domenica 20 settembre 2020

LA PASSIONE DI GESÙ: FATTO DI STORIA O OGGETTO DI CREDENZAL'assegnazione del nome di Gesù negli Atti degli Apostoli.



L'assegnazione del nome di Gesù negli Atti degli Apostoli. 

Ancor più dell'intervento del principe di questo mondo nella morte del Figlio di Dio e della impiccagione del suo cadavere, l'assegnazione del nome di Gesù dopo il suo ritorno al cielo scompare dalla letteratura cristiana del II° secolo, in seguito all'adozione generale del racconto presentato dai Vangeli sinottici. Però lo stesso passo degli Atti degli Apostoli (5:30-31), citato più sopra, [75] sembra aver conservato anche a quest'ultimo riguardo la traccia della concezione primitiva: «Il Dio dei nostri padri ha resuscitato Gesù che voi avete fatto morire appendendolo al patibolo. Dio lo ha innalzato con la sua destra facendolo Capo e Salvatore, per dare a Israele la grazia della conversione e il perdono dei peccati»

Così, secondo questo passo degli Atti, è Dio che ha reso Gesù Capo e Salvatore dopo il compimento della sua missione terrena; ora queste due nozioni di autorità e di salvezza sono contenute nel nome di Gesù. [76] Il verso degli Atti in questione deve essere confrontato ai versi dell'Epistola ai Filippesi e dei capitoli dell'Ascensione di Isaia che sono stati menzionati in precedenza. 

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NOTE

[75] Pag. 58-59.

[76] «Il tetragramma ineffabile, Jahvé, ha per traduzione regolare nella Bibbia greca dei Settanta: Kyrios (Signore)», ha osservato COUCHOUD, Le mystère de Jésus, op. cit., pag. 81. Gli Atti impiegano i termini archègos (5:31), o archôn (7:35), il cui significato è apparente: capo, principe, re. Una nota della Sacra Bibbia, pubblicata sotto la direzione della Scuola biblica di Gerusalemme, segnala che l'espressione: «Capo e Salvatore» (Atti 5:31) «corrisponde a «Capo e Redentore», detto di Mosè come Figura di Cristo in Atti 7:35».

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