Legge e i Profeti e cominciano il Vangelo, il Regno di Dio, e Cristo stesso” (T. 4:33). “Giovanni appartiene ad un altro dio, egli è l'uomo del creatore ed è ignorante della nuova divinità” (Origene, Comm. in Ioh., 1:82). Giovanni non preparò Gesù (nihil administravit, T. 4:11). “Gesù respinse la disciplina di Giovanni, in quanto quella di un altro dio, e la proibì ai suoi discepoli, i quali dovevano seguire altre vie, come iniziati di un dio diverso e opposto” (T. 4:11). Perciò Gesù respinge il digiuno di Giovanni (5:33-34). T. E.
* da allora il regno di Dio viene proclamato “La Legge e i Profeti sono gli strumenti dei Principi di questo Mondo” (E. 42, 4) — vale a dire, del creatore. Gesù è la fine della Legge (si veda Romani 10:4). “Gli ebrei non sapevano di un dio più alto, essi che avevano stabilito contro di lui la loro giustizia — che equivale a dire, la loro legge — e non ricevettero Cristo che è la fine della Legge” (T. 4:14). Non c'è più alcuna ragione di prendersi pensiero della Legge, ma di cercare solamente il Regno.
e chiunque lo usurpa. T. E.
17 Passi dunque il cielo e la terra più in fretta T.
di un solo apice delle mie parole. “Terra e Cielo passeranno, ma la mia Parola rimarrà per sempre e per sempre” (21:33). “quando [cielo e terra] passeranno, allora anche il dio intronizzato su di loro deve passare; perciò egli non è colui che al di sopra di tutto” (Ireneo, 4:3, 1). Questo preambolo di cinque righe indica l'autorità che ha Gesù di annullare il divorzio istituito dal dio ebraico. T.

18 Colui che ripudiasse la sua moglie T.
e ne sposasse un’altra, T.
commette adulterio T.
e chi sposasse una donna ripudiata dal T.
marito,
* è ugualmente un adultero. Paolo dice altrettanto (1 Corinzi 7:10-11). “Cristo proibì il divorzio... Mosè, d'altra parte, permette il ripudio in Deuteronomio (24:1).... Tu vedi l'antagonismo tra la legge e il vangelo, tra Mosè e Cristo” (T. 4:34). T.
IL RICCO E LAZZARO IL MENDICANTE
16:19 D Disse poi anche un’altra parabola: (A.)
Un uomo poi era ricco T. A. E.
e si vestiva di porpora e di lino pregiato, A.
godendosela ogni giorno sontuosamente. A.
20 Un povero invece di nome Lazzaro A. E.
* era stato buttato coperto di piaghe presso il suo portone A.
21 e bramava saziarsi
D di ciò che cadeva dalla tavola del ricco. A. (Ruf.)
* Ma anche i cani venivano e leccavano le sue ferite. A.

22 Avvenne poi che il povero morì A.
* e venne portato via dagli angeli A. E.
D nel seno di Abramo. Gli ebrei alessandrini credevano che “Abramo, Isacco, e Giacobbe riceveranno (υ͑ποδέξονται) gli ebrei che hanno sofferto” (4 Maccabei 13:17). “ll vostro Cristo [degli ebrei] promette, dopo che la vita è terminata, che sarete ristorati nell'inferno nel seno di Abramo...; il nostro Cristo preparerà un Regno di Dio che sarà eterno e celeste” (T. 3:24). “Abramo, l'amico del dio ebraico, non conosceva il vero dio, e neppure sapeva nulla del Cristo” (Ireneo, 4:5, 5). “Abramo ha gloria, ma non al cospetto di dio” (Egemonio, pag. 64). Questo è un riferimento allo Sheol (Ade) dove il dio ebraico ricompensa i suoi. T. A. E.
Morì poi anche il ricco A.
e venne sepolto nell’Ade. T. A.

23 E nell’Ade, alzando allora i suoi occhi, T. A.
pur trovandosi in tormenti, T. A.
vede Abramo da lontano T. A.
e Lazzaro, che si riposava nel suo seno. “Abramo è nell'Inferno” (T. 4:34). “Abramo è nell'Ade, non nel Regno dei Cieli; l'uomo ricco gli parla, che mostra che essi sono nello stesso luogo” (A. 2:11). Secondo Marcione, Caino, gli abitanti di Sodoma, e gli altri peccatori di cui parla la Bibbia furono salvati da Gesù quando egli discese nell'Inferno. Ma “Abele, Enoc, e Noè, e gli altri giusti e quelli che furono patriarchi come Abramo, assieme a tutti i profeti e quelli che piacquero a dio (il creatore), non hanno preso parte a questa salvezza; le loro anime sono rimaste nell'inferno” (Ireneo, 1:27, 3; si veda Teodoreto, Haer. Fab., 1:24). T. A.

24 Ed egli lo chiamò dicendo: A.
Padre Abramo, abbi pietà di me! A.
Manda Lazzaro, A.
che immerga la punta del suo dito nell’acqua A.
e rinfreschi la mia lingua, A.
perché soffro pene in questa fiamma. T. A.

25 Ma Abramo disse: A.
Figlio, ricordati A.
che tu hai ricevuto i tuoi beni nella tua vita A.
e Lazzaro similmente i mali A.
ma adesso costui viene consolato T. A. E.
e tu invece soffri pene. La storia del ricco e del povero appare nella leggenda di Pitagora, di cui vi esisteva una versione egiziana prima che vi apparve questa variante ebraica. (Si veda Isidore Levi, La Légende de Pythagore; Parigi, 1927.) T. A.

26 E oltre tutto il resto A.
* tra voi e noi è stata stabilita una grande voragine T. A.
* in modo che quelli che vogliono attraversare T. A.
D di lì verso di noi non possano farlo né di qui attraversino fino a noi. A dispetto di questo abisso, il luogo di ristoro e il luogo di tormento sono adiacenti. “Marcione fa notare che i due aldilà del creatore, sia quello del piacere che quello del dolore, sono all'inferno per coloro che hanno obbedito alla legge e ai profeti. Definisce celesti il seno e il paradiso di Cristo e del suo dio” (T. 4:34). [260] Il popolo di Israele è rappresentato di solito dai dodici. Il ricco e i suoi cinque fratelli simboleggiano metà Israele; il resto sono il povero. T. A.

27 Poi disse: Ti chiedo pertanto, Padre, A. (Ruf.).
di mandarlo nella casa di mio padre, A.
28 * perché ho là cinque fratelli, A.
affinché venga dato ad essi un avvertimento, A.
D onde non vengano anche loro A.
in questo luogo della tortura. A.

29 e Ma gli dice: A. (E.)
* Hanno Mosè e i profeti, T. A. E.
li ascoltino. T. A. E.
30 * Ma quello gli dice: No, padre Abramo, A.
ma se qualcuno dai morti andasse da loro A.
* si convertirebbero
31 Ma disse: A.
* Se non hanno ascoltato Mosè e i profeti, A.
D Neppure se qualcuno dai morti andasse da loro, A. E.
* lo ascolteranno. La parabola è mirata agli ebrei soltanto. Obbedendo a Mosè e ai Profeti essi ottengono la loro ricompensa nel seno di Abramo. “Il creatore salva colui che ha creduto in lui, tramite la salvezza che è sua” (Clemente Alessandrino, Strom., 5:1, 4). Per loro Mosè e i Profeti sono abbastanza; un segno come la resurrezione di un uomo morto non sarà dato loro (si veda 11:29), poichè perfino nella loro stessa religione un segno non poteva superare la loro incredulità. Quanto ai cristiani, “il monito del nostro dio dall'alto dei cieli (9:35) comanda loro di non ascoltare a Mosè e ai Profeti, ma a Cristo che predica il regno eterno” (T. 4:34). A. E.
OFFESA VERGOGNOSA
17:1* Diceva poi per i suoi discepoli: T.
Non è possibile che le occasioni di cadute non arrivino,
e a guai a colui, per opera del quale arriva tale occasione di caduta! T. A.; si veda Mt 18:7

2 D È più vantaggioso per lui T.
se non fosse stato generato T.; si veda Mt 26:24
D O se gli venisse messa attorno al suo collo una pietra di mulino T.
D e venisse buttato nel mare T.
piuttosto che essere occasione di caduta di uno di questi piccoli. I piccoli sono i nuovi cristiani delle comunità paoline (si veda 9:47; 10:21). Quelli che sono pietre di inciampo per loro sono gli apostoli ebrei. T.
PERDONO
17:3 Se pecca contro di te il tuo fratello, T.
rimbrottalo T.
e se si pente
perdonagli; Perdonando suo fratello, il cristiano ottiene dal dio buono perdono per i suoi stessi peccati (11:4). “Perdonare tuo fratello sette volte è un nuovo precetto” (T. 4:35).

4 * e se peccasse contro di te sette volte al giorno T.; si veda Mt 18:21

e sette volte tornasse indietro da te dicendo:
Mi pento,
D perdonagli.
IL POTERE DELLA FEDE
Questo passo non è confermato, ma la sua relazione a 8:25 (Dov'è la tua fede?) e 9:41 (generazione ... incredula) rende probabile la sua apparizione nel vangelo di Marcione.
17:5 E dissero gli apostoli a lui:
Accresci a noi la fede.

6 D Ed egli disse loro:
Se avete fede come un seme di senape,
D potreste dire a questo monte: si veda Mt 17:20
D Spostati di qui a là, Si veda Mt 17:20
D ed esso si sposterebbe;
D e potreste dire a questo gelso:
D Sii sradicato e sii trapiantato nel mare
e ubbidirebbe a voi. Lo spostamento (μεταβολή) della montagna oppure del gelso simboleggia la difficoltà del cambiamento che deve essere operato nei peccatori. “Il dio buono convertì (μετέβαλε) per fede gli uomini che erano malvagi e rese buoni coloro che credettero in lui” (A. 2:6).
IL LEBBROSO GUARITO E RICONOSCENTE
17:11 E avvenne che nel cammino verso Gerusalemme pure lui attraversava ai confini tra Samaria e Galilea e Gerico T.
12 e, mentre egli entrava in un villaggio, dove si trovavano,
* ecco dieci uomini lebbrosi T. E.
e si tennero a distanza

13 D e gridarono a gran voce:
Gesù maestro, abbi pietà di noi.

14 * Ed egli, vedendo, disse loro: E.
Andate a farvi vedere ai sacerdoti. “Perchè essi avranno, quando guariti, un debito da pagare (si veda 5:14). Anche Gesù dice questo, ma per disprezzo della legge, dal momento che essi saranno guariti sulla strada e la legge e i suoi sacerdoti sono inutili” (T. 4:35). T. E.
(4:27) Vi erano molti lebbrosi in Israele T. E.
* ai giorni di Eliseo il profeta T. E.
ma non venne reso mondo T. E.
se non Neemàn il Siro. “Eliseo, profeta del creatore, purificò un solo lebbroso, Naaman il Siro, tra così molti lebbrosi israeliti; laddove Gesù, superiore anche in questo, purifica, sebbene egli stesso non è ebreo, un lebbroso ebreo (5:13) che il suo stesso dio era stato riluttante a purificare” (T. 4:35). Quattro righe del vangelo di Marcione sono stati trasposti da Luca nell'episodio di Nazaret (Luca 4:27). T. E.

17:15 E avvenne che nel loro andare T.
vennero resi mondi. Gesù “va contro le formalità della legge nella guarigione dei dieci lebbrosi, che egli purifica a quel modo, senza toccarli neppure, e perfino senza una parola di comando, solo col suo potere silenzioso e la sua sola volontà” (T. 4:35). “Il creatore guarì uno, Cristo guarì dieci” (T. 4:35). “Immediatamente egli percepisce che essi riconoscono che la legge dev'essere cancellata, egli li cura come chi è giustificato per fede, senza la prescrizione della legge” (ibid). T.

16 Ma uno di loro, vedendo che era stato reso mondo, T.
ritornò
glorificando Dio a gran voce T.
e cadde a terra con la faccia presso ai suoi piedi,
rendendogli grazie. T.
E costui era un Samaritano. T.

17 Ma Gesù rispondendo disse:
Furono in dieci ad essere resi mondi T.
ma i nove dove sono?
18 Non fu trovato nessuno di loro che tornasse
per dare gloria a Dio,
se non questo tale di un’altra razza?
19* Meravigliandosi di lui, gli disse:
la tua fede ti ha salvato. Gesù, “essendo stupito dal samaritano, non lo manda a offrire un sacrificio secondo la legge, perchè egli ha già fatto un'offerta dando grazie a dio” (T. 4:35). Questo lebbroso, che rappresenta il peccatore, è salvato non per la sua purificazione ma per la sua fede. Si veda 7:50; 8:48; 18:42.
LA MANIERA DELLA VENUTA DEL FIGLIO DELL'UOMO
17:20 Interrogato poi dai Farisei T.
sul quando arriva il regno di Dio, T.
rispose ad essi e disse: T.
Il regno di Dio non viene nell’attesa ossessiva di una imminenza. Gesù “risponde con riferimento ad un altro diverso da quello riguardo cui egli viene interrogato” (T. 4:35). I farisei gli chiedono, in realtà, del regno di Dio come loro lo interpretano. Egli risponde del regno di Dio il Padre. In un certo senso questo regno è già venuto tra loro che chiedono, dal momento che Gesù caccia i demoni (11:20). “Il Regno di Dio nel vangelo è Cristo stesso” (T. 4:33). In un altro senso il regno sarà inaugurato dalla venuta folgorante del Figlio dell'Uomo — ossia, Gesù di nuovo. T.

22 Disse poi per i discepoli:
Verranno giorni, quando desidererete vedere E.
uno solo dei giorni del Figlio dell’Uomo E.
23 e non vedrete.
E vi diranno: Ecco qui, ecco là.
Non andateci e non seguiteli.

24 Perché come il lampo
D lampeggiando dalla zona che è sotto il cielo lampeggia verso quella che è sotto il cielo,
così sarà la parusia del Figlio dell’Uomo in quel giorno. (T.)
25 Prima però bisogna che patisca molto T.
* e che venga rigettato. T.

26 E come accadde nei giorni di Noè,
così sarà anche nei giorni del Figlio dell’Uomo; T.
27 mangiavano, bevevano,
si sposavano e prendevano marito
fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca
D e ci fu il diluvio
e fece perire tutti.

28 Esattamente come avvenne nei giorni di Lot: T.
mangiavano, bevevano,
compravano, vendevano,
piantavano, costruivano
ma il giorno in cui Lot uscì da Sodoma,
piovve fuoco e zolfo dal cielo
e fece perire tutti.

30 Allo stesso modo sarà T.
nel giorno del Figlio dell’Uomo, allorché verrà manifestato. T.

31 In quel momento
chi sarà sul tetto
e i suoi utensili nella casa,
non scenda a prenderli
e chi è nel campo ugualmente
non si volga per tornare indietro.
32 Tenete a mente la moglie di Lot. Che si volse indietro e fu mutata in una colonna di sale (Genesi 19:26). T.

33 D Chi volesse tenere in vita la sua anima
la perderà
ma chi la perdesse la terrà in vita. Una ripetizione di 9:24. “Se l'anima è seminata, essa risorge di nuovo come una cosa spirituale” (si veda 1 Corinzi 15:44)“... L'anima alla resurrezione diventerà spirito” (T. 5:10).

34 Vi dico: questa notte
vi saranno due su un solo letto,
D uno verrà portato via
e l’altro viene lasciato;
vi saranno due donne alla macina in uno stesso posto,
una verrà portata via
e l’altra verrà lasciata.
D Due in un campo;
D uno verrà portato via e l’altro verrà lasciato. si veda Mt 24:40

37 E in risposta gli dicono:
Dove, Signore?
E disse loro:
Dove vi è il cadavere,
là verranno radunati anche i capovaccai. Un proverbio, il cui significato è, il luogo sarà visto quando viene il momento. Né il tempo e né il luogo è rivelato.

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